Il Cesanese di Affile di Raimondo – La riscoperta di un vino perduto

E’ da un po’ che non parlo del Lazio e delle sue realtà vitivinicole, ma oggi siamo proprio qui, in provincia di Roma, vicino ad un caratteristico borgo di nome Affile, per visitare l’Azienda Raimondo.
Si tratta di una piccola cantina incastonata all’interno di un contesto naturale ideale per favorire la biodiversità. Gli ettari vitati sono quattro e si trovano a 500mslm, con forti pendenze che non hanno reso le cose facili ai coniugi Eleonora e Romulo, che gestiscono l’azienda a carattere familiare con l’aiuto di Giuseppe (padre di Eleonora), del fattore Aldo e dell’enologo Fabio Giuli, oltre ad avvalersi della consulenza di un agronomo esterno.
Solo dopo una profonda lavorazione dei pendii, iniziata nel lontano 2001, le prime barbatelle di Cesanese di Affile sono state impiantate.

cantina affile
Un vitigno, il Cesanese di Affile, che stava ormai scomparendo del tutto, tanto che i terreni sui quali sorgono attualmente i vigneti Raimondo erano incolti da diversi anni. Lo stesso vale per il vino prodotto con queste uva, letteralmente scomparso dal mercato da oltre trent’anni. L’annata Colle Fraggiano 2003 (ora denominata Terrae Vulpis) è stata la prima ad essere iscritta alla Doc Cesanese di Affile dopo lungo tempo e fu così, che con quelle 300 bottiglie ca., prodotte con l’uva raccolta da antiche viti maritate, l’azienda Raimondo scongiurò la cancellazione della stessa DOC

Data la posizione dell’azienda, immersa tra boschi e selve, è piuttosto comune imbattersi nelle volpi che popolano queste terre ancora incontaminate. Per questo motivo il logo aziendale rappresenta proprio una volpe e il contesto pedoclimatico è stato ribattezzato dai vignaioli dell’Az. Agr. Raimondo “Fox Terroir”. Esso è costituito da terreni bianchi, prevalentemente sabbiosi, soggetti a particolare condizioni climatiche: inverni freddi e rigidi si alternano ad estati dalle importanti escursioni termiche aumentando l’aromaticità dei vini.
Speriamo che, anche in questo caso, la Volpe non arrivi all’uva, ma intanto ha dato il nome alla sua casa!
Il nome del vitigno “Cesanese di Affile” risale, con buone probabilità, a tempi antichi, nei quali proprio in questa terra molto boschiva venivano abbattuti gli alberi per far spazio ai vigneti. Cesanese quindi derivederebbe da “caesae”, termine latino per indicare “luoghi dagli alberi tagliati”.

Un’altra corrente di pensiero sostiene che la storia di questo storico vitigno abbia origine alla fine del sec. XVIII, quando – secondo i Libri Mastri del Monastero di Santa Scolastica, a Subiaco – “viene importata” una nuova tipologia di “uva nera di Affile” da un leggendario monaco. Le colline sottostanti al Monastero furono scelte come vigneti sperimentali, oggi terreni dell’attuale Comune di Affile.Un varietale che si distingue dal Cesanese comune, per quanto la sua provenienza possa essere simile, e che si è distinto negli anni anche per la sua attitudine all’invecchiamento. Propensione rara per i vini rossi da vitigni autoctoni del Lazio.

Gli ettari coltivati a Cesanese di Affile rimasti sono davvero pochi e la forte pendenza dei vigneti dell’azienda Raimondo rende complesse alcune lavorazioni che ancora sono effettuate a mano. Il sistema di allevamento è il cordone speronato con un sesto d’impianto ad alta densità, di due metri tra i filari e 0,75 metri sulla fila, per una produzione per pianta di circa 1,2 kg. La conduzione agricola non è stata semplice da gestire nei primi anni dall’impianto dei nuovi vigneti, ma la volontà è quella di andare verso una sempre maggiore sostenibilità.
I vini che ho avuto modo di assaggiare sono:
cesanese affile
Nemora 2015 – Cesanese di Affile DOC Superiore – il Cesanese di Affile nella sua versione più integra e schietta, eppure così ben equilibrato. Un naso giocato tutto sull’intrigante sensualità della danza aromatica fra frutto e spezia. In bocca non scalcia, è già mansueto, non mostra spigoli, nonostante la discreta acidità e si fa apprezzare per la distensione, lunga e profonda, del sorso. Un vino che richiama subito la tavola e invita alla convivialità.
Terrae Vulpis 2015 – Cesanese di Affile DOC – Una Selezione, espressione delle annate migliori. Questo è il Cesanese di Affile nella sua veste più elegante, fine, ma al contempo dalle forte personalità. Si presenta armonico per poi mostrare il suo portamento con un incedere netto, sicuro, per nulla scomposto. E’ un vino che crede in sé stesso e nel suo essere rappresentante d’elezione di un territorio sin troppo poco conosciuto.

Questo vino dimostra palesemente quanto l’opinione locale diffusa riguardo la proverbiale eleganza dei vini prodotti in questa zona da questo vitigno fosse realistica.

L’eleganza è la sola bellezza che non sfiorisce mai.
(Audrey Hepburn)

Una realtà, quella gestita da Eleonora e da suo marito Romulo, che ha il sapore della sfida: sfida con la natura che li ha posti di fronte a notevoli asperità; sfida con i mercati che da anni non si interessavano più a questi vini; una sfida con sé stessi, perché essere vignaioli è soprattutto mettersi in gioco e non abbattersi mai, nonostante le difficoltà e le incertezze tipiche di questo “mestiere”.

Sono certo che questa piccola azienda, una volta trovati i giusti equilibri, riuscirà a farsi largo con i propri vini, in quanto forti di una territorialità che emerge sorso dopo sorso.

F.S.R.
#WineIsSharing

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