In molti, da quando scrivo di vino mi hanno scritto via email o sui social, pensando che questa fosse la mia professione, chiedendomi come si possa diventare wine bloggers (come se fosse una qualifica reale😜), come si possa lavorare nel mondo del vino o come si possano acquisire competenze in questo settore. Credo sia più che normale che ciò accada, benché io non sappia rispondere ad alcuna di queste domande, ma forse posso raccontarvi un po’ di me e di come penso si possa crescere personalmente grazie al vino e con il vino.
Nella mia vita ho avuto modo di
studiare, girare un pochino il mondo – per amore o per forza ! –, di conoscere realtà e persone
di ogni ceto e provenienza ed ho sperimentato un discreto ventaglio
di lavori dal restauratore al web master, dall’insegnante di sostegno
al consulente nel settore delle imbarcazioni. Una vita piena controsensi che alla fine,
però, diventavano sensati e trovavano nel passo successivo di
questo strano percorso di crescita una loro armonia… più o meno!
studiare, girare un pochino il mondo – per amore o per forza ! –, di conoscere realtà e persone
di ogni ceto e provenienza ed ho sperimentato un discreto ventaglio
di lavori dal restauratore al web master, dall’insegnante di sostegno
al consulente nel settore delle imbarcazioni. Una vita piena controsensi che alla fine,
però, diventavano sensati e trovavano nel passo successivo di
questo strano percorso di crescita una loro armonia… più o meno!
Faccio questa premessa, in quanto credo
che, niente come il mondo del vino possa rappresentare un cammino
pieno di certe incertezze e repentini cambiamenti che possa sfociare
in qualcosa di assennato, sensato, equilibrato (non sempre!) e che
vanti un’amalgama frutto di paziente consapevolezza.
che, niente come il mondo del vino possa rappresentare un cammino
pieno di certe incertezze e repentini cambiamenti che possa sfociare
in qualcosa di assennato, sensato, equilibrato (non sempre!) e che
vanti un’amalgama frutto di paziente consapevolezza.
Nella mia vita, ma ancor più da quando
bazzico per passione il mondo del vino, ho pensato che la crescita
personale e professionale non potesse erigersi attorno a mere
convinzioni e partiti presi… sì, ci vuole sicurezza e ce ne vuole
molta, ma mai troppa specie se in blend con l’orgoglio.
bazzico per passione il mondo del vino, ho pensato che la crescita
personale e professionale non potesse erigersi attorno a mere
convinzioni e partiti presi… sì, ci vuole sicurezza e ce ne vuole
molta, ma mai troppa specie se in blend con l’orgoglio.
Credo che il principio della crescita
si fondi sulla curiosità, sullo studio, sull’esperienza e,
soprattutto, sul principio della docta ignorantia dalla quale
scaturisca un confronto costruttivo basato sulla capacità di
ascoltare ancor prima di asserire.
si fondi sulla curiosità, sullo studio, sull’esperienza e,
soprattutto, sul principio della docta ignorantia dalla quale
scaturisca un confronto costruttivo basato sulla capacità di
ascoltare ancor prima di asserire.
Ecco perché per me il vino è ascolto,
è confronto e condivisione, ma al contempo ricerca ed instancabile corsa e rincorsa di ciò che fu, di ciò che è e di ciò che potrebbe
essere.
è confronto e condivisione, ma al contempo ricerca ed instancabile corsa e rincorsa di ciò che fu, di ciò che è e di ciò che potrebbe
essere.
Ho scelto la strada del blog per
condividere con voi viaggi enoici, assaggi ed opinioni su vini, produttori, territori, parallelamente ad un
continuo confronto sui social che, a mio parere – dal nome lo si
evince già – sono un mezzo straordinario per una sorta di social brain storming, per aprire dibattiti costruttivi ed innescare dialettiche
che possano sviscerare gli argomenti più disparati, dentro ed
intorno al vino, per poi dipanare dei dubbi, e trovare risposte attuali a quesiti che io stesso mi pongo ogni giorno.
condividere con voi viaggi enoici, assaggi ed opinioni su vini, produttori, territori, parallelamente ad un
continuo confronto sui social che, a mio parere – dal nome lo si
evince già – sono un mezzo straordinario per una sorta di social brain storming, per aprire dibattiti costruttivi ed innescare dialettiche
che possano sviscerare gli argomenti più disparati, dentro ed
intorno al vino, per poi dipanare dei dubbi, e trovare risposte attuali a quesiti che io stesso mi pongo ogni giorno.
E’ un po’ ciò che accade nelle degustazioni alla cieca che organizziamo tra amici e che consiglio sempre a tutti di sperimentare, in quanto si apprenda molto di più inibendo il condizionamento della bottiglia, ma aprendosi al confronto con gli altri degustatori, che assaggiando quegli stessi vini in completa ascetica solitudine per 10, 100, 1000 volte (ed a me capita spesso). Comparare, confrontare e confrontarsi, valutare ancor prima che giudicare o criticare, mi ha portato a maturare la convinzione che non si possa imporre il proprio gusto, ma si possa condividere la propria opinione, nella consapevolezza di quanto essa possa mutare con l’evolvere – o involvere… chi lo sa?! – della conoscenza enoica e della percezione del proprio palato.
Detto questo, negli ultimi giorni, da bravo eno-poco-nerd, ho riletto il libro di Lorenzo Corino e riguardato qualche
film enoico come Mondovino, SOMM e i Barolo Boys (li trovate tutti su
Netflix… ma se ci tenete a dormire un po’ più di me non
abbonatevi, provoca dipendenza!) e mi sono reso conto, una volta di
più, di quanto ciò che viviamo noi winelovers dall’interno, con
passione e trasporto alla fine dei conti sia solo una goccia di vino
in questo mare magnum fatto di dinamiche di mercato, condizionamenti
da parte di grandi esperti, consulenti giramondo capaci di riprodurre
lo stesso vino indipendentemente dal terroir perché è così che
piace al grande wine critic (e sia chiaro, non è né colpa del consulente né del critico!), multinazionali che in Francia e negli
USA producono più del “Tav” in Italia e vengono prese come icone
del lusso e riferimenti per la qualità da un lato e piccole realtà
messe alle strette da un’assurda burocrazia e dalla difficoltà nel
portare avanti il proprio lavoro in modo sereno e gratificante. Quindi ci tocca dare per assunto che esistano dimensioni completamente differenti, ma che non si possa approcciarle tutte, per questo io ho scelto di vedere il vino da un punto di vista meno critico e più democratico, ma cercando di condividere, semplicemente, ciò che io viva ed apprenda giorno per giorno. Faccio bene? Faccio male? Giudicatelo voi! 😉
film enoico come Mondovino, SOMM e i Barolo Boys (li trovate tutti su
Netflix… ma se ci tenete a dormire un po’ più di me non
abbonatevi, provoca dipendenza!) e mi sono reso conto, una volta di
più, di quanto ciò che viviamo noi winelovers dall’interno, con
passione e trasporto alla fine dei conti sia solo una goccia di vino
in questo mare magnum fatto di dinamiche di mercato, condizionamenti
da parte di grandi esperti, consulenti giramondo capaci di riprodurre
lo stesso vino indipendentemente dal terroir perché è così che
piace al grande wine critic (e sia chiaro, non è né colpa del consulente né del critico!), multinazionali che in Francia e negli
USA producono più del “Tav” in Italia e vengono prese come icone
del lusso e riferimenti per la qualità da un lato e piccole realtà
messe alle strette da un’assurda burocrazia e dalla difficoltà nel
portare avanti il proprio lavoro in modo sereno e gratificante. Quindi ci tocca dare per assunto che esistano dimensioni completamente differenti, ma che non si possa approcciarle tutte, per questo io ho scelto di vedere il vino da un punto di vista meno critico e più democratico, ma cercando di condividere, semplicemente, ciò che io viva ed apprenda giorno per giorno. Faccio bene? Faccio male? Giudicatelo voi! 😉
Viaggio molto, assaggio molto, ma in
realtà la cosa che apprezzo di più è confrontarmi ogni giorno con
chiunque graviti attorno a questo settore e con chi ci è dentro da
ben più di me, perché non ho mai creduto nelle verità assolute
propinate da chi si erga su di un piedistallo fatto di Ego e di
staticità temporale, ma credo che prendendo il meglio di ciò che
ogni esponente di questo settore – dal vignaiolo, al venditore,
dall’enologo all’agronomo, dal giornalista al sommelier
– possa dare si possa vivere e vedere il mondo del vino nella sua
continua evoluzione ed è questo ciò che amo di più. Amo la sua
schietta variabilità e la sua continua mutevolezza, basata su
principi saldi, ma anche su sfumature soggette ad un’obiettiva interpretazione
individuale.
realtà la cosa che apprezzo di più è confrontarmi ogni giorno con
chiunque graviti attorno a questo settore e con chi ci è dentro da
ben più di me, perché non ho mai creduto nelle verità assolute
propinate da chi si erga su di un piedistallo fatto di Ego e di
staticità temporale, ma credo che prendendo il meglio di ciò che
ogni esponente di questo settore – dal vignaiolo, al venditore,
dall’enologo all’agronomo, dal giornalista al sommelier
– possa dare si possa vivere e vedere il mondo del vino nella sua
continua evoluzione ed è questo ciò che amo di più. Amo la sua
schietta variabilità e la sua continua mutevolezza, basata su
principi saldi, ma anche su sfumature soggette ad un’obiettiva interpretazione
individuale.
Il vino ci insegna ad ascoltare e ad
avere rispetto, ma soprattutto a crescere… a non smettere mai di
crescere ed io sono ancora un infante, ma spero ci ritroveremo qui o
altrove, a parlar di vino anche tra qualche anno e non sapete, ora
come ora, quanto conti per me anche soltanto poter gettare lo sguardo
oltre un muro temporale che sembrava non poter essere valicato. A quanto pare, però, come una giovane vite, o meglio una barbatella, che aspiri a crescere e maturare, posso ancora anelare a qualche altre vendemmia, infondendo le mie radici sempre più in profondità e ad adattandomi, di giorno in giorno, ai cambiamenti, senza perdere mai la mia identità.
avere rispetto, ma soprattutto a crescere… a non smettere mai di
crescere ed io sono ancora un infante, ma spero ci ritroveremo qui o
altrove, a parlar di vino anche tra qualche anno e non sapete, ora
come ora, quanto conti per me anche soltanto poter gettare lo sguardo
oltre un muro temporale che sembrava non poter essere valicato. A quanto pare, però, come una giovane vite, o meglio una barbatella, che aspiri a crescere e maturare, posso ancora anelare a qualche altre vendemmia, infondendo le mie radici sempre più in profondità e ad adattandomi, di giorno in giorno, ai cambiamenti, senza perdere mai la mia identità.
Ci sarà chi proverà ad allevarmi in un modo, chi proverà a diserbarmi nel sottofila, chi arriverà per potarmi e poi si accorgerà che da potare c’è ben poco, ma credo crescerò maritato all’albero senza tempo della spontaneità e vedremo cos’accadrà… magari da me non scaturirà mai nessun frutto atto a divenire un vino di qualità o magari troverò “il mio verso” – come dicono qui in Toscana – come l’Asprinio di Aversa, ma io intanto… vivo! Tié! 😊 Per ora, diciamo che la fillossera l’abbiato scampata!
Tutto questo per ringraziarvi per i continui stimoli sui social, via email e di persona ad ogni evento, ad ogni degustazione, ad ogni incontro! Senza il confronto, saremmo solo io ed il Vino e pensare di poter capire qualcosa di così meravigliosamente complesso senza guardarsi intorno e spalancare gli orecchi sarebbe impossibile.
F.S.R.
#WineIsSharing
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