La Cantina Fiegl – Vini di famiglia ad Oslavia, il giardino del Collio

Siamo in Friuli, più precisamente sulle colline di Oslavia piccola frazione di Gorizia che, con 180 anime e 7
azinde vinicole, vede praticamente ogni immerso nel mondo del Vino.
Oslavia è una terra di confine ed un
crocevia di ben 6 importanti zone vitivinicole, ovvero Collio, Brda,
Friuli Isonzo, Vipavska Dolina, Carso e Kras
, ma è anche un luogo
dalla grande identità e specificità, date da condizioni
pedoclimatiche uniche al mondo.
cantina fiegl oslavia
Una zona di produzione ostica, che fa
di questa difficoltà veicolo di qualità e personalità.
Le radici delle temerarie viti
impiantate in quel di Oslavia affondano nella Ponca, terreno tipico,
composto da una marna di origine eocenica, frutto di stratificazioni
millenarie, ricche di sali e microelementi che conferiscono al vino
una specifica e inconfondibile connotazione di profonda mineralità.
La vicinanza del mare (meno di 20km in linea d’aria), la presenza
alle spalle delle catene montuose delle Alpi Carniche a nord e
delle Alpi Slovene a Nord, Nord-Est, assicura inverni miti e piovosi, mentre la Bora, che fa spesso
capolino a Oslavia, mantiene sani i vigneti, portando via parte
dell’umidità, molto, presente in questa zona.
ponca terreno collio vigne
Faccio questa, doverosa, premessa perché è in
questo angolo di Friuli che è nata la Famiglia di cui vi parlerò
oggi e con essa la Cantina della quale condividerò le mie
impressioni enoiche. Parlo della famiglia Fiegl e dell’omonima
cantina, che sin dal 1782 produce vino a Oslavia, quando Valentino
Fiegl acquistò la prima vigna poggiata su queste suggestive colline.
Se è vero che il vino fa, da sempre,
parte di questa famiglia, è solo con l’avvento dei fratelli Rinaldo,
Giuseppe e Alessio che l’azienda sia avvia ad una produzione di
qualità che la porterà ad essere una delle più rappresentative del
Collio, pur rimanendo una produzione di nicchia.
Grazie agli insegnamenti dello zio
materno Silvestro Primosic, nel 1992, l’azienda Fiegl per come la
conosciamo ora prende corpo, fino ad arrivare ad un ulteriore
iniezione di forza, competenza, ma soprattutto passione familiare,
avvenuta una decina di anni fa con l’entrata in azienda dei giovani
Martin, Matej e Robert, ognuno fresco fresco di studi nel proprio
specifico campo enoico.
Oggi l’azienda conta 32ha ed i vitigni
allevati sono, ovviamente, l’immancabile Ribolla Gialla, simbolo di questo
territorio, la Malvasia Istriana, il Friulano, ma anche Sauvignon e
Pinot Grigio
per i bianchi, mentre nei rossi il Merlot è il varietale
dal quale la famiglia Fieglj ed i suoi vigneti hanno avuto il miglior
riscontro.
Io sono giunto a conoscenza di questa
realtà a conduzione familiare da sempre e dei suoi vini rispettosi
grazie a Matej che, prima ancora che avessi modo di assaggiare i vini
prodotti dalla sua cantina, mi impressionò per il viscerale legame
con questo territorio.
Divertente ed esaustivo un aneddoto
legato alla sua infanzia ed alla sua famiglia, che ha voluto
condividere con me e che vi riporto perché credo sia il modo
migliore per farvelo apprezzare a pieno senza rischiare di
parafrasare qualche passaggio:

Avevamo un pò meno di dieci
anni, quando il nonno fece festa all’ultima gallina
del nostro pollaio. Dopo una
riqualificazione, ci ritrovammo con uno spazio tutto dedicato a noi 
bambini. Io e Robert, decidemmo così
di produrre il nostro vino. E così facemmo. In una vigna di 
Merlot vicino alla cantina c’erano
in mezzo, delle viti di Malvsia e di Tocai Friulano. In vendemmia era
molto facile distinguere l’uva bianca da quella nera. Il primo anno
di produzione, con un torchietto “souvenir” vinificammo la prima
damigiana da 25 litri. Incredibile ma vero, riuscimmo anche a vendere
il vino… a mia nonna materna!
Con i soldi ottenuti dalla
compravendita andammo in agraria ad investirli in attrezzatura
enologica. Due vasche in plastica da 25 litri (quelle usate per
preparare la birra in casa), una spazzola lava bottiglie e uno scola
bottiglie. Eravamo pronti per andare in bottiglia. Alla seconda
vendemmia, Joško ci regalò un bel torchio da 45 litri di capienza.
Eravamo in espansione. In totale
producemmo 110 litri di vino per un totale di 80 bottiglie tappate e
anche etichettate. Le vendemmo tutte, sempre a… mia nonna! Con la
terza vendemmia iniziammo 
anche a produrre un vino rosso. La
clientela però rimase fedele, anche se un po’ irritata dall’aumento
dei prezzi. Andammo avanti per 5 vendemmie. Questa avventura è stata
il nostro battesimo nel mondo del vino. Ah dimenticavo, il torchio
c’è l’abbiamo ancora, e ogni volta che lo vedo, ritorno per
un’attimo spensierato, come solo i bambini lo sono.”

Passiamo ai vini della Cantina
Fiegl
che di più ho apprezzato:
Fiegl – Sauvignon 2015 Collio Doc: eccolo qui
il Sauvignon che vorresti avere in fresco al tuo arrivo in qualsiasi
luogo tu voglia passare le tue vacanze estive e, ancor meglio, nel
frigo di casa! Varietale quanto basti per strizzare l’occhio an
Puolly-Fumé e territoriale tanto quanto il terreno in cui le piante
di questo Sauvignon affondano le proprie radici, assorbendone la
marina mineralità. Note fresche che spaziano dal frutto, al fiore,
cinte da una corona di balsamiche erbe, con estrema eleganza, per poi
acquisire dinamica e personalità nel sorso, fesco e minerale
anch’esso. Dritto e profondo come una stoccata della Vezzali ai tempi
d’oro, ma soprattutto mai eccessivo. Un bell’esempio di Sauvignon del
Collio.

Fiegl – Ribolla di Oslavia 2014 Collio Doc: la
regina di Oslavia nella sua versione che, in questo periodo, apprezzo
di più (se fatta con il giusto garbo), ovvero quella macerata. Sì,
macerata, ma non troppo! Altro vino che ha intrinseca la ricerca di
equilibri solidi, senza estremismi che rischino di sfociare
nell’omologazione organolettica e nella perdita pressoché totale di
personalità ed identità varietale e territoriale. Al naso che mi
ricorda il croccante alle mandorle per cui andavo e vado pazzo
tutt’ora, segue un sorso secco, dritto anch’esso, con una grande
sapidità che gioca a stuzzicare le papille gustative duettando con
un tannino ben estratto dalle bucce, pulito e non invadente.
“Due voci possenti ha il mondo: la
voce del mare e la voce della montagna“
scriveva il grande W.
Wordsworth… avrebbe apprezzato questo vino che le ha ascoltate e
tradotte entrambe.

Fiegl – Leopold 2010 Merlot Collio
Doc:
il MerloT con la “T” bella calzata come piace agli amici
friulani e che in questa terra acquisisce connotazioni completamente
differenti da quelle che il varietale esprima in qualsiasi altra
parte d’Italia. Nelle sue molteplici facce ed interpretazioni, questa
della Famiglia Fiegl vanta un tangibile equilibrio fra la
serbevolezza odierna e potenziale. L’evoluzione è garbata ed il
legno ben integrato, senza coprente incidenza e cosa fondamentale, a
prescindere dai descrittori propri del varietale e della
terziarizzazione ancora in pieno sviluppo, si fa bere con grande
agilità, grazie alla mineralità che torna a percorrere il sorso ed
a concluderlo rendendolo inerziale.

Devo ammettere di essere rimasto molto
colpito dalle armonie trovate in tre vini così diversi e distintivi,
eppure così legati da una forte e radicata identità territoriale.
Mani educate e rispettose quelle dei Fiegl che producono vini molto accessibili con grande cura e che, senza tema di smentita,
sarebbe divertente lasciare in cantina almeno, nell’ordine della
dozzina per referenza,e stappare ad oltranza anno dopo anno.

Un contesto, una cantina in cui le
parole d’ordine sono Terra e Famiglia e sono proprio questi valori a
rappresentare lo scheletro di ogni vino assaggiato.

F.S.R.
#WineIsSharing

Lascia un commento

Blog at WordPress.com.

Up ↑