Il “lato” meno conosciuto delle Marche del Vino – La Cantina Terracruda

Ci sono luoghi in cui sei stato ed hai lasciato un pezzo di cuore. Quando andai per la prima volta a Fratte Rosa, un piccolo Borgo arroccato nell’entroterra pesarese che conta meno di 1000 anime (meno di 100 nel bellissimo centro storico), me ne innamorai, ma a fare da innesco per quella luminosa scintilla fu un vino in particolare. Quel Vino era l’Incrocio Bruni 54 della Cantina Terracruda, che forse qualcuno ricorderà come uno dei miei 10 assaggi consigliati ad uno scorso Vinitaly. Un vino straordinariamente fuori dal coro nella sua espressione di un varietale già molto peculiare e raro di suo e nella sua interpretazione. Andai a Fratte Rosa proprio per conoscere questa realtà e le persone che la compongono, personalmente, fisicamente e non solo attraverso un calice, e trovai un luogo che, all’epoca definì “fuori di testa” per il contesto paesaggistico nel quale era immerso, che definire suggestivo sarebbe riduttivo, e per ciò che trovai in vigna.

In vigna trovai vitigni che in molti di voi non conosceranno o che, anche ne aveste sentito parlare, difficilmente avrete assaggiato, e sto parlando della Garofanata, del Bianchello del Metauro e proprio dell‘Incrocio Bruni 54, oltre all’Aleatico, che in pochi sanno essere storicamente presente in questa zona ed al più comune Sangiovese (siamo nelle Marche, ma a due passi dalla Romagna).
La curiosità e l’interesse erano forti e furono ampiamente appagati e dissetati dagli assaggi e dalle parole di Luca Avenanti e suo padre Zeno – Deus Ex Machina di Terracruda -, che conducono quest’azienda con grande caparbietà e lungimiranza. Eppure la voglia di tornarvi era così tanta che pochi giorni fa sono tornato a far loro visita, trovando un contesto sempre in fermento, con nuovi vini da assaggiare e propositi sui quali confrontarsi. Terracruda è un luogo creativo, oltre ad essere una cantina, è un ambiente familiare in cui si fanno cose grandi, in un paesino piccolo piccolo… si, è anche un microcosmo fatto di contrasti, ma di quelli costruttivi, dai quali scaturiscono idee, progetti, ma soprattutto vini dalla netta personalità.

vini terracruda marche
Ho avuto modo di assaggiare un metodo classico base Bianchello del Metauro ancora sui lieviti e non vedo l’ora che venga presentato per poterlo condividere con voi data la sua grande identità e l’eleganza che sta mese dopo mese acquisendo; ho apprezzato le varie versioni (solo acciaio e affinate in legno) fermi dei vitigni tipici a bacca bianca, ovvero Bianchello, Incrocio Bruni 54 (di cui vi parlerò approfonditamente nei prossimi giorni) e Garofonata con quest’ultima in un “blend” tra acciaio ed una piccola percentuale di legno piccolo usato, davvero unica nel suo genere; poi c’è l’Aleatico che si mostra in questa terra come fosse il figlio di mamma Lacrima di Morro d’Alba e papà Ruché, prendendo dagli ideali genitori solo il meglio delle loro peculiarità; in fine il Sangiovese, che nella versione base che – non mi spiego il perché – l’azienda sembri “regalare”, fa capire quanto quell’areale sia vocato e si pone stilisticamente a metà fra l’eleganza del Sangiovese toscano e la possenza di quello Romagnolo.
cantina sala degustazione
Ero andato per fare un ripassino relativo a questi vitigni rari che pochissime cantine coltivano ed ancor meno riescono a far esprimere con questa personalità e me ne ritorno a casa con gli occhi stampati di bellezza, il palato intriso di vini sempre più unici ed il cuore carico di emozioni.

F.S.R.
#WineIsSharing
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