La Georgia – Dalle origini del vino ai Qvevri

Il viaggio è parte integrante della mia vita e dato che il vino è, ormai, la mia vita, per la proprietà transitiva non posso e non voglio scindere il viaggio dalla mia passione enoica.

Ogni anno cerco di ritagliarmi dei piccoli spazi da dedicare a delle trasferte nelle più importanti regioni vitivinicole europee e mondiali, mantenendo saldo il mio consueto focus sugli areali italiani.
Tra le mete papabili per la prossima tappa extra-italiana c’è, senza ombra di dubbio, la Georgia che mi affascina da anni sia per la sua storia così connessa a quella del vino che per l’attenzione rivolta negli ultimi anni alla vinificazione in anfora della quale i vignaioli georgiani sono maestri.
Dato che ho avuto modo di assaggiare diversi vini georgiani, propedeutici alle mia selezione di vini bianchi macerati italiani, e che mi sto documentando in funzione di questo nuovo viaggio, ho pensato di condividere con voi qualche informazione riguardo questo meraviglioso paese.
qvevri anfore vino georgia
Italia, Francia e Spagna, ovvero i principali paesi europei del Mediterraneo sono oggi il cuore della produzione vinicola mondiale, sebbene le sue origini siano più vicine all’Asia. L’antica Mesopotamia è stata la culla di innumerevoli prodotti e costumi che ancora oggi vengono mantenuti, dai dadi a sei facce datati dal 3000 a.C. a ciò che era considerata la prima prova della produzione e del consumo di vino, i resti di vasi vinari trovati nel villaggio Hajji Firuz Tepe dei Monti Zagros (area tra l’Iraq e l’Iran) dal 5.400 a.C.
Dico “era” , perché recenti ritrovamenti sembrano assegnare il primato alla Georgia, riconosciuta da tutti come vera culla del vino e dei noti qvevri/kvevri (grandi anfore in terracotta interrate utilizzate ancora oggi per la vinificazione). Dopo il ritrovamento nella regione di Kvemo Kartli, nella capitale Tbilisi, di semi d’uva risalenti a settemila anni fa, appartenenti alla specie Vitis Vinifera Sativa (quella utilizzata per la vinificazione), un reperto archeologico ancor più antico sposta indietro di un altro millennio la nascita del vino. Ecco, quindi, come l’origine della viticoltura atta alla produzione di vino ricade esattamente nelle linea di demarcazione fra l’Asia e l’Europa.
mappa georgia
La Georgia è uno dei paesi più antichi al mondo con una tradizione millenaria ininterrotta di viticoltura e vinificazione.
Oltre all’eccellente microclima, al suolo e ai metodi tradizionali di vinificazione, l’unicità del vino georgiano è anche condizionata da una quantità straordinaria di varietà di vitigni autoctoni, ovvero oltre 525 varietali catalogati. Sono solo 25 ca. le varietà utilizzate oggi e tra esse spiccano quelle a bacca rossa come il Saperavi e il Tavkveri e quelle a bacca bianca come il Rkatsiteli e il Mtsvane kakhuri.
Oltre a questo, sembra che sia proprio la Georgia ad aver fatto da balia alla vitis vinifera sino alla sua diffusione nei restanti paesi europei.
A completare la lunga serie di primati e unicità enoiche di cui può vantarsi la Georgia, c’è la vinificazione georgiana ed il particolare “Il metodo Qvevri” (o Kwevri: grandi anfore interrate utilizzate per la fermentazione/vinificazione/affinamento del vino) che è diventata patrimonio immateriale dell’UNESCO.
Nel 2013, infatti, l’UNESCO ha concesso lo status di patrimonio culturale immateriale (ICH) al metodo georgiano di produzione del vino a Qvevri, che è un messaggio per il mondo intero, secondo cui il vino è parte integrante dell’antica cultura georgiana.
dove nato il vino
Il Qvevri, interrato, è un’anfora di argilla per la vinificazione e l’affinamento che viene utilizzata sia per la produzione di vini bianchi (per lo più macerati/orange wine qui chiamati amber wine) che rossi.
A testimonianza della storicità di questo metodo di vinificazione e dei contenitori utilizzati, abbiamo le antiche vasche risalenti al VI-V millennio aC., molto simili ai Qvevri, che sono state riportate alla luce durante gli scavi archeologici nella regione di Kvemo Kartli,
Gli antichi Qvevri trovati nel territorio della Georgia sono attualmente esposti al Museo nazionale georgiano.
Si può dire con sicurezza che Qvevri è attualmente il simbolo di un’intera cultura e di un intero paese che ha visto nel vino il filo conduttore della sua storia nel corso dei millenni e che oggi può vantare una considerevole produzione e un’ampia superficie vitata, in proporzione alle dimensioni della nazione.
A differenza delle più moderne anfore in terracotta, il Qvevri non contiene solo argilla, ma anche calcare e piccole quantità di metalli preziosi: oro, argento e rame.
La calce che reagisce con l’acido, rafforza i muri dei Qvevri da un lato e svolge un ruolo di antisettico naturale dall’altro. Questo è un fattore molto importante in termini di pulizia di vini che restano interrati anche diversi anni.
Occorrono circa 3 mesi per la realizzazione di un vero Qvevri. Il tempo principale è dedicato alla sua costruzione e all’essiccazione/asciugatura. Dopo la costruzione, i Qvevri vengono messi in un forno speciale, dove inizia la fase più difficile, ovvero la cottura.
La scelta di interrare i Qvevri era, ovviamente, dettata dalla necessità di avere una temperatura costante, cosa che oggi potrebbe essere gestita con i moderni sistemi di controllo delle temperature, ma che molti produttori tradizionali georgiani ripudiano, continuando a “seppellire” le proprie anfore.
Nella regione di Kakheti, uno dei principali areali vitivinicoli georgiani, i Qvevri sono interrati direttamente nei sotterranei delle cantine anche dette Marani.
Nella Georgia occidentale il vino è conservato in Churi (il nome locale per i Qvevri) ermeticamente chiusi, ma interrati all’aperto.
Anche le tecnologie di vinificazione sono diverse nelle varie zone della Georgia, sia per quanto concerne la macerazione che per i rimestaggi.
I principali areali vitivinicoli georgiani sono Kakheti, Kartli, Imereti, Racha, Meskheti e la zona costiera del Mar Nero, tutti con le loro sottozone.
cartina vino georgia
Da notare il fatto che quasi tutte le aziende vinicole producono almeno un vino in Qvevri in Georgia, sia per la volontà di preservare la tradizione che per usufruire del sostegno del National Wine Agency (sotto il Ministero dell’Agricoltura della Georgia), che permette alle aziende vinicole produttrici di vini in Qvevri di rappresentare i propri prodotti nelle mostre internazionali, come veicolo di promozione dell’intera cultura georgiana.
E’ per questo che la Georgia è diventata negli anni una meta di pellegrinaggio di molti appassionati di vino, ma anche di tecnici e vignaioli che vogliono confrontarsi con la storia e la cultura enoica del paese che ha dato il via a tutto questo… che ha dato il via alla produzione di vino, in un modo non troppo distante da come la conosciamo oggi.
F.S.R.
#WineIsSharing

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