Continua il mio viaggio enoico alla scoperta dei “Vini Veri” e puri, ai quali, come già detto, non pongo limitazioni in termini di certificazioni e quant’altro possa produrre preconcetti in positivo o in negativo, in quanto valuto ed apprezzo il loro essere “Veri” nella loro capacità di mostrarmi singolarità, identità e personalità non omologate e di nicchia ed ovviamente di suscitare in me emozioni pure.Questo è il caso dei Vini del progetto “Wine Without Sulfites” ideato dal management dell’azienda agricola Villa Lupara, basato sulla convinzione che il Vino possa rispettare parametri salutistici fino ad ora opinati e mantenere le sue peculiarità senza l’addizione di prodotti chimico-enologici. Questi Vini, il Puro Black (Merlot) ed il Puro White (Falanghina) hanno rappresentato un’innovazione tale da diventare oggetto
di studi universitari nel settore “Farmacologico”, il quale ne ha
esaltato la struttura nutrizionale ad elevata valenza nutraceutica.
Il Puro è un Vino prodotto da uve
biologiche vinificate con sapienti ed innovative tecniche enologiche
che prevedono, in primo luogo, l’assoluta assenza di solfiti in
tutte le fasi della lavorazione.
Grazie alle fermentazioni a temperature
controllate, le particolari geometrie dei fermentini ed il perfetto
controllo dell’ossigeno in fase fermentativa e di affinamento, si è
riusciti a salvaguardare tutto quello che la natura ha concesso all’uva, un frutto ricco di componenti fenoliche ad alta valenza
salutistica.
Seguendo questa metodologia si è riusciti a produrre Vini di impensabile longevità, senza utilizzo di solfiti. Vini capaci di preservare, nonostante le convinzioni convenzionali, profumi e sapori varietali ed identità territoriale.
Mi permetto di aprire una piccola parentesi riguardo la “naturalità dei Vini, in quanto, per intenderci, fare Vini Bio e naturali in maniera moderna e più consapevole è possibile e non è sempre il Vino più “grezzo” e rispettoso delle antiche tradizioni vitivinicole quello più degno di essere chiamato “naturale”. Chiusa “parentesi”!
Come ho avuto modo di dire più volte e come la maggior parte di Voi sa, la certificazione
biologica comunitaria vigente dal 2012, impone delle regole sin troppo blande per quanto concerne l’utilizzo del solfiti, soprattutto rispetto all’Italia, che vede nelle soglie limite un livello in cui rientrano la maggior parte dei produttori convenzionali già da tempo.
La giustificazione comunitaria è stata
data dal fatto che la Germania ed il Lussemburgo non avrebbero potuto
fare vini biologici se non aiutati dall’utilizzo di determinate
sostanze e alte quantità di solfiti!!! Bah…la butto lì…non forse sarebbe il caso di creare soglie ad hoc per ogni nazione o delle tabelle che possano tener conto dei vari parametri pedoclimatici ed ampeleografici tali da dare soglie più coerenti con ciò che sono le reali possibilità di quel terroir e di quel vitigno in termini di abbassamento delle quote di solfiti?
Fondamentalmente, un buon Vino
biologico è ancora un vino di nicchia, soprattutto in annate come
quella passata in cui le raccolte biologiche sono state veramente
povere, ed è proprio per questo che le grandi cantine non possono
rischiare di perdere fette di mercato per problemi verificatisi in
fase di raccolta.
La mission dell’Azienda Agricola Villa Lupara è quella di riuscire a produrre un Vino che riesca sempre di più a soddisfare
palati esigenti mantenendo la sua naturalità ed eliminando nella loro totalità prodotti enologici da ogni fase della vinificazione.
Per quanto riguarda i Vini io ho avuto modo di provare il Puro White in due annate differenti, ma egualmente interessanti ed espressive:
Puro White 2011 Falanghina 100% Bio (Senza Solfiti): non vi nego che qualche dubbio l’ho avuto, prima di stappare questa 2011, di un bianco prodotto da uve che sappiamo possano mostrare il loro meglio anche a 4/5 anni di “vita”, ma che nella maggior parte dei casi “necessita” qualche aiutino per mantenere la propria contraddittoria “pulizia” nel tempo. Invece…beh… nel calice si presenta già molto meno torbido di quanto ci si possa aspettare da un Vino naturale come questo, ma è al naso che ci si rende conto dell’eccezionale risultato ottenuto dal team di Villa Lupara nel mantenere integri i profumi varietali ed in particolare la banana e mela che sfumano in fresche note floreali fini ed eleganti.
In bocca troviamo una Falanghina in splendida forma,fresco e gradevolmente salino, che dimostra addirittura di non temere la possibilità di essere dimenticata in cantina per qualche mese ancora. Nessun accenno di ossidazione, profumi integri, gusto puro e persino il colore non ha cenni di cedimento. Un progetto davvero degno di essere apprezzato e condiviso se questo ne è il risultato!
Puro White 2013 Falanghina 100% Bio (Senza Solfiti): ammetto che appena versato nel calice, in comparazione alla 2011 ero un po’ perplesso… porto il calice al naso e resto per un attimo a chiedermi se quelle note passite potessero derivare da un accenno di premox (preossidazione/ossidazione prematura), ma poi assaggio ed il Vino aveva un’armonia in bocca da non permettere dubbi, si trattava di una vendemmia tardiva! Mi informo e confermo! L’Azienda ha optato, nella massima libertà di cui gode questo progetto, di effettuare in questa particolare annata una vendemmia più tarda in modo da permettere alle uve di arrivare in Cantina leggermente surmature e di conferire al Vino caratteristiche inaspettate. Per assurdo, quest’annata sembra voler giocare con le convinzioni e le sensazioni del degustatore, che alla cieca troverebbe tutto della Falanghina, ma magari potrebbe spingersi più in là con l’annata. Fermi tutti…questo non vuol dire che questo Vino non possa invecchiare, anzi, tutt’altro! Significa solamente, che parliamo di due Vini simili nell’espressione varietale, ma differenti nello stile, pur mantenendo entrambi una condivisa eleganza e grande piacevolezza. Ovviamente in questo caso troveremo meno mineralità in favore di un frutto più suadente, bilanciato e retto benissimo da una notevole freschezza.
Vini da conoscere, da provare e da capire quelli del progetto “Wine Without Sulfites” di Villa Lupara, che a prescindere dal gusto soggettivo e dalle opinioni ancor più personali riguardo certificazione biologica ed utilizzo della solforosa, lanciano un segnale importante, dimostrando qualcosa che in tanti asserivano essere impossibile, ovvero la produzione di Vini “bevibili” senza l’ausilio di prodotti enologici ed in particolare di solfiti.
Io, come sempre, vi riporto pari pari la realtà dei fatti, inserendo nella descrizione di una filosofia e di un progetto il mio parere riguardo i Vini degustati, ma ci tengo a precisare che le mie impressioni prescindono le scelte dell’azienda, anche se, come in questo caso, apprezzo e condivido, in quanto se avessero prodotto un Vino non di mio gradimento avrei evitato di condividere con Voi. Quindi, ancora una volta, il Vino deve essere buono e se ci riesce mantenendo intatte le sue “naturali” peculiarità ben venga!
F.S.R.
Wine is sharing!
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