Il Nobile di Montepulciano e gli altri Vini di Palazzo Vecchio dall’anteprima a casa mia

Proprio nello scorso weekend si è tenuta a Montepulciano l’attesissima Anteprima del Nobile, quindi non potevo che cogliere la palla al balzo e parlare di una delle aziende Poliziane che mi ha colpito di più nell’ultimo anno: Palazzo Vecchio.
Una storia che parte da lontano, in quanto l’attuale Palazzo Vecchio rappresentava il nucleo principale di quella che nel 1300 era la Fattoria di Valiano e di cui ne vanta l’eredità e la storia.
Intervistando per Voi il titolare dell’azienda, Marco Sbernadori, Designer e grande appassionato di sport, ma, soprattutto, abile ed appassionato vignaiolo, ho potuto fare un vero e proprio viaggio, se pur breve, nella storia della DOCG del Vino Nobile di Montepulciano. Storia della quale vi voglio riportare un estratto, citando le testuali parole dello stesso Marco Sbernadori:
“Essendo affacciata sulla Val di Chiana posizione di confine tra lo Stato Pontificio e il Gran Ducato di Toscana Palazzo Vecchio è stato testimone di grandi eventi storici tra cui la bonifica della valle ,una grandiosa opera ingegneristica e idraulica , di cui si occuparono fin dal 500 prima Leonardo Da Vinci e poi Antonio da Sangallo , che avrà inizio nel 1788 e si concluderà dopo quasi novant’anni su progetto di Vittorio Fossombroni e su commissione del Granduca Leopoldo I di Lorena consapevole che la Valle una volta risanate sarebbe risultata, con ragione, la zona più fertile e ricca della Toscana. Ed è proprio in questa zona, di terre forti e argillose, che viene prodotto il Vino Nobile di Montepulciano uno dei grandi DOCG italiani che per estensione dei suoi vigneti è la più piccola delle denominazioni toscane.
Estesa su un territorio tra Valiano e Gabbiano viene donata dai Marchesi Ridolfi nel 1552 allo Spedale degli Innocenti di Firenze. Nel tempo molti terreni vengono ceduti e nel 1837 la proprietà viene acquistata da Nicola Vegni ed è qui che il figlio Angelo realizzerà L’Istituto delle Capezzine famosa scuola per lo studio delle attività agricole. Agli inizi degli anni 60 l’istituto vende alcuni terreni e casali ed una parte ,quella del nucleo centrale della Fattoria di Valiano, viene acquistata dal Conte Riccardo Zorzi.”
Torniamo al presente ed all’Azienda Palazzo Vecchio, che dopo aver vissuto i fasti dei tempi che furono, come vero e proprio fulcro e cuore pulsante dell’antica Fattoria di Valiano, nel 1982, grazie all’intuito ed alla passione, nonché lo spirito imprenditoriale, di Marco Sbernadori e Sandra Zorzi, inizia la sua nuova vita, con un accurata fase di ristrutturazione, compresa quella della cantina, con un contemporaneo reimpianto delle vigne, che porta Palazzo Vecchio a produrre nel 1990 la sua prima annata di Vino Nobile di Montepulciano.
Ciò che traspare dall’atteggiamento positivo e consapevole di Marco e del suo staff e che, non vi nego, si palesa in ogni sorso dei Vini di Palazzo Vecchio, è una grande sicurezza riguardante il percorso intrapreso e gli obiettivi che si vogliono raggiungere. Questa sicurezza ha fatto evolvere l’azienda ed i propri prodotti negli ultimi anni fino ad ottenere una qualità tale da non poter più passare inosservata.
Vini che sono frutto di esperienze, di incontri, magari di scontri, ma soprattutto della capacità di tutto il team di Palazzo Vecchio di lavorare all’unisono, mirando ad una prospettiva collettivamente condivisa. Oltre a questi valori, ovviamente, primo fra tutti l’Amore indiscriminato ed incondizionato per la propria terra, una terra che va rispettata e dalla quale attingere, soprattutto, producendo vini che provengono quasi esclusivamente dai vitigni autoctoni della zona come il Sangiovese Grosso anche chiamato Prugnolo Gentile, il Canaiolo Nero e il Mammolo e che vede convivere in armonia le vecchie vigne, come quella del Bosco ha oltre sessant’anni, a nuovi moderni impianti appositamente studiati e progettati per ottimizzare l’incidenza del sole sui filari. Al Vino Nobile e alle sue tre declinazioni, la Selezione, la Riserva e quello d’annata, si aggiungono il Rosso di Montepulciano, il Vin Santo e altri vini tra cui il Rosso Cortona. Inoltre, solo nelle annate migliori viene prodotto, in un numero esiguo di bottiglie, il Terrarossa, selezione della casa, frutto di uve raccolte nella vigna del Bosco (oltre sessant’anni).
Un organigramma snello, ma che copre ogni comparto di una moderna azienda, quello di Palazzo vecchio, che vede nel perfetto “blend” fra l’esperienza e la conoscenza dei membri più maturi e la competenza e lo slancio verso un futuro di ampie prospettive delle nuove leve.
Questo connubio armonico fra tradizione e modernità si può ritrovare anche nei Vini che ho avuto modo di degustare che, come sempre, vi andrò a descrivere a modo mio:
Vino Rosso di Montepulciano Dogana DOC 2011: Prodotto con uve Sangiovese Grosso, anche detto Prugnolo Gentile 85%, Canaiolo Nero 10%, Mammolo 5% è un Rosso di Montepulciano che non ha nulla da invidiare ai cugini montalcinesi, a volte più ego…enocentrici e meno espressivi. In questo caso l’impatto olfattivo è quello che potremmo sentire passeggiando in un bosco per poi soffermarci a raccogliere qualche mora di rovo e qualche piccolo frutto rosso. Il Vino è giovane, ma ha già una sua ben definita personalità e l’affinamento in botte lo rende sicuramente più maturo e ne equilibra i tannini. Stupisce per la beva facile, ma soddisfacente e per la sua lunghezza.
Vino Nobile di Montepulciano Maestro DOCG 2010: prodotto esattamente con le stesse uve del Rosso, questo Nobile identifica a pieno la filosofia aziendale e l’armonica convivenza fra passato, presente e futuro. Sentori di mora e viola lasciano spazio a leggere note speziate e di legno, grazie ai 24 mesi di botte in Rovere francese. Un Vino di buona struttura, che in bocca risulta avvolgente e di grande equilibrio fra morbidezza e durezza. Un Nobile spontaneo e sincero, privo di stonature.

Vino Nobile di Montepulciano Riserva DOCG 2008: al rosso rubino si aggiunge in questo caso il “nobile” riflesso granato, frutto dei 36 mesi di affinamento in botte e dei 6 mesi in Bottiglia. Una lunga attesa, che oltre a nobilitarne l’aspetto ne nobilita di certo gli aromi che vedono le note di frutti di bosco arricchirsi di una netta speziatura sostenuta da una nota boisè davvero ben integrata. Siamo di fronte all’elevazione del Maestro, che spicca per classe e finezza gustative e si svolge in una piacevole armonia che sembra non voler terminare mai. Questa Riserva è davvero degna di nota e vi “sfido” a dire il contrario.

Se fino a pochi anni fa Palazzo Vecchio era l’azienda di nicchia conosciuta e riconosciuta per la qualità dei propri prodotti, ma chiusa entro i confini di una produzione limitata e mirata, oggi quest’azienda ha già avuto modo di dimostrare con il lavoro, la passione e la tenacia la propria capacità di produrre Vini di ottimo livello in una terra in cui la, se pur lealissima, concorrenza è davvero tanta.
Inoltre, ci tengo a sottolineare che proprio ieri, molti amici che hanno partecipato all’anteprima del Nobile di Montepulciano ed hanno avuto modo di assaggiare i Vini di Palazzo Vecchio, sono rimasti piacevolmente colpiti da questa Cantina, quindi non vi resta che fare lo stesso e di farmi sapere che ne pensate! 😉


F.S.R.
#WineIsSharing!

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