Tra i Vini italiani più venduti e battuti al prezzo più alto figurano come sempre i mitici toscani Masseto, Sassicaia e Solaia, oltre all’Amarone di Quintarelli ed i preziosi Vini piemontesi di Angelo Gaja, Bruno Giacosa e Conterno.
L’Italia è arrivata “tardi” nel mondo del collezionismo, ma si sta facendo valere al suono del martelletto del banditore d’asta e se pur a noi comuni mortali interessi relativamente poco di queste episodiche vendite da capogiro, purtroppo e per fortuna è anche grazie a questo tipo di risultati e di visibilità che l’intero comparto del Vino italiano può avvicinarsi in termini di reputazione a quello francese che, da sempre, ha saputo giocare le sue carte nel modo migliore in questa sorta di “borsa del Vino”.
Ormai è palese che da anni la qualità dei Vini italiani sia giunta a livelli che ci pone, almeno a mio modesto parere, sul tetto del mondo per un’infinita serie di motivi, ma soprattutto per la varietà di etichette e denominazioni che siamo riusciti a portare in auge, cosa che alcuni criticano come eccessiva e dispersiva, ma che in realtà è ciò che ci ha permesso di emergere e che ci darò modo di regalare al mondo Vini irripetibili altrove.
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