La Famiglia Massucco – Fra interessanti e moderne prove d’autore e grande tradizione

Oggi, cassimi #winelovers oggi vi porto con me a Castagnito (CN), dove troveremo una Cantina che mi ha piacevolmente colpito per la sua produzione di qualità e per la sua storia.

La famiglia Massucco fa risalire le sue origini alla seconda metà del 1700, mentre nel 1863 nasce Nonno Silvestro, fondatore della cantina.

E’ nel 1908, però, che l’azienda compie un reale e concreto balzo in avanti, con la nascita di Giuseppe, infatti, trova un tenace ed
esperto agricoltore, che col merito di essere fedele alla terra, ha
avuto la lungimiranza di prevedere una moderna azienda specializzata
nella cultura delle viti. Per tutta la vita ha svolto il suo lavoro con
impegno intenso, con l’amore di un padre verso la sua creatura
prediletta, con al fianco la moglie Evelina, figlia della stessa terra,
prezioso riferimento per tutta la sua famiglia, composta dai due figli
maschi Armando e Celeste e le figlie Teresina e Rosella.

I due figli Armando e Celeste con le loro famiglie, si occuperanno poi della
conduzione dell’azienda, della coltivazione della terra e della
vinificazione delle uve dei vigneti di proprietà
La continuità dell’azienda è oggi rappresentata dai figli di Armando:

Loris e Roberto che hanno creduto nell’azienda e in essa stanno
attivamente e proficuamente operando, con la stessa passione e lo stesso rispetto di chi li ha preceduti, ma una rinnovata spinta verso il futuro.

Quando si vive in una famiglia numericamente grande come quella di
Massucco,  gli equilibri sono fondamentali,  il rispetto e l’ascolto 
rendono i rapporti unici ed è palese che ci troviamo di fronte ad una realtà in tutto e per tutto a conduzione familiare, che ha visto il succedersi di figli e nipoti, con una continua voglia e necessità di tramandare non solo tradizioni, ma anche spirito di innovazione, quello stesso spirito senza il quale Nonno Silvestro non avrebbe dato il via ad un’Azienda davvero completa.

Figli e nipoti, sin da piccolissimi, vengono educati in vigna e dalla vigna, imparando tecniche, ma  anche e soprattutto il rispetto per la Natura, con i suoi ritmi, le sue esigenze e tutto ciò che sa donare in cambio delle attenzioni che solo l’uomo della terra sa dare.
Il territorio del Roero ha vissuto nelle ultime decadi un’evoluzione davvero importante, della quale cantine come quella della Famiglia Massucco, hanno saputo far tesoro, cavalcando questa pulsione verso il miglioramento e contribuendo sensibilmente a rendere il proprio terroir unico per caratteristiche e vocazione.

…Ma quando parliamo di Vini?!? So che lo state pensando ed ora arriva la parte che più apprezzate dei miei articoli, ovvero le mie sensazioni riguardo i Vini che ho avuto modo di assaggiare per questa particolare Azienda:

Il Sole dei Tempi: un vino unico nel suo genere, che vede l’Arneis, classico vitigno autoctono, incontrare la sua versione passita. Un vino, a mio parere da bere da solo, ma non da soli, magari come aperitivo, ma ancor meglio seduti di fronte ad un bellissimo tramonto, lasciando, appunto, che il sole tramonti di fronte a voi, ma resti nel vostro calice, dato il colore splendente di questo nettare. Il naso è elegante e fresco, con accenni di mango e frutto della passione, ananas nel finale. Secco, sì…ma la differenza la fa il passito, che conferisce a questo Vino un ritorno morbido, dolce e suadente. 
Solo 8.000 bottiglie per un Vino che non rappresenta un mero esercizio di stile, bensì una scelta, che può far storcere il naso a qualche purista, ma che, scommetto, una volta nel bicchiere ed ancor più in bocca, mette tutti d’accordo. Un’espressione nuova e moderna di un vitigno storico piemontese. Armonia, passione e quel tocco di immancabile dolcezza che rende tutto molto più piacevole e meno volgare! Hey, sto parlando di Vino!!!

 (il sesto lo tengo per me!)



La Luna dei Tempi: anche per la versione “Dark” del vino sopracitato, siamo di fronte ad una prova d’autore, che vede l’interpretazione di un vitigno tradizionale come la Barbera, anche qui con l’aggiunta del proprio passito.
Il colore è granato, di quelli veri ed appena lo si porta al naso si sentono subito forti le note varietali del Barbera, mai eccessive, con la frutta rossa matura che la fa da padrona.
In bocca è impossibile non notare subito la morbidezza dei tannin, che educati dai 6 mesi di affinamento in barrique conferiscono un’avvolgenza davvero piacevole. Il gusto è rotondo, fresco ed anche se sfocia nel vinoso, cosa che solitamente non amo particolarmente, a mio parere, con il giusto piatto in abbinamento (ad esempio con l’utilizzo del tartufo), può dare buonissime soddisfazioni.
Anche per questo Vino la produzione è minima, ovvero soltanto 8.000 bottiglie, ma sono certo che ne troverete qualche bottiglia da assaggiare. Vino dalle ottime prospettive.




TerrAmore: veniamo a quello che è stato per me l’incontro di due delle mie terre vitivinicole preferite e di due vitigni che concorrono ad emozionarmi ogni volta che stappo una bottiglia di Barolo o Barbaresco, oltre ovviamente all’Amarone. Si…Amarone! Non sono diventato matto! Il TerrAmore è un blend di Nebbiolo e Corvina, proprio quella coltivata nel veronese che concorre unitamente a Corvinone e Rondinella (ed in alcuni casi ad altri vitigni coltivati nella zona) alla creazione del grande Amarone della Valpolicella.
Un rischio? Forse… ma questi Massucco sanno davvero il fatto loro in quanto ad equilibrio, tanto che in un incontro così particolare, ritroviamo davvero l’Amore per la Terra ed una passione che inizia dal colore, rubino intenso, ma non eccessivamente, in quanto il Nebbiolo ci fa credere di poter penetrare con lo sguardo all’interno di questo armonioso connubio, per poi trovare la Corvina ad impedirci di andare oltre, per mantenerne la giusta intimità.
Il naso è delicato, floreale e fruttato, ma è in bocca che da il meglio di sè, con i tannini del nebbiolo tenuti dolcemente a bada dal carattere più educato della Corvina ed una leggera speziatura che rende il sorso molto più accattivante. Se la volontà era quella di ricercare armonia, missione compiuta ancora una volta dal Team Massucco!

Vi riporto un estratto dalla controetichetta, in quanto contribuirà sicuramente a farvi apprezzare la natura di questo Vino:

“Un vino è la nostra terra prestigioso e ricco di valori tradizionali.

L’altro vino è la terra di amore e passione: insieme danno origine a un’emozione, una armonia che riscalda il cuore.”

Roero docg (2011): Nebbiolo per il 95% e Arneis Roero per il 5%, per un vino dal colore classico del nebbiolo, con un naso fruttato, con un leggero accenno di fiori secchi. Buon corpo e buona beva. Il tannino ancora vivace, mi fa pensare che questo 2011 poteva maturare tranquillamente qualche millimetro di polvere e ragnatele in cantina e dare grande soddisfazione.
Un vino che definirei classico, in una selezione, quella dei Massucco in cui la tradizione, porta sempre con sè slancio e creatività.

Roero Arneis docg (2013): un bianco della tradizione, che non si smentisce neanche in questa interpretazione della Cantina Massucco, Il colore giallo paglierino leggero, è tipico dell’Arneis che mi stupisce sempre per i suoi profumi di gelsomino, pesca, mela ed una nota quasi tostata di frutta secca. In bocca è minerale, ben strutturato e dal buon nerbo acido con una buona conferma del naso ed un immancabile retrogusto tra l’amandorlato e l’amaro.

Barbera d’Alba  doc “Serra” (2010): Barbera in tutto e per tutto, con il suo proverbiale rosso cardinale ed un naso pieno, ma non eccessivo, con stimolanti note di mora, ribes, amarena e finale speziato di pepe e cannella.  Il sorso è secco, dall’acidità ben bilanciata, con un corpo importante ed una nota vanigliata che al naso non avevo personalmente notato, ma che ritrovo ottimamente in bocca.

Fedele espressione del territorio!


Tirando le “somme”, posso asserire che per quanto concerne i primi 3 vini presi in considerazione, ovvero quelli che possono erroneamente sembrare ai più degli “esperimenti”, parliamo di grandi intuizioni che, oltre a saper a modo loro destare i sensi, hanno suscitato in me discrete emozioni, primo fra tutti il Sole dei Tempi, del quale credo custodirò per molto molto tempo la magia.
Riguardo al seconda “triade”, invece, troviamo la conferma che questa Cantina non sia solo improntata verso prove d’autore che possono accattivare il mercato, come “spaventarlo” in taluni casi, bensì sa esprimersi anche nella sua territorialità e tradizione ad ottimi livelli, con eleganza, armonia e senza mai sfociare negli eccessi o nella scarsa qualità.
Una produzione davvero contenuta, per Vini che vale la pena assaggiare.


Inoltre l’azienda gestisce anche un ottimo ristorante del quale vi segnalo il sito: http://www.levigneeifalo.com/.

Media di 5,5 
 per questa Cantina che sa davvero come emozionare!




Wine is sharing!

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