Oggi ho deciso di condividere, con chi di voi non l’avesse letta, una notizia di grande interesse per il mercato del Vino europeo e quindi anche quello italiano.
Secondo l’articolo del giornalista Nicola Dante Basile de “Il Sole 24ore”, che si basa sui dati dell’OIV (Organization International du Vin), la produzione vitivinicola dei paesi dell’emisfero SUD del mondo, ovvero l’Australia, il Sud Africa , l’Argentina, il Cile ed il Brasile, dove, è noto, la vendemmia avviene nel periodo primaverile, rispetto a quello autunnale dell’emisfero settentrionale, è calata del 10% ca. rispetto a quella dello scorso anno.
Una notizia che potrebbe determinare esiti importanti importanti sui mercati, in particolare per il Wine export Europeo, verso i paesi dell’Est (Russia, Cina, Giappone ecc…).
Ebbene non esaltarsi troppo prematuramente, in quanto la produzione mondiale del 2013 è stata piuttosto generosa (278,6 milioni di ettolitri, in crescita del 9% sul 2012) e che la domanda mondiale di vino degli ultimi sette anni, che sembrava essersi stabilizzata intorno a 240 milioni di ettolitri, proprio nel 2013 ha accusato un taglio inaspettato di 2,5 milioni di ettolitri.
Questi dati, unitamente a quelli relativi al calo dei consumi avuto negli ultimi anni proprio da parte degli storici paesi produttori europei come Francia, Italia e Spagna, possono essere visti da due angolazioni, una cauta e guardinga che ci impone di attendere gli effettivi esiti di questo calo di produzione del Sud del Mondo, e l’altra molto positiva e propositiva che ci suggerisce di spingere sull’acceleratore e di credere nella nostra varietà e qualità produttiva, ma anche nella quantità che continuiamo a garantire a differenza degli altri paesi.
Una quantità che ci permetterebbe di giocare ancor più un ruolo di primo piano sul campo del mercato del Vino globale.
E’ importante inoltre prendere atto della continua ascesa dei consumi nell’America latina e del rientro in grande stile come main player degli States, che da sempre rappresentano un mercato fondamentale per il made in Italy ed in particolare per il Vino italiano, dopo un’ovvia battuta d’arresto dovuta alla crisi globale degli ultimi anni.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.