Podere La Chiesa – Cantina tra arte e vino nel cuore della DOC Terre di Pisa

La Cantina Podere La Chiesa, a Casanova di Terricciola, dove arte e vino si incontrano, nel cuore della DOC Terre di Pisa

Nella Toscana del vino c’è un areale a cui tengo particolarmente, perché estremamente sottovalutato ma soprattutto perché ricco di cantine e vignaioli capaci e lungimiranti.

Parlo di quello che attualmente, grazie al recente avvento della nuova DOC, è stato definito come “Terre di Pisa”.
podere la chiesa cantina

Se siete in piedi sedetevi, se siete seduti alzatevi poi sedetevi di nuovo! No, non siamo in Chiesa, ma oggi vi porto con me al Podere La Chiesa, un’azienda vinicola sita a Casanova di Terricciola, proprio nel cuore delle Terre di Pisa.

La storia della Cantina Podere La Chiesa, così come la conosciamo oggi, nasce grazie alla passione sfrenata per il vino di Maurizio Iannantuono e Palma Tonacci, che decidono, dopo una lunga attività lavorativa nel campo informatico, di stravolgere la propria vita e di trasformare quella grande passione nel proprio lavoro. Così si lanciano in un’avventura che non ha mai avuto i connotati di un mero investimento imprenditoriale, bensì è nata e continua ancora come la realizzazione di un sogno, quello di fare vino e di farlo bene.
Durante la mia visita in cantina è stato bello constatare quanti punti in comune ci fossero tra me e Maurizio riguardo l’amore per il vino in senso stretto ed in senso lato e quanto il suo cammino enoico sia passato per vie che io ho solcato più e più volte e per altre che io spero di solcare: parlo delle giornate passate a cercare enoteche, girando per centinaia di chilometri per acquistare un vino assaggiato ad un evento o in un ristorante, o dei giorni di ferie impiegati a visitare cantine in tutta Italia e nel mondo, fino ai grandi incontri, unici ed emozionanti, come quello Bartolo Mascarello ed altri grandi persone, ancor prima che personaggi, del vino.
Eppure, a Maurizio e Palma non bastava acquistare vino e goderne solo in degustazione… il richiamo della vigna e la convinzione di poter realizzare qualcosa di proprio, di vivo e di buono sono stati così forti da portarli a fare quella che loro stessi chiamano una piccola grande “follia”.
E’ bastato arrivare alla porta delle nuova cantina per rendermi conto di quale sforzo “fisico”, economico e creativo sia stato fatto per realizzare una struttura capace di coniugare in maniera organica e mai forzata arte e vino, bellezza ed ergonomia.

cantina mostra arte vino
Un luogo dove la luce entra da ogni lato portando e le vigne, che circondano la struttura, vengono incorniciate da cerchi volti a rappresentare gli acini che sono alla base di tutto.
La storia di Palma e Maurizio vignaioli, però, inizia prima di aver potuto inaugurare questo esempio di eno-architettura sostenibile, in quanto la prima vendemmia risale al 2009 e è da lì che, oltre all’avventura, inizia l’”università di vigna e cantina” per Maurizio.
Oggi è lui ad occuparsi degli aspetti agronomici ed enologici, avvalendosi di quelli che sono più consigli che una vera e propria consulenza, di amici enologici e di vicini viticoltori.
Il Podere la Chiesa è al quarto anno di conversione biologica e le lavorazioni in vigna sono solo ed esclusivamente a mano. Circa l’80 % delle uve rosse è di sangiovese, la restante parte si divide fra Canaiolo, Merlot e Cabernet. La vinificazione è tradizionale, con periodi di fermentazione e di macerazione strettamente dipendenti dall’annata. Banditi i protocolli standard, focalizzando tutta la propria attenzione nel seguire l’evoluzione delle uve in vigna e del vino in cantina. Il vino che Maurizio e Palma hanno sempre voluto produrre non è quello che segue a tutti i costi il mercato ma è quello che piace a loro, frutto di migliaia di assaggi e di centinaia di esperienze enoiche vissute in giro per il globo.
E’ palese e lo si percepisce da ogni parola e da ogni scelta di Maurizio: il rapporto con il territorio è fortissimo, imprescindibile, quasi simbiotico!
Un rapporto che parte in vigna, prosegue in cantina, per poi sfociare un un impegno costante ed in prima persona nell’attività di promozione del territorio. Maurizio è, infatti, tra i primi promotori e ideatori del progetto Terre di Pisa nonché presidente delle Strade del Vino delle Colline Pisane. Sempre presente in ogni iniziativa utile alla crescita dell’area e questo gli fa onore, specie in un contesto in cui lui potrebbe essere considerato “il nuovo arrivato”.
 
I vini prodotti sono 6 (Punto di Vista, Le Redole di Casanova, Terre di Casanova, Sabiniano di Casanova, Opera in Rosso e Opera in Nero) per un totale di 40mila bottiglie prodotte in annate a “pieno carico”, ovvero una ponderata inezia, che mira a poter portare avanti un concetto di qualità sempre più alto gestendo micro-vinificazioni di parcella in parcella.
Il mio interesse nei confronti di questa realtà nasce nell’ottica di una personale ricerca volta a scoprire terre vocate alla produzione del Sangiovese, fuori dai “classici” e più noti contesti e devo ammettere che la mia curiosità sia stata più che ripagata dall’assaggio di un vino in particolare prodotto dal Podere La Chiesa:

opera in rosso vino podere la chiesa
Opera in Rosso 2011-2012-2013: un Sangiovese in purezza che si destreggia bene in questi terreni di origine pliocenica, in cui limo ed argilla si caricano di calcare attivo e, unitamente al sole ed alle brezze, danno vita a vini ben strutturati, di ottima maturità, incentrati su questo raro equilibrio fra forza e finezza, spostando gli aromi più sul floreale che sul frutto e donando al sorso un’ampiezza che non rinuncia a note minerali di ferro e sale.
In questa Jam Session di 3 annate assaggiate in una mini verticale – che lo stesso Maurizio ha confessato di non aver mai fatto prima – la 2011 si è dimostrata capace di un’evoluzione elegante e profonda, mantenendo una buona dinamica del sorso, mentre la 2012 a differenza di altri areali toscani e non è stata un’annata semplice per le vigne di Maurizio, ma ciò nonostante si è ben comportata manifestando una buona integrità varietale ed un’indiscutibile spina dorsale acido-minerale che dà un notevole slancio al sorso pieno e coerente. 
La 2013 è ancora in fasce, eppure scalpita già per far notare il suo potenziale espressivo di grande impatto. E’ un vino da attendere, che inizierà a muovere i primi passi tra non molto per poi imparare a camminare con incedere sicuro, piglio ed elegante portamento, ne sono più che convinto. Interessante come il ferro presente in evoluzione negli altri vini, qui sembri ricordare l’ottone, quasi a voler fare il pari con la passione per il Jazz di Maurizio.
 
Molto interessante anche l’Opera in Nero, un Merlot in purezza diverso da quelli della costa, meno carico e più elegante, dal grande potenziale evolutivo.
 
Queste, però sono solo le mie parole, le mie personali impressioni, di una degustazione avvolta dal Jazz ed immersa nel più sano e costruttivo confronto enoico ed umano tra me e Maurizio, ecco perché mi è venuta in mente una frase del grande musicista Bill Evans che vedrei bene con il “vino” come soggetto proprio al posto del “Jazz” tanto caro allo stesso Maurizio:
“Il jazz non lo puoi spiegare a qualcuno
senza perderne l’esperienza. Dev’essere vissuto, perché non
sente le parole. Le parole sono i fanciulli della ragione, e quindi,
non possono spiegarlo. Queste non possono tradurre il feeling perché
non ne sono parte. Ecco perché mi secca quando la gente cerca di
analizzare il jazz come un teorema intellettuale. Non lo è.
E’ feeling!” (Bill Evans)  
mostra foto cantina
Concludo con la convinzione che quella del Podere La Chiesa sia una realtà in grado di dare i natali ad ottimi vini con profondo rispetto ed umiltà propositiva, senza dimenticare quella giusta dose di sogno misto a lungimiranza che piano piano si sta tramutando in certezza. 
 
 
F.S.R.
#WineIsSharing
 

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