Kurni – Un Vino dono della “terra” e del “cielo” o un puro esercizio di stile?

“Kurni è un vino IGT prodotto dalla cantina Oasi degli Angeli, azienda sita in Contrada Sant’Egidio 50 a Cupra Marittima (provincia di Ascoli Piceno).”


Questo è ciò che troverete su Wikipedia cercando la parola “KURNI”, ma dire che questa descrizione sia “un po’ riduttiva” è un eufemismo, in quanto il Kurni, è uno di quei Vini dei quali si sa quando si inizia, ma non si può mai sapere quando si finirà di parlarne.
Un Vino, questo 100% Montepulciano noto per la maniacalità della sua produzione e dei suoi produttori Eleonora Rossi e Marco Casolanetti, ma ancor più per la sua innata capacità di porsi al centro di intrigate ed intriganti discussioni ai limiti della dialettica nei riguardi della più semplice, ma spesso importante, domanda enoica: “Ti piace il Kurni?”.



Beh…io stesso, mi ritrovo spesso a dover rispondere a questa domanda che sa molto di “spartiacque”…uno di quei quesiti ai quali normalmente risponderesti con la solita “tiritera”… – Ma non si può dire se un Vino mi piace o no, c’è un mondo dietro ad ogni bottiglia, fatto di complessità, di lavoro e di sudore… ogni vino ha le sue peculiarità e solo descrivendole tutte nei minimi particolari si potrebbe rendere giustizia al vino in questione…sia esso il Kurni sia essa una qualsiasi altra etichetta di qualsiasi altra Cantina”…ma invece no! In questo caso rispondere è molto semplice, perché il Kurni è uno di quei Vini che “divide et impera”, come neanche i più cliccati post su facebook sanno fare! O ti piace o non ti piace! Possiamo parlare per ore della sua dolcezza ai limiti dell’estremo e del sopportabile, che lo rende un vino, a mio parere, perfetto per un meritato e meditato post-cena, o possiamo disquisire sull’utilizzo di rovere novello che si sente…eccome se si sente… ma in fondo, come sempre accade o, almeno, dovrebbe accadere, le “chiacchere stanno a 0” e tutto si riduce ad una considerazione, ciò che il Kurni sia uno di quei grandi Vini d’Italia che debba essere provato almeno una volta nella vita per comprenderne la sua insita contraddizione fatta di estremi equilibri e di equilibrati estremismi!



Un consiglio che posso dare a tutti coloro che si avvicinano a questo vino, un po’ come a tutti i Rossi delle Marche, è quello di provare un prodotto locale, che spesso mi ritrovo a dover far conoscere, io stesso, ad amici produttori e persino Sommelier che ne ignorano completamente l’esistenza, ovvero il Vino di Visciole, in quanto ho letto di ciliege, marasche ed amarene in decine e decine di descrizioni del Kurni,  ma è la Visciola in tutta la sua croccantezza e educata selvaticità che ritroverete in questo Vino.



Io ho avuto modo di degustare il 2009 ed il 2011 e posso dire che le 2 annate divergono davvero minimamente e che se per alcuni questo può essere un sinonimo di “monotonia”, a mio parere, per un vino biologico a tutti gli effetti, in cui la chimica non entra mai a far parte del processo produttivo, con delle rese per ettaro da “pazzi” e con una serie di rischi, che per quanto calcolati potrebbero condizionare molto un’annata piuttosto che l’altra (vedi l’utilizzo di barriques nuove), tutto ciò mi da sicurezza e rappresenta una garanzia della grande oculatezza e dell’ancor più grande competenza di questa piccola, ma ormai importantissima cantina italiana. 

…Kupra…adesso tocca a te! 😉


Lascia un commento

Blog at WordPress.com.

Up ↑