DestinazioneVino inizia dai vigneti e dai vini delle Marche

Avevo un sogno, condiviso, immagino da moltissimi di voi! Quel sogno era girare l’Italia attraverso le più disparate realtà enoiche presenti sul territorio e quel sogno ora sembra aver preso vita grazie al progetto DestinazioneVino, partito solo 3 giorni fa dalle mie Marche.

Grazie al supporto delle Cantine che, attraverso la loro ospitalità ed il loro contributo, ma soprattutto alla loro sincera fiducia, DestinazioneVino ha potuto prendere forma e vita in tempi davvero brevissimi. Un contributo, quello delle Cantine, che ha reso possibile un approccio diverso a quello che, perché no, poteva essere un semplice viaggio, permettendo a me ed al mio compagno di viaggio Fausto di poter ingaggiare un videomaker davvero bravo e preparato, come Paolo Strologo, di sostenere in parte le spese di produzione e di poter creare un simbolo come la VinoMobile, che ci accompagnerà in giro per l’Italia del Vino.


L’idea di raccontare dinamiche, realtà, filosofie completamente differenti, ma non sempre divergenti, in quanto a volte possano risultare, addirittura, confluenti, è ciò che, a mio parere, possa dare a tutti voi lettori del mio WineBlog ed a tutti coloro che seguiranno le clip video e scaricheranno il Diario di viaggio che pubblicheremo alla fine del viaggio, un quadro generale della viticoltura italiana e delle possibilità/sfaccettature che essa presenta, senza fare discriminazioni di sorta e mettendo da parte, per un attimo, più o meno sterili diatribe e, persino, le proprie opinioni personali. Mostrare in quanti modi si possa interpretare il Vino e quante personalità diverse appartengono a chi il Vino lo fa, non è stato facile e non lo sarà di certo, ma è qualcosa che abbiamo voluto in quanto permette l’assenza di copioni, di scalette, di pacchetti preconfezionati o standardizzati nell’evoluzione del progetto, che nasce libero e sta crescendo ancor più incondizionatamente. Il fine è semplice, ma non così scontato, in quanto non si tratta solo di una individuale condivisione di sensazioni ed emozioni, ma ancor più di dare qualche mezzo e qualche informazione extra riguardo le Cantine visitate e le culture esplorate, in modo tale da permettere ad ognuno di Noi di farsi una propria idea – io stesso sono il primo ad essere pronto a cambiare punti di vista ed a ridefinire le mie opinioni.
La partenza dalle mie Marche è stata davvero interessante ed è passata attraverso realtà completamente differenti, ma che, a loro modo, hanno fatto, fanno e faranno la storia della viticoltura regionale e non solo.

  • Partendo da Montecappone, con il suo proprietario Gianluca Mirizzi, dalle idee chiare e dalla grande competenza che spazia dalle dinamiche commerciali all’enologia più approfondita, nonché ad una conoscenza del territorio, che per un romano trapiantato a Jesi non era poi così auspicabile. Azienda nella quale non si smette mai di sperimentare, di andare oltre i preconcetti e di mettere al centro di tutto il risultato. Vini convenzionali? Nella sua accezione più positiva del termine, sicuramente sì, ma l’apertura mentale di questa Cantina l’ho ritrovata nel vedere più di una sperimentazione per quanto riguarda lieviti indigeni, nonché nella volontà di coltivare e curare le proprie preziose viti in maniera sempre più attenta e sostenibile;
  • passando per una cooperativa di Matelica, la più antica, Aenopolis (ex Enopolio che nei tempi del fascismo vedeva un conferimento forzoso delle uve) che ha vissuto momenti bui, ma che ora sta rinascendo, anche grazie a nuove generazioni di viticoltori pieni di idee, che credono nella cooperazione in quanto mezzo per crescere insieme in una difficile, ma possibile unità d’intenti e non come sinonimo di mera quantità o implacabili divergenze. La visita da Aenopolis ci ha permesso di entrare in contatto passato e futuro, parlando con ragazzi di 29 anni e vedendo alternarsi soci di oltre 80 anni, sentendo storie di grande fascino ed emozionandoci di fronte all’evoluzione di un piccolo paese intorno al Vino, ancor prima dell’azienda stessa;
  • per poi arrivare a Garofoli, l’azienda più antica, probabilmente tra le prime ad imbottigliare in Italia, capace di fare qualità nonostante gli importanti numeri e di perseguire una filosofia di viticoltura con impatti sempre meno importanti ed una gestione completamente familiare che non può non stupire a livello umano. Un piacere ritrovare la cara Daria, un mito ed un esempio per me e per chi crede nell’inarrestabile forza di volontà che l’animo umano può e sa avere. Bellissimo ritrovarsi a parlare di Arte, in bottaia, con la giovane, ma preparatissima Caterina, che vede, come me, un connubio naturale fra ogni forma d’Arte espressiva e l’Arte di fare Vino. Un’esperienza da ricordare per sempre, quella di aver fatto quattro (forse otto! :-p ) chiacchiere nei vigneti all’interno del suggestivo parco del Conero, con il grande Carlo Garofoli, colonna portante dell’azienda, che vorrei descrivere con le parole di un piccolo produttore, che mi ha fatto comprendere quanto quest’uomo sia rispettato come persona e come viticoltore: “Carletto è un esempio per tutti noi che facciamo vino nelle Marche, in quanto pur essendo l’enologo di un’azienda così grande, non ha mai perso il contatto con la Natura, il suo Amore semplice ed umile per la terra”;
  • il viaggio è continuato a Fontezoppa, dove la capacità di imprendere della famiglia Ambrosi, passa dalla terra, ad altri settori, per poi tornare alla terra ed al Vino, con una passione ed un entusiasmo a dir poco contagiosi ed una serie di progetti enoici davvero coraggiosi, che stanno dando vita, non solo a grandi Vini, bensì ad un rilancio di un territorio meno conosciuto e meno considerato come quello del maceratese con la sua Vernaccia Nera e la mitica Ribona di cui vi parlerò nei prossimi giorni in maniera più approfondita. Il tutto con una viticoltura ormai biologica, ma a prescindere dalla certificazioni, di grande attenzione e consapevolezza. Esperienza che mi ha toccato e dopo mesi, inaspettatamente – non lo nego – mi ha portato a commuovermi per un assaggio;
  • la tre giorni marchigiana termina vicino casa, a due passi da dove sono nato e cresciuto, ovvero a Cingoli, dove siamo stati a trovare Serena Darini e la sua squadra dell’Az. Agr. Tenuta Musone (o Colognola se parliamo nello specifico della Cantina), che ci ha aperto le porte di un’azienda che definire “nuova” potrebbe risultare riduttivo e fuorviante e che quindi mi piacerebbe considerare di più come una realtà rinnovata nello spirito e nella filosofia, ora votata alla qualità ed a rese che da sole ne lasciano intuire l’attenzione e la premura nei confronti di ciò che si vuole arrivi nel bicchiere, ma che vanti una grande continuità per quanto riguardi terroir e presenza sul territorio, ma allo stesso tempi con una certa continuità riguardante la presenza sul territorio e la voglia di coinvolgere la comunità nelle attività aziendali, nonché, ovviamente nei terroir che circondano la Cantina e rappresentano un indissolubile trait d’union fra la tradizione ed il futuro di questa pulitissima azienda vitivinicola;
  • in fine, una delle mie piccole grandi aziende del cuore, dove la sana follia incontra sempre il brillante e coraggioso genio e la semplicità si sposa a pieno con l’eleganza, dal packaging al bicchiere. Parlo, ovviamente, dell’Azienda Vitivinicola Socci, capace di donare a noi winelovers espressioni di Verdicchio sempre pronte a stupire ed affascinare, grazie ad una posizione privilegiata e ad una voglia di far fermentare insieme ai mosti anche le proprie idee e le proprie emozioni, dando vita sempre e comunque a risultati unici ed originali.
Come avrete intuito ho deciso di dare meno spazio al Vino in quanto ad assaggi, poiché vorrei lasciare qualcosa di non detto alla pubblicazione del libro e suscitare la vostra curiosità… altrimenti che cavolo lo leggerete a fare?!?
La cosa di cui ho avuto conferma, però, la devo condividere con voi e riguarda il livello della qualità della produzione vitivinicola marchigiana, che, se pur dovremo approfondire con almeno altre 4 aziende da visitare in una successiva tappa di DestinazioneVino, ci ha già regalato assaggi di grande piacevolezza, ma soprattutto uno spettro di possibilità, date da vitigni e terroir, ma anche dalle personalità e le filosofie dei produttori stessi, davvero impressionante.


Se chi ben comincia è a metà dell’opera, credo che questo viaggio potrà rappresentare, davvero, una delle più grandi ed intense esperienze della mia vita e spero davvero di riuscire a coinvolgervi ed a trasmettervi tutto ciò che vi occorra per decidere, in maniera completamente soggettiva ed individuale, quale sia la vostra idea di Vino o, magari, tutto ciò che vi occorra per ampliare il vostro range di tolleranza, dando ad ogni produttore e quindi ad ogni Vino almeno una chance, quella dell’assaggio.
Uno “special thanks” a Marika Socci che, entusiasmata dal progetto DestinazioneVino, oltre a partecipare con la propria azienda, ha voluto prendere parte ad alcune tappe del tour guardando il mondo del Vino attraverso l’obiettivo della propria fotocamera e scattando foto a tratti addirittura commoventi per la sensibilità espressa in ognuna di esse! Grazie! Sei speciale!
Ovviaemnte, non vedo l’ora di poter condividere le prime clip video sul nostro canale youtube DV Channel! Stay Tuned! 😉


F.S.R.
#WineIsSharing
#DestinazioneVino

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