Grandi Vini con tappi “alternativi”? Si può fare! Parola dell’Azienda Vitivinicola Socci.

In pochi sanno che il decreto
legge che a settembre 2013 ha sdoganato l’utilizzo del tappo a vite
e dei tappi “alternativi” anche per i vini DOCG,
pur restando nella facoltà dei singoli consorzi di inserire vincoli
più restrittivi all’interno dei disciplinari di produzione.  
Come la maggior parte
dei WineLovers la stra-grande maggioranza delle bottiglie
che ho avuto modo di stappare in vita avevano il tappo a sughero e
per quanto io ami stappare il vino alla “vecchia maniera”
c’è una sensazione alla quale rinuncerei volentieri… l’ansia che
precede la valutazione del tappo, nonché del Vino. Quante
volte abbiamo dovuto cedere di fronte alla crudele realtà e quante
bottiglie, anche importanti, abbiamo dovuto buttare, per via
del sentore di “tappo”?!? C’è chi sostiene che la
qualità del sughero faccia la differenza e che più sono
importanti i produttori, più il tappo sarà qualitativamente
ottimale, ma la mia personale esperienza è molto differente. La cosa
che mi fa pensare che al giorno d’oggi i tappi in sughero siano una
scelta da valutare al meglio (ovviamente è giusto che restino la
prima scelta) sono i dati riguardo la produzione della materia prima,
che sta diventando difficile da sostenere,  in relazione alla
crescente domanda (il sughero viene utilizzato anche per la
bioedilizia e per il settore delle calzature) che sta portando, a
detta di molti, all’immissione sul mercato di sughero raccolto
prematuramente e quindi meno adatto alla produzione di tappi di
qualità.  

In paesi come l’Italia e la Francia il
tappo di sughero è tradizionalmente associato al vino di qualità,
mentre altre tipologie di tappo tendono a diminuire le aspettative
del consumatore, ma in paesi come USA, Canada, Australia ed anche
Russia, China e Giappone, vari studi di mercato hanno portato alla
luce che la priorità per il consumatore medio-alto è quella di
avere un Vino che non sappia di “tappo”. Il modo per
evitare questo rischio c’è e parliamo dei tappi alternativi:  
  • Tappi sintetici
  • Tappi in vetro
  • Tappi a vite
  • Tappi a corona
Se è vero che alcuni tappi non
prevedono traspirazione e quindi si reputino (erroneamente) più
adatti a vini giovani e non destinati ad una buona longevità, come
quelli a vite ed a corona, i tappi sintetici (in polimeri
termoplastici) e, soprattutto, quelli in vetro garantiscono,
oltre all’assenza di contaminazione del vino da Armillaria
Mellea, una traspirazione ottimale, lenta e costante.  



E’ proprio nel mio
percorso di avvicinamento al mondo dei tappi alternativi che
mi sono piacevolmente imbattuto in un’azienda che da diversi anni
manifesta la sua creatività e la sua voglia di innovare nel Vino,
pur mantenendo un forte attaccamento al territorio ed alla qualità
di un Vitigno “sacro” per i marchigiani come il
Verdicchio: l’Az. Vitivinicola Socci di Castelplanio (AN).
Arrivato sul “cucuzzolo”
del Monte Deserto, dopo aver seguito le indicazioni della
cara Marika (figlia del titolare Pierluigi) tanto
precise da non lasciare al caso neanche buche e cartelli dalla durra
orizzontalità, mi ritrovo in mezzo ai vigneti di Verdicchio,
con esposizioni a 360°, circondati da un panorama mozzafiato.
Stretta la mano al
padrone di casa ed attesa per qualche minuto la simpatica e molto
professionale Marika, in perfetto orario (mea culpa…dato che
sono sempre in anticipo!), inizia la visita in una cantina dalle
piccole dimensioni, ma dalle grandi idee!
Sono le idee e la
creatività di Pierluigi che hanno sin da subito catturato la mia
attenzione: l’utilizzo della vetroresina, la criomacerazione (prima a
8°C, ora alla soglia del congelamento degli acini), la bottiglia
renana ed i tappi in vetro.

Una serie delle quali
già una sola avrebbe potuto spaventare il produttore “medio”
volto al mero guadagno ed alla ricerca del prodotto “ruffiano”
che possa accontentare un ampio pubblico di consumatori, ma non è
questo ciò che Pierluigi, sua moglie Floriana e le sue
figlie Marika & Martina, si sono prefissati di fare, bensì
la loro gioia risiede nel produrre prodotti destinati a far parlare
di loro per qualità, originalità e sicurezza.
Sì…è proprio il
termine sicurezza che si ricollega alla scelta del tappo a vetro (0%
piombo), che oltre ad essere esteticamente davvero elegante ed a
vantare una comodità indiscutibile riguardo l’apertura e la chiusura
della bottiglia, garantisce la preservazione perfetta del contenuto,
anche per Vini destinati, potenzialmente, a riposare
in cantina anche per più di 10 anni (il Verdicchio è
uno dei vini bianchi più longevi).

Una scelta quella del tappo a
vetro, che in abbinamento ad una bottiglia dalla rara femminilità ed
eleganza, come la renana, utilizzata per il Marika (Verdicchio
dei Castelli di Jesi D.O.C. Classico Superiore), conferisce
al Vino quell’originalità e quell’impatto visivo che non
può che far pensare ad un Vino di qualità, cosa che
spesso non accade con i Vini con tappi “alternativi”.
La ricerca, mi spiegano, Pierlugi
e Marika, non si ferma mai, ma sono spesso le intuizioni a fare
la differenza e, tra simpatici “siparieti” padre-figlia
(creatività-razionalità), mi rendo conto che oltre all’odore del
Vino, in quella Cantina si respira Arte.
E’ l’Arte il filo conduttore che
accompagna i Vini Socci, dalle etichette, per le quali vi
consiglio di andare direttamente in Cantina e di farvi raccontare
ogni storia che c’è dietro alla scelta di ciascuna,  al modo
unico di interpretare la vigna, precisa, ma caotica allo stesso
tempo… sottofilari volutamente trascurati e foglie in grande
quantità, frutto dell’esperienza e della conoscenza di quel
determinato territorio, che a detta di Pierluigi da il meglio di sè
le lasciato “in pace”! Modernità e naturalità si
scontrano…o meglio si incontrano e danzano insieme in ogni calice
dei 3 vini dell’azienda:  

– Il Martina (Verdicchio dei
Castelli di Jesi  D.O.C Classico Superiore) : ultimo nato
del “Trio”, come ultima nata è la figlia dal quale prende
il nome (anche per questo ci sarebbero svariati aneddoti da
raccontare che sono certo andrete a scoprire personalmente).
Un Vino che fa del suo bouquet di profumi la sua arma
vincente e che nelle due annate provate (2012-2013) ha mostrato
una struttura inaspettata da quella che dovrebbe essere la “terza
linea” dell’azienda. Anche in questo caso l’uso del freddo ha
fatto la sua parte, portando le sensazioni gusto-olfattive su di un
piano diverso dal solito per questo vitigno;

– Il Deserto (Verdicchio
dei Castelli di Jesi  D.O.C Classico Superiore): un nome che può
intimorire per la sua contrapposizione con la vitalità della Natura
dalla quale proviene, ma in realtà è dovuto al Monte che ospita i
vigneti dell’azienda, il Monte Deserto, appunto! Tra i 3,
sicuramente, il più “Verdicchio”, in quanto la sua è un
espressione più classica dello storico vigneto marchigiano, ma che a
suo modo, grazie alla criomacerazione, può vantare uno spettro
organolettico più ampio del consueto. Il colore, in questo caso, è
quello inconfondibile del Verdicchio, paglierino con le classiche
acquarellate pennellate di verde, ma anche stavolta, i profumi sono
il vero biglietto da visita di un vino che ad ogni respiro lascia
scoprire note di anice, mandorla, con accenni di succosa frutta
matura. Un palato minerale, a tratti marino (sarà la vicinanza dal
mare!), che agevola l’idea di stapparne una bottiglia al più presto
con preparazioni a base di pesce magari grigliato;
Il Marika (Verdicchio dei
Castelli di Jesi  D.O.C Classico Superiore): dulcis in
fundo… il Vino più estroso ed originale dell’azienda, a mio
parere, quello che di più ne contraddistingue la costruttiva dualità
fra l’indole creativa dell’Artista Pierluigi e l’equilibrio
delle “donne di casa Socci”. Un nome scelto perché
“suonava bene” scherza Pierluigi di fronte all’ispiratrice
del vino,  facendo trasparire che dietro ogni battuta rivolta
alle sue “bimbe” in realtà c’è un Amore sfrenato ed
ampiamente ripagato dalla grande unione che c’è all’interno di
questa “Wine Family”.
Anche “Lei” con tappo a
vetro, nell’elegante bottiglia renana che nel tempo è cresciuta in
altezza, come credo sia giusto per una novità nata solo nel 2009, ma
che sta già dimostrando grande maturità e personalità. Un
Verdicchio di rara freschezza e femminilità, che affascina
per le linee sinuose che attraversando la bottiglia arrivano sino al
calice, per poi stupire con note solari di cedro, tanto inattese
quanto apprezzate. Il vino perfetto da bere “meriggiando”,
ma tutto fuorché pallidi ed assorti (cit. E. Montale :-p ) per la
sua luminosità, ma non disdegnerei un abbinamento con
dei maki all’italiana! Il Marika è un
vero “unconventional Verdicchio”!





In realtà ci sarebbe un
quarto Vino…o meglio uno spumante, metodo classico
(ovviamente di verdicchio), che è ancora in fase
“rifermentativa”, ma che ovviamente non ho saputo resistere
dall’assaggiare e… che dire… forse l’emozione più grande della
giornata… sarà per la riuscita dell’apertura del tappo a corona
con un metodo consigliato da colleghi romani, che prevede l’utilizzo
di un secchio pieno d’acqua, sarà perché appena aperto quel
prematuro (13 mesi) champenoise ha inebriato i nostri nasi,
di profumi che pensavo di poter ritrovare solo in una boulangerie di
qualche sobborgo parigino piena di biscotti e baguettes appena
sfornati… dimenticavo…ed eravamo all’aperto! Forse uscirà in
tempo per Natale (18 mesi) e vi consiglio di iniziare a prenotare le
bottiglie, perché stanno già andando a ruba e sono solo 600! Io le
mie due “cassettine” le ho già opzionate!  



Non voglio andare sui tecnicismi
relativi alla criomacerazione e su ulteriori considerazioni
in merito ai tappi “alternativi” al sughero, dato
che ho scritto già troppo a riguardo, lo stesso vale per
la descrizione organolettica dei Vini, che in realtà vanno
solo provati, magari cercando di approfondire la conoscenza di questa
famiglia di produttori che sicuramente darà un valore aggiunto a
livello emozionale all’assaggio.

Chiudo facendo notare la
lungimiranza di chi oltre 15 anni fa acquistò un dominio destinato
ad essere il miglior “lotto” sul quale edificare la propria
azienda online: www.verdicchio.it… 

Sono davvero avanti questi Socci! 
F.S.R.

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