Hater, troll e critici nel mondo del Vino – Chi sono e come affrontarli?

Visto che sono sempre di più gli amici produttori e vignaioli che mi chiedono consigli e pareri sulla propria attività online, oggi vorrei parlarvi di un problema che attanaglia l’umanità nell’era del web e dei social e che sta affliggendo anche l’enosfera, seppur ancora in forma lieve, in confronto ad altri settori e contesti comunicativi.
Vi parlo, infatti, del lato oscuro del web e
dei social, quello che a giudicare da nomi e definizioni potrebbe
sembrare una sorta di racconto dell’orrore, piuttosto che un fantasy
riuscito male, mi riferisco agli : Hater, i Troll e tutti quei
critici ad oltranza e spara cattiverie a profusione di cui il web ed
i social pullulano.
Perché ve ne parlo? Beh, perché nel
mondo del Vino, seppur abbastanza in sordina, c’è un continuo
fermento di queste entità più o meno anonime e più o meno
influenti, che alla lunga potrebbero produrre non pochi danni
all’immagine della singola azienda (ma questo sta ai produttori
valutarlo) e del Vino più in generale. Non a caso, ciò che mi ha spinto a scrivere questo post è proprio l’aver notato in alcuni profili social di produttori l’azione di alcuni di questi individui o pseudotali.
hater troll vino
L’immagine è una citazione del libro di P. Ruffini sull’argomento
Con l’avvento dei social ed in un’era
in cui sono sempre di più le cantine ed i produttori che abbiano
deciso di essere presenti in essi con profili personali o pagine
aziendali la minaccia è sempre dietro l’angolo ed è fondamentale,
quanto meno, comprendere la natura di questa piaga ed agire o non
agire di conseguenza.
Partiamo dalle definizioni:

Gli Hater/s (enoici e non)

La traduzione letterale di hater è
odiatore
o colui che odia, anche se viene utilizzata prevalentemente
l’espressione inglese perché fa più figo, ma rischia anche di
risultare più leggera di ciò che effettivamente vuole identificare
e l’odio, diciamo, non è che sia proprio un sentimento da
sottovalutare!
L’hater è fondamentalmente una
persona che sparge odio ed incita all’odio in rete. L’hater odia
sui social, odia nei commenti ai blog, nei siti di recensioni, nei
siti web di testate giornalistiche ed ovunque ci sia spazio per
commenti. Un hater non ha quasi mai freni inibitori ed è capace di
cattiveria e violenza verbale fuori dal comune, questo grazie
all’anonimato possibile sul web o all’uso di pseudonimi, che cambiano
periodicamente. Spesso l’hater non smette la sua azione finché non
ottiene ciò che vuole, ovvero reazioni a catena che facciano cadere
la sua provocazione in un crogiuolo di cattiverie interposte e di
negatività che sembri alimentare se stessa. Altre volte, l’hater va,
si ferma per defecare i suoi inutili escrementi in un luogo virtuale,
poi se ne va se non ottiene reazioni adeguate. Uno dei potenziali
“perché” di questa attività è che, ovviamente, dietro un
hater ci sono spesso obiettivi di web marketing e quindi economici.
Nel mondo del Vino, potremmo definirlo Wine Hater (anche se non odi il Vino in quanto tale),  è colui che critica
a spada tratta posizioni relative ad una filosofia di pensiero e/o ad
un approccio enologico e/o vitivinicolo, vedi le diatribe fra vino
convenzionale e vino naturale. I peggiori, però, sono quelli che
giudicano nettamente il singolo Vino o l’azienda produttrice con
frasi del tipo “A me fa schifo!”, “Quella cantina è una
m….”.

Il Troll (del Vino e non)

Il Troll è un utente che ha come
propria mission solo quella di provocare, spesso senza neanche
interagire attivamente con gli altri utenti, se non apparentemente.
E’ privo di interesse reale nelle questioni commentate, ma si diverte
nel fomentare discussioni e, qualora ci sia a monte una dinamica di web marketing, gode del giovamento che questa attività può dare ad un
sito, piuttosto che ad un profilo social. Poi vi spiegherò il
perché.
Per quanto riguarda il Wine Troll, troverete
in molti profili, in diverse pagine ed in alcuni wineblog,
soprattutto stranieri, anche molto importanti, decine di commenti che
sembrano autoalimentarsi, in una sorta di partita di ping pong in cui
è palese che si sarebbe potuto chiudere il match previamente, ma la
volontà sia quella di andare ai vantaggi ad oltranza.

Il Critico (enoico e generalista)

Premetto che a differenza di haters e trolls, che sono notoriamente mossi da invidia, frustrazione, assenza di empatia, cattiveria o, da mere dinamiche di marketing, i critici possano ricadere in branche come quelle degli social o web influencers o essere addetti ai lavori, quindi mosse da uno spirito diverso e da fini più concretamente legati all’argomento di cui si tratti, il Vino nel nostro caso. Facebook, Instagram, Google Plus,
Twitter, blog o siti web sono l’oggetto della loro interessata caccia
all’errore possa esso essere un semplice refuso o l’uso improprio di
una terminologia tecnica. Sono, solitamente, individui del settore,
esperti o informati a tal punto da sentirsi in diritto di porre il
proprio veto, far sentire la propria critica o semplicemente porsi
con fare spocchioso e strafottente nei confronti di chi per
distrazione o per reale mancanza di conoscenza sbagli.
Il critico può servire a molto, ma
raramente è costruttivo, lui esiste, soprattutto, grazie al concetto
“tanti nemici tanto onore”. Si fa beffa dell’opinione
generalizzata, ma gode come un riccio nell’ottenere quei due o tre
minuti di gloria, indotti dall’appoggio di qualche critico a metà,
che non avrebbe mai avuto gli attributi per fare il primo passo, ma
corre sul carro del critico alfa appena ce ne sia l’opportunità. Tra
i critici, c’è anche il critico costruttivo e che Dio ce ne mandi a
vagoni, in quanto funge da stimolo reale e può portare la dialettica
social a livelli più interessanti e produttivi per comunicatori,
winelovers e produttori, in quanto a Vino.
Enoicamente parlando largo alle
critiche costruttive, quindi, ma attenzione a chi per mestiere,
passione o diletto si alzi la mattina con il solo obiettivo di
“andare a criticare” e non di certo col trattore in tangenziale,
ma con in mano il cellulare! La cosa positiva dell’critico in generale e del critico enoico nello specifico? E’
egocentrico e vanesio, quindi non userà mai uno pseudonimo e non
sarà mai anonimo, quindi questo ne conterrà (a parte rari casi) gli
eccessi, che nei casi di haters e trolls sono spesso oltre i limiti
della legge, per quanto lacunose e poco pragmatiche siano le
normative che regolino le dinamiche del web.
Addirittura c’è chi consigli ai produttori di ingaggiare non tanto diatribe, ma conversazioni pubbliche con i critici, ma io sono dubbioso a riguardo e personalmente non lo apprezzerei.

Passiamo, però, al perché queste
entità dovrebbero impiegare il proprio tempo ad attaccare persone
che spesso neanche conoscono o aziende per le quali, spesso, non
nutrono un odio reale, ma hanno solo la sfortuna di trovarsi nel
“posto sbagliato al momento sbagliato”.
I motivi possono essere molteplici e
non è quasi mai semplice individuarli, ma in settori di nicchia come
quello del Vino non è poi così impossibile rendersi conto di chi
stia attuando un’azione volta alla mera distruzione o chi invece
abbia secondi fini, quali l’aumento di interazione in un profilo
social o l’effetto cascata nei commenti di un blog/sito.
Spesso, nel secondo caso, troverete più
troll o haters
alternarsi fra loro, potreste trovare un hater che
scagli la prima pietra e uno o più troll (a volte rappresentati
dallo stesso individuo) che raccolgano la “pietra” al balzo per
dare il via ad una conversazione basata sul nulla, che però potrebbe
tirar dentro molti follower di quel profilo o molti lettori di quel
blog.

Nel mio blog o nei miei profili,
nonostante potrebbero giovare alle dinamiche di popolarità ed ai
numeri in termini di visite e visualizzazioni, non troverete mai
questo tipo di azione in quanto ho limitato quanto possibile tutto
ciò che potesse dare adito a questo tipo di attività, ma qualora ne
troviate traccia vi prego di segnalarmelo. 

Ora… se sconfiggere una piaga del
genere possa risultate impresa improba, di certo ci sono vari modi di
porsi nei confronti delle loro azioni, che vanno interpretare secondo
la vostra sensibilità rispetto all’attività in questione.

Ban/blocco
e cancellazione (per haters e troll)

Cancellare commenti e/o bloccare i loro
profili può risultate la soluzione meno dispendiosa in termini di
tempo e la più efficace nel breve periodo. Di certo consigliabile se
si tratti di un “attacco” estemporaneo e privo di un fondamento
che possa far pensare ad un potenziale accanimento contro di voi. Il
contro è che l’hater potrebbe tornare all’attacco più infervorato
di prima, proprio perché offeso dal ban, ovvero vi metterete un
bersaglio addosso e l’hater ama giocare al tiro al bersaglio, anche
se sia campione olimpico di “do’ coglio coglio”.

Non ti curar di loro, ma guarda e
passa…

Ignorare commenti e non alimentare
discussioni pubbliche può essere la miglior scelta, là dove la
discussioni non abbiano già coinvolto troppi utenti e lettori. La
cosa più assurda, ma positiva, in questo caso, dei social è che la
capacità di resettare per chi ci segue realmente e chi vuole altro
piuttosto che partecipare ad un pubblico ludibrio è pressoché
istantanea.


Rispondere pubblicamente o privatamente

Scegliere di agire pubblicamente può
essere la scelta migliore, se si vanti una proprietà di linguaggio
ed una consapevolezza di contenuti in quel determinato contesto.
Attenzione a non commettere l’errore di essere troppo sicuri di sé
ed ancor più attenti a non diventare a vostra volta hater o troll di
voi stessi, il confine è molto labile.
Rispondere all’odio con altro odio non
può che farvi male, in quel campo loro sono sicuramente più
preparati, freddi e efficaci. Giocatevi la carta della competenza e
del sorriso, non c’è cosa che faccia incazzare di più un odiatore
della vostra serenità. Le persone che leggeranno ci metteranno poco
a capire chi sia nel torto.
In casi estremi potete pensare di
contattare l’utente in privato, ma io ve lo sconsiglio, mi è
successo ed ha solo peggiorato le cose, specie se dall’altra parte
trovi persone instabili o, ancor peggio, individui pagati per creare
zizzagna.


Si, perché, dovete sapere che
esistono dinamiche del web e dei social network che tengono conto
“positivamente” dell’attività, l’interazione e quello che in
gergo si chiama “engagement” di ogni azienda, influencer o
profilo privato: numero di commenti (indipendentemente dalla loro
natura), risposte alle proprie attività (indipendentemente dalla
loro natura), popolarità dei propri profili (indipendentemente dalla
loro natura).

Se su instagram nascono profili pieni
di foto di ragazze semi-nude, spesso inconsapevoli di avere un
profilo, o addirittura pagine che raccolgano i repost di profili di
modelle o ragazzine sprovvedute in cerca dei loro 15 millesimi di
secondo di celebrità, solo per raggiungere una quota di followers e
likes da poter poi rivendere ad aziende che li trasformeranno in
pagine aziendali cancellando tutto ciò che sia stato fatto sino a
quell’istante, ma mantenendo i dati di quel profilo, su facebook la
cosa sarebbe più complessa e l’odio paga più della… va beh, ci
siamo capiti!
Comunque attenti agli hater ed i troll
anche su instagram, in quanto questo social sta dicentando sempre più
importante anche in Italia e più una cosa diventa importante più
arrivano gli avvoltoi volarci ed a farci i loro bisogni sopra.

Consigli da Wine Blogger

Il mio consiglio? Cercate di mantenere
la calma, siate superiori, ma non spocchiosi e soprattutto non
porgete l’altra guancia, bensì continuate a guardare il “nemico”
negli occhi, cercando di comprenderne la natura ed eventuali punti
deboli. Limitatevi alla minima interazione nel caso non optaste per
il silenzio e opponetevi solo se certi al 100% della veridicità
delle vostre affermazioni… ricordate che, specie nel mondo del
Vino, c’è un mondo di opinioni, dinamiche e questioni fondate sulla
soggettività che sono l’ambiente perfetto dove veder prolificare
questo tipo di parassiti del web.
Per fortuna, se in argomenti più ampi e agevoli al qualunquismo come la politica e lo spettacolo gli haters ed i troll siano in grado di fare il bello ed il cattivo tempo, nell’enosfera la situazione è molto più contenuta e contenibile, ma credo sia fondamentale comprendere alcune dinamiche e non lasciarsi sopraffare dall’odio e la cattiveria diffusi, specie se fini a se stessi. Il Vino è prima di qualsiasi altra cosa RISPETTO e credo che in questo termine sia racchiudo il principio fondamentale di ogni azione sia essa attuata nella vita reale o nel mondo virtuale, che poi… ormai… tutta ‘sta differenza non c’è!
Alcuni, anche amici, sostengono che io predichi troppo il buonismo, in un momento storico-sociale-culturale in cui i media andrebbero utilizzare per cambiare le cose anche attraverso la dialettica spinta ed io comprendo in parte questa posizione, ma credo anche che odiare sia la cosa più semplice del mondo e che fregarsene dei danni fatti o potenziali che una nostra azione sul web possa produrre sia ancor più semplice ed io penso che se esista un minimo di Karma la positività possa produrre solo altra positività… ed il Vino non può che essere un simbolo di questa positività.

F.S.R.
#WineIsSharing

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