Vignaioli, ma chi ve lo fa fare?!?

Stamattina, al mio risveglio, ho aperto facebook come faccio ogni santo giorno, nella più totale ed incosciente serenità di chi, proprio come ogni giorno, voglia dare un’occhiata agli aggiornamenti dall’Italia e dal mondo… sì, quello del Vino.
Stamattina, al mio risveglio, ho aperto facebook e le foto che si susseguivano erano come fendenti all’animo di chi il vino lo ama e lo conosca per ciò che è prima di tutto, ovvero fatica ed incommensurabile rischio.
Un’annata che solo qualche giorno fa, al Vinitaly, la maggior parte dei produttori vedeva con la solita positività, ma con poca attitudine alla scaramanzia sportiva,  come un’ottima annata, da portare in cantina con serenità, prevendemmia permettendo.
Eppure, basta una notte di freddo e gelo e tutto cambia: percezioni, sensazioni e convinzioni sembrano essere messe a dura prova ed ogni vignaiolo, colpito dalla naturale ira delle intemperie reagisce a modo proprio, chi cercando nell’imprecazione divina uno sfogo utile almeno a scaricare i nervi, chi arrovellandosi per trovare soluzioni a quella che ha tutta l’aria di essere una tragedia in alcuni areali ed in alcuni vigneti, chi cercando giusto e quieto conforto nei propri colleghi, sperando… magari… in una ripresa o nel consiglio che possa cambiare le sorti di un’annata, che per alcuni è passata dall’essere serena e regolare all’essere drammaticamente compromessa, in termini di produttività, la scorsa notte. 

Il vignaiolo… che mestiere figo, alcuni pensano ed altri osano dire… vive in mezzo alla natura, si diverte sui social a postare foto di posti meravigliosi, gira per il mondo per proporre il suo vino e magari fa anche il figo quando prende un premio o scrivono di lui/lei.
Sù dai, non diciamo cazzate! Il vignaiolo, cari miei, è un mestiere che, probabilmente, io farei solo per gioco, se mi dessero una vigna in gestione, a rischio e pericolo del proprietario e non dovessi curarmi di nulla, se non di “provare a far vino”, come va va… o forse no?! E’ il mio sogno in realtà, eppure ho già l’ansia ora che non ho ancora iniziato.

Il vignaiolo, cari miei, va a dormire ogni sera col sorriso, ma solo perché – si spera – ha bevuto un po’ per togliersi l’ansia imprescindibile per chi, più di chiunque altro al mondo, è soggetto all’ironia a volte giocosa e benevola altre beffarda e bastarda di quella grandissima, brava ragazza, di Madre Natura.
Il vignaiolo si sveglia ogni mattina e controlla le proprie vigne, prima ancora di andare in cantina, e non può non temere… è nella sua indole avere un timore reverenziale per tutto ciò di cui è composto il proprio terroir, compreso sé stesso. Sì, perché un vignaiolo non può mai essere sicuro di sè al cento per cento, impara ogni santissimo giorno a cagarsi in mano e non può neanche utilizzare quegli escrementi per concimare la propria terra, perché ci vuole quello, ci vuole quell’altro… c’è chi è bio, chi non è bio, chi crede nel “Dio Dinamico” e chi tratta e chi ritratta. Il vignaiolo è un folle ragazzi! Il vignaiolo non può permettersi il privilegio di approcciare la propria esistenza ed il proprio lavoro con razionalità, perché altrimenti smetterebbe oggi stesso!
Invece, quei vignaioli… quelli che hanno postato foto di germogli morenti e di vigne martoriate dalle gelate notturne e che sanno che il peggio ha da venire nei prossimi 3 giorni… sì, proprio quei vignaioli sono già tornati a lavoro e lavoreranno, sappiatelo! Lavoreranno e si faranno un culo della Matrioska anche solo per portare a casa qualche grappolo. Salvare il salvabile si dice, giusto? Beh, molti con quel “salvabile” saranno in grado di fare piccoli capolavori, ma già so che tra qualche giorno nessuno si ricorderà dell’accaduto e che nelle etichette non ci sarà scritto “vino prodotto in un’annata drammatica” ed i consumatori, il 99,9% di chi beve Vino, manna dal cielo senza i quali i vignaioli non avrebbero nulla da fare ed io, scriverei di cronaca nera, visto il mio stato d’animo odierno, non sapranno mai dell’accaduto e si lamenteranno… sì, eccome se si lamenteranno! Si lamenteranno del prezzo, criticheranno il vostro vino, avrete persino clienti che vi rifiuteranno un ordine perché “questo non è buono come quello dell’anno scorso” o ancor peggio “questo è un altro vino”.
Mostrerei a lor  signori le immagini di chi per le prossime notti, un po’ come accadde l’anno scorso, proprio di questi tempi, in Borgogna, nelle Loira e in Svizzera (www.wineblogroll.com/2016/04/dal-global-warming-ai-raccolti), stia correndo ai ripari allestendo falò a bordo vigna, nella speranza di proteggere le piante dalle gelate notturne, magari capirebbero che fare vino non è un gioco.
Comunque… dai, ma chi ve lo fa fare di continuare a fare vino?!? Chi? Ve l’ha prescritto il medico, forse? O siete puramente masochisti? Lavorate un anno nell’incertezza più totale! Trattate, non trattate… tanto poi arriva una gelata o, come ad un caro amico, una grandinata il giorno prima della vendemmia e va tutto a farsi fottere! Dai… smettete! Cercate un altro lavoro, magari per quelli che il vino lo fanno senza uva! E’ una figata, no?! 
Ma voi no… siete cocciuti! Forse perché amate troppo quel che fate e sapete che nell’assurdo, ma magnifico equilibrio che c’è nel Vino, come e tanto quanto nella vita, ad ogni delusione corrisponderà una grande soddisfazione e per quanto tendiamo sempre a ricordare di più le prime, arriverà sempre il momento di godere del frutto del vostro duro lavoro. Voi siete folli, ma avete un cuore  e due attributi (vignaiole comprese!) che la metà basterebbero ed avanzerebbero a chiunque! Ed ora a te che mi hai definito con scherno e spregio “l’amico dei vignaioli”, dico che è così! Anche se un po’ come con le fidanzatine delle elementari, loro non lo sanno mica di essere miei amici! Credere in tutto questo, rispettare il lavoro altrui, che tra l’altro ci da da bere e da scrivere (a me non da vivere, ma a qualcuno sì), non significa di certo non poter essere imparziali, anzì… da ancor più valore, a mio modo di vedere, ad ogni parola scritta riguardo ad un vino, ad una cantina, ad un vignaiolo.

Io confido solo che tutti possano rendersi conto di quanto ci sia dietro ad una bottiglia, specie in momenti come questi, perché è davvero assurdo continuare a giudicare una bottiglia solo e soltanto per ciò che sia scritto in etichetta e per ciò che esprima nel bicchiere in termini organolettici. Il Vino deve portare con sé la storia dell’annata, anche ed ancor di più quando le cose virano pericolosamente verso terre oscure e spaventose, perché attraverso il Vino e la sua storia, attraverso la vigna, le sue viti, e  la loro vita si può elevare l’animo umano, seppur solo per qualche istante. Si può farci tornare tutti coi piedi per terra, con i piedi nella terra e ci può aiutare a comprendere quanto siamo piccoli ed altresì quanto l’uomo riesca ad essere grande, anche al cospetto della più grande di tutte… Madre Natura, oggi nefasta, domani chissà…
Non resta che incrociare le dita per i prossimi giorni e, sia chiaro, lungi da me parlare della 2017 come qualcuno fece con la 2014, come un’annata sulla quale già mettere una croce sopra! In gran parte d’Italia tutto procede per il meglio e per assurdo, forse, il grande anticipo che preoccupava molti, sta rallentando un po’ ritrovando un naturale temporale equilibrio. Quindi sempre positivi e sempre pronti a credere in questo meraviglioso lavoro – scusatemi se ho usato sin troppo spesso la parola “lavoro”, ma credo venga utilizzata sin troppo poco quando si tratti di vignaioli – che da e che toglie, che fa disperare e gioire e che sempre in segna a vivere.
Sono comunque vicino – e dovremmo esserlo tutti, specie noi che il vino non lo facciamo e ne godiamo solamente, permettendoci persino, a volte, di giudicarlo – a tutti i vignaioli ed i produttori che hanno subito ingenti danni stanotte, sono certo che non molleranno… ma detto da qui, dietro ad un pc, è cosa semplice ed al quanto demagogica quindi… non andrò oltre.

F.S.R.
#WineIsSharing

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