Lo dice il nome stesso, parliamo di Vini provenienti da territori vulcanici o di origine vulcanica di ogni parte d’Italia, Sardegna, Sicilia, Campania, Toscana, Umbria, Lazio e Veneto. Nello specifico parliamo degli areali di Soave, Lessini Durello, Gambellara,
Colli Euganei, Bianco Di Pitigliano E Sovana, Orvieto, Tuscia, Veio,
Terre Etrusco Romane, Frascati, Zagarolo, Olevano Romano, Sardegna,
Campi Flegrei, Ischia, Basilicata, Vesuvio, Eolie, Etna.
Nel mio giro di degustazioni ad Orvieto ho potuto conoscere nuove realtà e ritrovare “vecchie” conoscenze ed ammetto di essere stato piacevolmente colpito dal livello medio dei Vini, anche per quanto riguarda Cantine ed etichette “minori”, ma vorrei segnalarvi in maniera estemporanea gli assaggi che mi hanno emozionato.
Inizierò con il Soave:
Motto Piane Doc Soave 2013 – Fattori (Doc Soave): davvero un Vino vulcanico, di grande mineralità e bevibilità. Già bello maturo, sia al naso che in bocca, dove le note di legno grande si percepiscono appena e vanno ad accentuare note di mandorla secca, quasi tostata e frutta candita. Lungo!
Corte Giacobbe 2014 – Cantina dal Cero (Doc Soave): fruttato, fresco, molto coerente con le note varietali al naso, che si confermano con grande armonia in bocca. Vino gastronomico!
Monte Sella 2012 – Le Mandolare (Soave Classico): un po’ di legno anche in questo classico, che a mio parere manifesta a pieno le potenzialità del Soave, mantenendo intatte le note varietali fresche di fiori bianchi e cedro, ma spingendosi oltre, con delicati accenni di miele e caramello. In bocca l’entrata è piena, intensa ed il finale amandorlato è davvero durevole e godevole.
Auge 2012 – Villa Canestrari (Soave Superiore Riserva): davvero un Vino distintivo, con un utilizzo del taglio (Chardonnay) e del legno, a dir poco oculato. Frutta, spezie e note balsamiche di tengono per mano e fanno un bel “girotondo” che termina con tutti giù nel sorso, che arriva pieno, fresco, ma già sulla via dell’evoluzione, che fa pensare ad un Vino da tenere qualche annetto in Cantina senza timori per arrivare al suo apice.
Lessini Durello:
Durello Superiore 2008 – Sandro De Bruno (Monti Lessini Doc Durello Superiore): tutti i Vini di quest’azienda sono davvero interessanti, ma per assurdo avevo avuto modo di assaggiare il Metodo Classico ottenuto dalle uve Durella, ma non questo bianco fermo capace di evolvere lentamente e di arrivare in grande spolvero con quest’annata 2008. Un Vino che nonostante mi fosse stato servito praticamente “brinato” ha il carattere per tirar fuori un naso di rara bellezza, con la pera a farla da padrona, ma c’è spazio anche per menta e sensazioni minerali che rievocano i grandi Riesling.
In bocca è un signor Vino, spavaldo ed instancabile.
Toscana/Pitigliano:
Matan 2012 – La Biagiola (IGT Toscana Bianco): un Vino figlio della “terra”, che sa di storia e di Natura. Uno dei pochi assaggiati avendo l’opportunità di scambiare quattro chiacchiere con il produttore (in questo caso la produttrice), cosa che indubbiamente rappresenta per un curioso chiacchierone come me un valore aggiunto. Vermentino e Viognier per una spremuta di spontaneaità. dalle erbe ai fiori, nulla che faccia pensare al vezzo umano, bensì all’espressione viva e vegeta-tiva di Madre Natura. In bocca… bello bello! Minerale quanto basta, ma soprattutto, originale e mai noioso! Ci piace!
La Maliosa 2013 (IGT Bianco Toscana): dei tre Procanico che ho avuto modo di assaggiare in questa occasione è risultato essere il trait d’union fra Vini convenzionali e Naturali, pur essendo un Naturale a tutti gli effetti! Colore tipico dei fermentati sulle bucce, ma naso pulito, privo di alcuna stonatura da “puzze e puzzette”, i 6 mesi in botte grande donano note davvero intense di miele di castagno, oltre alla mela cotogna ed a ricordi di spezie orientali. In bocca sono spiazzato dal suo equilibrio, che, come mi dice il produttore (i produttori che ho conosciuto erano praticamente tutti vicini), è fatto di attenzione maniacale in vigna, al fine di portare in Cantina uve sanissime che possano esprimere senza alcun intervento invasivo dell’uomo il loro cammino verso il calice. L’enologo c’è e è da oscar, in quanto ha saputo lavorare sulla pulizia e lo stile, nella creazione di un Vino Vero a prescindere da certificazioni (che ha) e dalla mera filosofia naturale. Questo è un Vino piacevole al naso e davvero coerente ed armonico in bocca.
Orvieto/Lago di Corbara:
Luigi & Giovanna 2012 – Barberani (Doc Orvieto Classico Superiore): una delle grandi riconferme della manifestazione, dato che questo Vini ho avuto modo di assaggiarlo anche nella precedente annata e che conosco bene tutta la linea dell’azienda Barberani, che non delude mai in quanto ad equilibrio e stile e fra consapevolezza tecnica e naturalità. Vini belli, puliti e privi di sbavature, pur avendo un’originalità spiccata, che mi permetterebbero di riconoscere questo Luigi & Giovanna fra mille, con le sue classiche note varietali del grechetto arricchite degli armoni peculiari della Muffa Nobile. Un Vino che gioca a stuzzicare l’avventore, con il suo naso delicato ed il suo sorso intenso, equamente sapido, per poi stenderti col finale infinito di mandorla.
Solideo di Salviano 2012 – Titignano (Lago di Corbara Doc): Cabernet Sauvignon con un 1/5 di Merlot, che stupisce per la croccantezza del frutto ed intriga con la pre-terziarizzazione speziata e tostata dovuta all’affinamento in legno. Bocca intensa, suadente, dal tannino muscoloso, ma non eccessivamente burbero. Vino da Cantina!
Lazio/Tuscia:
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