La Vite a piede franco, la Fillossera e come riconoscere le viti non innestate

“Franco… oh Franco!” Qualche anno fa
spopolava il tormentone lanciato dal comico di Zelig Franco Neri, ma
oggi non vi parlerò di comicità, bensì di piede franco!
Lo faccio perché durante uno dei miei ultimi viaggi enoici, presso una cantina di cui vi parlai
qualche mese fa, ho avuto modo di scoprire una mia lacuna e
contestualmente alla scoperta, colmarla grazie al prezioso supporto
di Leonardo Beconcini, proprietario e Deus Ex Machina vigna-cantina
dell’Azienda Agricola Pietro Beconcini.
fillossera vite
Parliamo, però, per quei pochi che non
ne fossero al corrente, spiegando il significato di vite a o su piede
franco
:
“tra la fine dell’800 e gli inizi del
‘900 arrivò anche Europa la fillossera distrusse gran parte dei
vigneti europei, italiani compresi.
La fillossera della vite fu scoperta
per la prima volta da C. H. Fitch sulle foglie delle viti selvatiche
nell’America del Nord (New York) nel 1854 e fu nuovamente ritrovata
da J. O. Westwood nel 1863 sulle foglie e sulle radici della vite
nelle serre di Hammersmith presso Londra. Scoperta da F. Sahut sulle
radici della vite nel Sud della Francia il 15 luglio 1868, fu
nuovamente descritta da J.-É. Planchon come Rhizaphis
vastatrix; nel 1869 V. Signoret riconobbe l’appartenenza dell’insetto
al genere Phylloxera. L’introduzione della fillossera in Europa
(1858-1862) si deve attribuire indubbiamente all’importazione
dall’America nel Sud della Francia di barbatelle di viti infette. In
Italia erano stati avvertiti fin dal 1875 nelle vicinanze di Lecco
dei deperimenti nella vegetazione delle viti, ma solo nel 1879 venne
accertata la presenza dell’insetto nei dintorni di Valmadrera (Como)
e di Agrate (Milano); l’anno successivo furono rinvenuti focolai
d’infezione nelle provincie di Caltanissetta, di Messina e di Porto
Maurizio (Imperia). Nel 1886 si scoprirono infezioni in Piemonte e
nel 1888 in Toscana; nel 1899 furono riconosciute infette le Puglie;
alla fine del secolo l’infezione era stata accertata in oltre 900
comuni e vi interessava più di 350.000 ha. di superficie. Nel 1931
essa risulta accertata in 89 delle 92 provincie italiane, con
esclusione soltanto di Frosinone, Rieti e Napoli; circa la quarta
parte degli oltre 4.000.000 di ha., sui quali in Italia è coltivata
la vite, è stata distrutta o gravemente danneggiata dall’infezione,
e le regioni più colpite sono quelle di maggiore importanza
viticola.” (Fonte. Enciclopedia Treccani). 
Non una patologia della vite quindi, bensì un
piccolo insetto capace di divorare letteralmente le radici delle viti
dall’interno. tenendo all’oscuro l’ignaro vignaiolo. Per debellare
l’invasione di questa vera e propria piaga tecnici e scienziati hanno
provato di tutto, ma nessuno dei sistemi empirici, scientifici o
persino fatti in casa sembrava funzionare. Come molti di voi
sapranno, la soluzione arrivò quando ci si accorse che i vigneti
americani fossero integri ed in perfetta salute, pur sapendo che la
fillossera venisse proprio da quelle terre. Si è ormai certi,
infatti, che l’insetto arrivò “clandestinamente” in Europa a
bordo di un battello trasportante legname in arrivo dalle coste
americane, ma si scoprì solo più avanti che l’insetto “vitivoro”
non amasse gli apparati radicali delle viti made in USA, bensì
preferisse quelle nostrane e più in generale quelle del vecchio
continente. L’arcano era svelato e la soluzione fu l’innesto di
varietali autoctoni su radici di viti americane. Oggi il 90% delle
viti europee è a piede americano, mentre le pochissime mai state
innestate su piede americano, sono chiamate a piede franco.


In
generale, seppur con le dovute eccezioni del caso, le viti a piede
franco si trovano per lo più nelle più alte zone montane e sui
terreni particolarmente sabbiosi, lungo le coste.


Come riconoscere le viti a piede franco ovvero quelle non innestate su piede americano

Ora che avete fatto un ripassino o
avete appreso nuove nozioni, posso condividere con voi quello che
potrei definire un piccolo “trucchetto da vignaiolo/enologo” che
in molti sui social hanno confermato ignorare, un po’ come me. Si
tratta della modalità più semplice e diretta per capire ad occhio
nudo, senza dover fare indagini scientifiche approfondite, se una
pianta poggi su piede franco o meno.
vite a piede franco
Come vedete nella foto qui sopra non
dovrete far altro che valutare la forma e le caratteristiche delle
foglie della vite in oggetto confrontando le foglie del
germogliamento basale (quello più vicino al terreno e, quindi, alle
radici, ovvero al “piede”) con quelle della parte superiore (o aerea) della
vite dal fusto ai capi.
Se le foglie saranno identiche il piede
sarà quello originale, quindi franco, mentre in caso dovessero essere differenti (vedi foto) si tratterà di un innesto su piede americano.
In linea di massima le piante molto
vecchie, oltre i 100 anni hanno tutte un’alta probabilità di essere
a piede franco.

C’è da dire che questo “trucchetto”
a volte viene inficiato dalla “timidezza” di qualche pianta che
decide di non mostrare germogli basali, rendendo impossibile questa
analisi empirica immediata.
Confido questa piccola curiosità vi possa essere utile durante i vostro prossimi winetour, per fare bella figura con qualche produttore o compagno/a di viaggio!


F.S.R.
#WineIsSharing

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