Il Vino di Visciole – Un simbolo delle Marche

Dopo una costruttiva discussione con amici eno-astronauti, come me, scatenata dall’apertura di una bottiglia di Kurni della maniacale Cantina marchigiana Oasi degli Angeli, oggi mi sono svegliato con l’idea di scrivere qualcosa riguardo un Vino, o meglio, una tipologia di Vino che non manca mai nelle case di gran parte dei marchigiani: il Vino di Visciole.


Il Vino di Visciole (o di visciolato) è un Vino che affonda le sue radici nella tradizione romana, per poi comparire nei banchetti di Nobili medievali e rinascimentali, primo fra tutti Federico da Montefeltro Duca di Urbino.



Il territorio di produzione è quello dei comuni di Cantiano e Pergola, nel Pesarese, e dei Castelli di Jesi, nell’Anconetano, e le ricette utilizzate per la sua preparazione differiscono sensibilmente da zona a zona e la tradizione, per lo più “casalinga” di questo vino rende ancora più affascinante la sua degustazione.



Ma cos’è la Visciola?!? …Si tratta di una varietà di ciliegia selvatica (Prunus cerasus), dal colore rosso scuro e dal sapore acidulo, adatta anche per le marmellate e per le rinomate amarene di Candiano.
Esistono varie correnti di pensiero e ve ne accorgerete chiedendo ad ogni produttore (in particolare, se casalingo) la ricetta del proprio vino di visciole, ma se prendiamo in considerazione l’antica ricetta della zona del pesarese, si dovrebbero raccogliere le visciole, mature nelle prime settimane di luglio, e metterle a macerare, in parte intere e in parte schiacciate, nel vino base, quasi sempre Montepulciano o Vernaccia locali.





Successivamente verrà aggiunto lo zucchero che, facendo ripartire la fermentazione, porterà al raggiungimento del prodotto finale, molto fruttato, con note speziate ed una dolcezza che inizialmente ai neofiti (ai non marchigiani!) potrebbe risultare stucchevole, ma che nelle sue accezioni migliori regala grandi soddisfazioni.
Il mio preferito (essendo nato in quelle zone) è però il vino di visciola prodotto nell’entroterra fra le province di Ancona e Macerata, in particolare nelle zone di Jesi e Cingoli, famose anche per il Verdicchio.



In questo caso le ciliegie vengono asciate essiccare al sole dopo la raccolta e, quindi, poste a macerare con lo zucchero fino a ottenere uno sciroppo denso che, nella stagione della vendemmia, viene aggiunto al mosto in ebollizione.
Il sapore del vino è intenso ma delicato, il retrogusto gradevolmente amarognolo, mentre al naso si riconoscono aromi di ciliegia matura. 
A mio parere è ottimo come vino da meditazione, ma anche per finire in dolcezza una cena fra amici, oltre ovviamente all’abbinamento territoriale con dolci rustici marchigiani. Interessante con il cioccolato fondente.



Ciò che consiglio sempre ai miei amici produttori o ai semplici turisti che vanno nelle Marche è di non snobbare questo vino e di non lasciarsi “fregare” dalla sua immediate dolcezza, in quanto la complessità dei profumi del vino di visciole è propedeutica alla comprensione di vini rossi di grande importanza, primo fra tutti il Kurni, che fa del suo aroma e del gusto di visciola la sua peculiarità assoluta.


Un sommelier dovrebbe aver assaggiato ciliege,amarene, marasche, ma anche e soprattutto visciole in quanto il loro aroma ed il loro sapore è più acidulo ed intrigante delle prime…ma per chi ama più il Vino della frutta, come il sottoscritto, può dirigersi direttamente verso il Vino di Visciole, puro godimento dei sensi ed espressione di una terra che ti lascia sempre qualcosa dentro!


N.B.: Il Vino di Visciole va rigorosamente bevuto sul territorio…meglio se “vì de visciola de casa”! Per avere una degna versione “professional” di questo vino sono Corrado Tonelli ed il suo mitico Visner® (base Montepulciano, come da prassi) e Velenosi con il suo Vino di Visciole Querciantica, una versione che utilizza come vino base il Sangiovese.

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