Nella “culla del rinascimento e del Vino” dove affondano nobili radici e radici di nobili Viti

La Toscana, ormai lo sapete, è la mia seconda terra… come dico scherzosamente agli amici, potevo scegliere di farmi 7 anni in Tibet, ma quando ho saputo che lì non c’era il Vino ho preferito trascorrerli in Toscana!
Faccio questa premessa perché è proprio in Toscana che vi porterò oggi, più precisamente nella DOCG Chianti Rufina, una zona ricca di Storia, Arte ed ovviamente grande tradizione enologica.

L’azienda che ho deciso di prendere a riferimento di un territorio così particolare ed importante è la
Tenuta Bossi, e l’ho fatto perché oltre ad essere situata nel cuore
del Chianti Rufina, racchiude nella sua storia l’essenza di ciò che sin dal XVII secolo, per l’enologia, e da ancor prima per eventi storici e capolavori artistici, rende unica la “culla del Rinascimento”.

La Tenuta Bossi, con i suoi 315 ettari, di cui 18 a vigneti, oliveti e boschi, appartiene dal 1592 ai Gondi, antica
famiglia fiorentina di cui si hanno notizie fin dal XIII secolo.
Secondo la tradizione, i Gondi
discendono dalla Consorteria dei Filippi, che Dante, nella Divina
Commedia, pone nel XVI canto del Paradiso e annovera fra i più
antichi abitanti di Firenze…mica male!
Braccio Filippi fu investito nel 787
della carica di Cavaliere da Carlo Magno. Lo stemma Gondi presenta un
braccio che impugna una mazza d’arme, che sovrasta lo stemma, vero
e proprio, con due mazze d’arme a croce di Sant’Andrea con sotto
il cartiglio che reca il motto di famiglia “non sine labore”.  Lo
stemma ricorda quindi le loro origini guerriere. Alle origini
guerriere i Gondi, nei secoli, hanno aggiunto molteplici esperienze:
sono stati commercianti della seta, consiglieri, banchieri e
soprattutto agricoltori ed è proprio quest’ultima pratica che ha permesso alle loro nobili origini di essere trasmesse negli altrettanto “nobili” Vini che possiamo degustare.

La villa di Bossi, come la conosciamo ora, è frutto di un restauro di fine ‘800, voluto dalla giovane vedova di Francesco Gondi, Maria de la Bruierre,
una nobile francese, che non ambientandosi molto bene nella Firenze
dell’epoca, preferì passare molto tempo nella villa di campagna,
insieme ai due figli Carlo e Maddalena. Ella, oltre a ampliare la
villa, ampliò le cantine costruendo una grande stanza, sotto il
giardino, attrezzata per le vinificazioni. Fece inoltre interrare, in
parte, la cantina per avere una temperatura più stabile sia
d’inverno che d’estate.
Con molta lungimiranza, assunse due operai
della Borgogna, dando nuovo slancio alla produzione
vitivinicola, a tal punto che portò i suoi Vini all’Expo di Parigi
del 1889, che senza nulla togliere alla prossima EXPO di Milano è, probabilmente, l’Esposizione universale più famosa di tutti i tempi, avendo dato i natali alla meravigliosa Tour Eiffel.

Nei 19 ha. di vigneto vengono raccolte
tra settembre e ottobre, manualmente e con particolare cura le uve,
che vengono vinificate nelle cantine che si trovano nel sottosuolo
della Villa; qui i vini rossi, dopo una idonea maturazione nelle
numerevoli botti di rovere ed in barriques, si affinano in bottiglia.
La filosofia dell’azienda è proprio
il mantenimento dell’ambiente secolare e delle sue tradizioni di
alta qualità, cosa che non posso che apprezzare!
Attualmente, Bernardo Gondi, opera cercando un perfetto equilibrio fra un’imprescindibile tradizione e le più moderne tecniche di vinificazione, producendo interessanti Rossi Chianti Rufina insieme a nuove tipologie
di Vini creati dalla sua passione. Con l’inserimento negli ultimi
30 anni di vitigni alloctoni, ha creato due Super Tuscan come il
“Ser Amerigo” ed il “Mazzaferrata”, oltre ad il bianco
“Sassobianco” ed il rosè “ Violana”; con la conservazione di
alcune vecchie vigne, ripiantando colorino di provenienza aziendale e
nuovi cloni di Sangiovese ha fatto crescere la qualità del Chianti
Rufina
, ora prodotto in tre differenti tipologie ed ha continuato la
produzione di un Vin Santo di particolare pregio il “Cardinal de
Retz”, che in futuro non mancherò di assaggiare per Voi…e per me!
Ora, però, voglio parlarvi dei 3 Vini che ho avuto modo di degustare:

Villa Bossi 2010 Chianti Rufina DOCG (Riserva): Con un uvaggio di Sangiovese, Colorino
e Cabernet Sauvignon ((80%-10%-10%) questo Vino riesce ad elevare il
Chianti Rufina ad un livello davvero importante, in particolare al
naso, in cui si presenta di grande impatto, con in evidenza piccoli frutti rossi
e neri ed un mazzetto di viole, per finire con una speziatura terziaria, che definirei sensuale che rende il Villa Bossi un piacevole intrigo di sensazioni olfattive.
L’uso del legno è ponderato ed a mio
parere molto bilanciato e lo si nota dal tannino bello rotondo, ma
comunque presente, come si compete ad un Chianti, che brilla per
verticalità e dinamica.

Mazzaferrata 2008 Rosso Colli Toscana Centrale IGT (Cabernet Sauvignon in purezza): un Vino che non mi aspettavo dal frutto così intenso, maturo e piacevole, ma che, anche in questo caso, elogia la maestria di questa Cantina nell’oculato utilizzo del legno con le sue note speziate, che virano, in questo caso, in favore della dolcezza della vaniglia, della cannella e del cioccolato, con un bouquet che si completa in freschezza con note balsamiche ed agrumate. Terreni e clima hanno contribuito all’assenza della nota “verde” del Cabernet Sauvignon, che a me, in tutta onestà, non manca affatto in questo Vino, dato l’armonia raggiunta!
In bocca è intenso, energico e vibrante! Di buona freschezza e struttura importante che ne evidenziano un grande potenziale di invecchiamento! Un Vino “bono bono” sin da ora, che sono certo mi stupirà tra qualche anno!

Ser Amerigo 2007 Rosso Colli Toscana Centrale IGT (Sangiovese 40% Colorino 20% Merlot 40%): un Super Tuscan che abbina alla classica potenza del genere un’eleganza davvero raffinata…nobile forse è il termini che più si confà a questo Vino. Il naso è di rara complessità, ma mai eccessivo. Piacevole e dolce è il frutto, stuzzicante la speziatura, che sembra voler racchiude in sè le note dei due Vini descritti in precedenza. In bocca si conferma elegante e fine come i suoi tannini, ma allo stesso tempo mostra una forte personalità con il suo caldo e pieno frutto e la sua minerale salinità. Se avevo definito il Villa Bossi “sensuale”, questo è un Vino da “9 settimane e 1/2” per intenderci! 

Di certo alla Tenuta Bossi la modernità non è entrata in modo dirompente in Cantina, bensì si è saputa integrare a pieno con una sempre più attenta cura della materia prima, con l’esigenza di portare avanti vinificazioni che vedano la costanza presenza dell’uomo e con un equilibrato utilizzo del legno,.
Questo bilanciamento fra tecnica e tradizione permette la produzione di Vini davvero particolari e di grande identità, che sappiano, al contempo, delineare e proseguire una storia tradizione.

alla cantina
Non sono uno di quelli che si fa incantare dalla storia, perché, non mi stancherò mai di dirvi che è il Vino poi a parlare, ma in questo caso specifico l'”effetto sorpresa” che c’è fra le nobili radici dell’azienda e l’umiltà e la dedizione al lavoro (non per altro il loro motto è da sempre “non sine labore”) si ripercuote in maniera vitale ed apprezzabilissima in ogni calice di questi interessanti Vini che vi ho consigliato davvero con grande piacere e trasporto!
F.S.R.
Wine is sharing!

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