Marche Land of Wine – Integrazioni ai 3 bicchieri

Giorni di strane e, spero, beneauguranti congiunzioni astrali, in cui vedo le Marche ovunque, dalle puntate di LineaVerde beccate grazie ad una segnalazione su facebook in cui si parla dell’Incrocio Bruni alla tappa del programma di Chef Rubio nell’ascolano, per passare poi, ovviamente, alla partenza del progetto DestinazioneVino, proprio dalla mia terra natìa. A questi sincronismi si sono aggiunte le anteprime dei 3 bicchieri del Gambero Rosso, che sanno di riconferma per molti produttori che stimo e sui quali Vini non ho nulla da obiettare, ma che vedono tante assenze che, sicuramente rappresentano nicchie altrettanto meritevoli delle luci della ribalta.

Quindi, come fatto per le altre regioni, sempre nel massimo rispetto del Gambero, che ha premiato grandi aziende e Vini di livello assoluto, faccio qualche integrazione che a mio parere, non sfigurerebbe affatto accanto agli importanti nomi meritevoli del massimo riconoscimento della guida rossa.


Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva DOC Pietrone Bonci

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC Gaiospino Fattoria Coroncino
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva DOC Serra Fiorese Garofoli
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC Deserto – Az. Vitiv. Socci
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC Marika – Az. Vitiv. Socci
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva DOC San Paolo Pievalta
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva DOC Utopia – Montecappone
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC la Rincrocca – La Staffa
Terre Silvate Marche IGT bianco – La Distesa
Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Superiore DOC Cipriani – Tenuta San Marcello
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Spumante (Metodo Classico) Darini – Colognola
Verdicchio di Matelica DOC San Vito – Lamelia (Aenopolis)
Guerriero Bianco Marche IGT (Bianchello 100%) – Az. Agr. Guerrieri
Crespaia Bianco Bianchello del Metauro DOC – Crespaia
Ribona Colli Maceratesi DOC – Fontezoppa
Rosso Piceno DOC Tenuta Pongelli – Villa Bucci
Rosso Conero Riserva DOC Grosso Agontano – Garofoli
Tabano Marche IGT Rosso – Montecappone
Rosso Offida DOC Ludi – Velenosi
Marche IGT Cab. Sauv. Akronte – Boccadigabbia
Marche IGT Sangiovese Mariné – Fontezoppa
Orano Sangiovese – Maria Pia Castelli
Incrocio Bruni 54 Marche IGT – Terracruda
Mariasole Lacrima di Morro d’Alba DOC – Mario Lucchetti
Marche Rosso IGT  Primo Delia – Centanni
Metodo Classico Rosé da uve Vernaccia Nera – Fontezoppa
Verdicchio dei Castelli di Jesi DOC Passito Cingolum – Colognola
Vino da uve Stramature Ara Murata – Terracruda
Lacrima di Morro d’Alba DOC Passito Re Sole – Mancinelli
Lacrima di Morro d’Alba DOC Passito – Mario Lucchetti

Molti dei Vini consigliati ho avuto modo di assaggiarli proprio negli ultimi giorni grazie alle prime tappe di DestinazioneVino, ma io, per quanto concerne il Vino della mia terra d’origine sono davvero di parte, quindi mi rimetto a Voi ed ai vostri assaggi nella speranza che tra questi suggerimenti troviate il Vostro Vino o i vostri Vini. Di certo, le Marche, dimostrano ancora una volta una qualità media che per quanto concerne i bianchi non ha eguali in Italia e che per i Rossi assume connotazioni più complesse, ma riesce a raggiungere picchi di estremo valore.
Ci tengo a sottolineare che ho voluto citare appositamente vitigni meno conosciuti come la Ribona, l’Incrocio Bruni 54, il Bianchello e la Vernaccia Nera (sulla quale sto facendo una ricerca che spero mi permetta di dedicare ad essa ed alle sue omonime un intero pezzo di approfondimento) in quanto parti integranti e fondamentali della viticoltura marchigiana e della tradizione locale.
Se il Verdicchio resta il bianco “più premiato” e, probabilmente, quello più duttile in assoluto dimostrandosi abile nella produzione di bollicine, vini fermi più pronti e da lunghi affinamenti, nonché passiti e muffati, il Rosso Piceno ed il Rosso Conero hanno ancora bisogno di trovare la quadratura del cerchio, per il raggiungimento di un standard sempre più elevato, che è possibilissimo, ma per il quale, probabilmente ci vorrà ancora qualche anno (eccezioni a parte).
Se pur a primo acchito potrebbe far storcere il naso, in particolare ai puristi degli autoctoni, il fatto che ci sia un fermento di IGT sia non solo da vitigni autoctoni, appunto, ma anche da varietali internazionali, per di più con ottimi risultati, a mio parere è sinonimo della conferma di quanto le Marche siano dotate di terroir importanti e variegati, in grado di dar luogo a piccole magie, come casi in cui un vitigno ostico come il Pinot Nero da vita a risultati inaspettatamente d’eccellenza.
Non ho inserito tra le mie integrazioni il Mirum de La Monacesca in quanto sono certo che sarà uno di quei Vini ai quali gioverà più l’assenza fra i 3 bicchieri che una mia citazione, ma è palese che sia degno di nota e che consiglio a tutti di assaggiarlo.
Che altro dire, se non che le Marche vanno visitate e vissute, ma anche e soprattutto assaggiate, ma ripeto… io sono di parte!;-)


F.S.R.

#WineIsSharing

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