In questo periodo sento parlare più che mai di territorio: un territorio da custodire; un territorio da veicolare; un territorio da gustare. Tante parole, tanti voli pindarici destinati a restare, spesso, improduttivi ed è per questo che, da par mio, ho iniziato ad approfondire alcuni argomenti capaci di dare una visione più ampia di ciò che possa rappresentare il connubio Vino-Territorio. L’ho fatto partendo dall’enoturismo e più genericamente dal turismo enogastronomico, di certo il modo più diretto ed eloquente per veicolare un territorio Italia-Italia ed Italia-estero.
Non avendo una reale preparazione in merito al turismo del Vino ho deciso di tirare in ballo chi di certo ne sappia più di me, iniziando con Filippo Magnani.
Filippo ha 43 anni e nel 1999 ha creato
Fufluns, Wine & Gourmet Tours in Tuscany, una agenzia pionieristica per quei tempi. Si è
laureato in Economia e Management dei Servizi Turistici presso
l’Università degli Studi di Firenze prima di iniziare a lavorare
nel campo del turismo negli USA, in Gran Bretagna, Germania, Francia,
Italia e Spagna per alcune importanti organizzazioni turistiche come
Club Med, Westin Hotels, Relais and Chateaux, Kempinski Hotels.
Fufluns, Wine & Gourmet Tours in Tuscany, una agenzia pionieristica per quei tempi. Si è
laureato in Economia e Management dei Servizi Turistici presso
l’Università degli Studi di Firenze prima di iniziare a lavorare
nel campo del turismo negli USA, in Gran Bretagna, Germania, Francia,
Italia e Spagna per alcune importanti organizzazioni turistiche come
Club Med, Westin Hotels, Relais and Chateaux, Kempinski Hotels.
Nel 2001 e nel 2002 ha frequentato
corsi di degustazione presso Le Conseil Interprofessionnel du Vin de
Bordeaux, e nel 2006 ha ottenuto il diploma 4° livello presso il
Wines & Spirit Education Trust of London.
corsi di degustazione presso Le Conseil Interprofessionnel du Vin de
Bordeaux, e nel 2006 ha ottenuto il diploma 4° livello presso il
Wines & Spirit Education Trust of London.
Filippo è membro
FIJEV (International Federation of Wine & Spirit Journalists &
Writers) ed anche del CWW (Circle of Wine Writers UK) attualmente
scrive come freelance per Corriere Vinicolo e Wine Meridian. Parla correttamente inglese, tedesco e
francese.
FIJEV (International Federation of Wine & Spirit Journalists &
Writers) ed anche del CWW (Circle of Wine Writers UK) attualmente
scrive come freelance per Corriere Vinicolo e Wine Meridian. Parla correttamente inglese, tedesco e
francese.
Ed io aggiungerei… scusate se è poco! Diciamo che ho scelto bene a chi aprire le porte del mio Wine Blog e nell’ottica di una visione il più professionale ed incondizionata possibile, che io non sarei stato capace di dare, ho optato per una semplice, ma esaustiva, intervista, che sono convinto possa aiutare i winelovers a farsi un’idea più concreta dell’importanza del turismo del Vino e, soprattutto, i produttori a comprendere quanto ancora ci sia da fare in tal senso.
– Cosa ne pensi dell’attuale gestione del
turismo del Vino in Italia?
turismo del Vino in Italia?
Già da diversi anni è in atto
un’evoluzione nel comparto del turismo del vino, con delle
notevoli possibilità di sviluppo durevole nel tempo. Questo proprio
grazie alle caratteristiche di integrità ed autenticità derivanti
dallo stretto rapporto con il territorio e con il tipo di attività
produttiva che ne è alla base.
un’evoluzione nel comparto del turismo del vino, con delle
notevoli possibilità di sviluppo durevole nel tempo. Questo proprio
grazie alle caratteristiche di integrità ed autenticità derivanti
dallo stretto rapporto con il territorio e con il tipo di attività
produttiva che ne è alla base.
– Quant’è forte l’appeal dell’Italia
all’estero in quanto meta di turismo enogastronomico e quanto
potrebbe esserlo di più?
all’estero in quanto meta di turismo enogastronomico e quanto
potrebbe esserlo di più?
L’enoturismo, nato come fenomeno di
nicchia, è divenuto oggi un genere di turismo ormai consolidato con
grandi potenzialità. E’ vero che l’immenso patrimonio
enogastronomico del nostro paese costituisce di per sé, al pari di
quello storico-artistico, una forma di attrazione che contribuisce ad
ampliare e variegare la scelta del turismo per cultura con grandi
benefici sul nostro PIL.
nicchia, è divenuto oggi un genere di turismo ormai consolidato con
grandi potenzialità. E’ vero che l’immenso patrimonio
enogastronomico del nostro paese costituisce di per sé, al pari di
quello storico-artistico, una forma di attrazione che contribuisce ad
ampliare e variegare la scelta del turismo per cultura con grandi
benefici sul nostro PIL.
Quello che rende l’Italia ,
soprattutto all’estero, esclusiva ed attraente come tutti sanno è il suo “Life Style“ e questo concetto include: moda, arte,
prodotti di lusso, bellezze naturali, naturalmente wine and food, ma
anche il nostro modo di vivere. La cosa più bella che mi capita di
realizzare stando a contatto con una clientela di alta fascia, è il
fatto che apprezzano il ristorante stellato, la cantina famosa, la
boutique, ma soprattutto la nostra “PIAZZA”. Le piazze dei
piccoli borghi dove si scambiano “relazioni sociali”, e non “social”, tra le
persone… Questa è la vera Italia!
soprattutto all’estero, esclusiva ed attraente come tutti sanno è il suo “Life Style“ e questo concetto include: moda, arte,
prodotti di lusso, bellezze naturali, naturalmente wine and food, ma
anche il nostro modo di vivere. La cosa più bella che mi capita di
realizzare stando a contatto con una clientela di alta fascia, è il
fatto che apprezzano il ristorante stellato, la cantina famosa, la
boutique, ma soprattutto la nostra “PIAZZA”. Le piazze dei
piccoli borghi dove si scambiano “relazioni sociali”, e non “social”, tra le
persone… Questa è la vera Italia!
Debolezze
Di contro, la vasta diversità dei
territori e delle tipicità enogastronomiche regionali, sono
difficili da promuovere. I turisti del vino sono sempre di più e
sempre più diversificati soprattutto per le motivazioni che li
muovono e per le esigenze che li caratterizzano.
territori e delle tipicità enogastronomiche regionali, sono
difficili da promuovere. I turisti del vino sono sempre di più e
sempre più diversificati soprattutto per le motivazioni che li
muovono e per le esigenze che li caratterizzano.
A fronte degli enoturisti per caso, che
si accontentano di un’esperienza in cantina spesso senza richiedere
a chi li accoglie o li accompagna particolari conoscenze, c’è una
crescente domanda di turismo enologico da parte di veri e propri
appassionati (viaggiatori gourmand, wine collectors e foody
travelers) e di esperti di settore (enologi, ristoratori, produttori,
giornalisti e wine bloggers) che al contrario dei primi, richiedono un’organizzazione
curata nei minimi particolari ed una conoscenza dettagliata sui vini,
sulle tecniche di produzione, sulle aziende, sul mercato vitivinicolo
e sulle caratteristiche enogastronomiche di un certo territorio. In
considerazione della principale motivazione alla base del turismo del
vino: una vera e propria “sperimentazione del territorio”, è
ancora più evidente l’importanza del canale di distribuzione
turistica con soggetti, agenzie/tour operators, altamente preparati e
professionali capaci di captare la domanda turistica in modo adeguato
ed in grado di veicolare in modo propriamente integrato l’offerta
del territorio. Agli effetti in Italia ad oggi, è tutt’altro che
scontato “fare” turismo del vino in modo non improvvisato.
si accontentano di un’esperienza in cantina spesso senza richiedere
a chi li accoglie o li accompagna particolari conoscenze, c’è una
crescente domanda di turismo enologico da parte di veri e propri
appassionati (viaggiatori gourmand, wine collectors e foody
travelers) e di esperti di settore (enologi, ristoratori, produttori,
giornalisti e wine bloggers) che al contrario dei primi, richiedono un’organizzazione
curata nei minimi particolari ed una conoscenza dettagliata sui vini,
sulle tecniche di produzione, sulle aziende, sul mercato vitivinicolo
e sulle caratteristiche enogastronomiche di un certo territorio. In
considerazione della principale motivazione alla base del turismo del
vino: una vera e propria “sperimentazione del territorio”, è
ancora più evidente l’importanza del canale di distribuzione
turistica con soggetti, agenzie/tour operators, altamente preparati e
professionali capaci di captare la domanda turistica in modo adeguato
ed in grado di veicolare in modo propriamente integrato l’offerta
del territorio. Agli effetti in Italia ad oggi, è tutt’altro che
scontato “fare” turismo del vino in modo non improvvisato.
Purtroppo esistono alcuni gap da
coprire, quali:
coprire, quali:
-
Disorganizzazione del
settore turistico caratterizzato dalla disomogeneità gestionale dei
servizi e da un’eccessiva dispersione a livello istituzionale… pesa l’assenza di una regia che coordini attività e risorse; -
Manca un canale di distribuzione
dedicato ed esclusivo, ci sono molti soggetti che propongono
escursioni e pacchetti enogastronomici, ma non fanno questo come loro
primaria attività, li realizzano spesso in modo piuttosto
approssimativo solo perché “il settore tira”. Manca la
formazione per operare nel turismo e particolarmente in quello di
tipo specializzato. E’ fondamentale formare operatori turistici
capaci che conoscano le materie che trattano: turismo – enologia –
lingue – territorio. -
Difficoltà nella promozione e
comunicazione delle diverse caratteristiche territoriali e delle
tipicità enogastronomiche regionali.
– Quali sono le migliorie che
apporteresti?
Al fine di superare tale impasse, e
permettere una maggiore organizzazione e fruibilità di questa
tipologia di turismo, potrebbe essere interessante la creazione di
brand regionali (es: prodotto Toscana, prodotto Piemonte, prodotto
Sicilia ecc..) per promuove l’Italia enogastronomica e turistica in
modo chiaro, semplice ed efficace. E’ tuttavia fondamentale a
livello macro, istituzionale, una razionalizzazione e compattazione
degli enti coinvolti per un’adeguata erogazione delle risorse che
punti su specifici obiettivi e che favorisca possibilmente la
formazione di professionisti capaci di promuovere e vendere il
“territorio”.
permettere una maggiore organizzazione e fruibilità di questa
tipologia di turismo, potrebbe essere interessante la creazione di
brand regionali (es: prodotto Toscana, prodotto Piemonte, prodotto
Sicilia ecc..) per promuove l’Italia enogastronomica e turistica in
modo chiaro, semplice ed efficace. E’ tuttavia fondamentale a
livello macro, istituzionale, una razionalizzazione e compattazione
degli enti coinvolti per un’adeguata erogazione delle risorse che
punti su specifici obiettivi e che favorisca possibilmente la
formazione di professionisti capaci di promuovere e vendere il
“territorio”.
– Quali sono le 3 doti indispensabili per
una cantina che voglia fare dell’accoglienza un modo per fare
conoscere i propri Vini?
una cantina che voglia fare dell’accoglienza un modo per fare
conoscere i propri Vini?
In generale , sviluppare politiche di
marketing e promozione che includono l’accoglienza in cantina a
tutti i livelli di produzione del vino. Belle brochures, web site
accattivanti che parlano di esperienza in cantina e non di mera
visita guidata. Importante naturalmente è anche l’organizzazione
dell’accoglienza, cura deve essere data dalla visita dei vigneti,
zona lavorazione uve/fermentazione, barricaia/affinamento,
imbottigliamento, sala degustazione e vendita. Oltre all’ovvia, ma non sempre scontata, segnaletica aziendale
stradale.
marketing e promozione che includono l’accoglienza in cantina a
tutti i livelli di produzione del vino. Belle brochures, web site
accattivanti che parlano di esperienza in cantina e non di mera
visita guidata. Importante naturalmente è anche l’organizzazione
dell’accoglienza, cura deve essere data dalla visita dei vigneti,
zona lavorazione uve/fermentazione, barricaia/affinamento,
imbottigliamento, sala degustazione e vendita. Oltre all’ovvia, ma non sempre scontata, segnaletica aziendale
stradale.
Importante fare un distinguo in base alle dimensioni aziendali:
Piccola cantina 5000-30.000 bott:
famiglia proprietaria tutta pronta all’accoglienza, piccola ma
bella sala da degustazione, possibilità di pasti con la famiglia in
casa. Possibilità di organizzare pic nic durante il bel tempo.
Listino prezzi degustazione inclusivo di vecchie annate;
famiglia proprietaria tutta pronta all’accoglienza, piccola ma
bella sala da degustazione, possibilità di pasti con la famiglia in
casa. Possibilità di organizzare pic nic durante il bel tempo.
Listino prezzi degustazione inclusivo di vecchie annate;
Media 50.000 – 200.000 bott : sala
degustazione organizzata per pranzi, cene e cooking classes. Essere
bene organizzati per le spedizione internazionali private delle
bottiglie, acquistate in azienda dai visitatori, tramite corrieri
espressi. Un persona di riferimento specializzata all’accoglienza.
Enologo pronto ad accogliere gruppi di tecnici di settore.
degustazione organizzata per pranzi, cene e cooking classes. Essere
bene organizzati per le spedizione internazionali private delle
bottiglie, acquistate in azienda dai visitatori, tramite corrieri
espressi. Un persona di riferimento specializzata all’accoglienza.
Enologo pronto ad accogliere gruppi di tecnici di settore.
Grande 250.000 – 1.000.0000 bott :
team di addetti all’accoglienza ben strutturato, professionale e
gentile. Organizzazione e predisposizione con sale per eventi come
meeting aziendali, matrimoni e catering di grandi dimensioni 100-3000
persone . Possibilità di ristorante interno collegato alla cantina
con eventi sul food and wine mensili. Organizzazione di un “wine
club” per news sull’accoglienza ma anche spedizione privata di
bottiglie di vino. (anche se in Italia non siamo in usa il sistema
distributivo è diverso). Organizzazione di un wine resort con camere
da affittare.
team di addetti all’accoglienza ben strutturato, professionale e
gentile. Organizzazione e predisposizione con sale per eventi come
meeting aziendali, matrimoni e catering di grandi dimensioni 100-3000
persone . Possibilità di ristorante interno collegato alla cantina
con eventi sul food and wine mensili. Organizzazione di un “wine
club” per news sull’accoglienza ma anche spedizione privata di
bottiglie di vino. (anche se in Italia non siamo in usa il sistema
distributivo è diverso). Organizzazione di un wine resort con camere
da affittare.
Oggi ho dismesso i panni di winelover prettamente votato all’emozionalità del Vino, in quanto tra i miei più cari amici ormai figurano colleghi, appassionati, ma soprattutto produttori che vedo da tempo in difficoltà in merito a questo aspetto della comunicazione del Vino e del proprio territorio e sentir parlare sempre più spesso di quanto sia importante che nelle proprie bottiglie finisca anche il proprio contesto territoriale, ma vedere poi che non si fa molto per far sì che effettivamente questo accada, mi dispiace ed in alcuni casi, date le immense potenzialità sprecate, mi fa rabbia!
Filippo ha confermato molte mie considerazioni, ma ha anche approfondito aspetti che non avrei mai considerato e credo che le sue parole potrebbero e dovrebbero essere un buon punto di partenza se non direttamente un viatico per iniziare a cambiare le cose ed a far sì che la comunicazione del Vino e del Territorio non passi solo per il web e per gli eventi esterni, ma parta proprio da dove nasce tutto, la Cantina.
F.S.R.
#WineIsSharing
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