La Tintilia del Molise e la sua riscoperta ad opera della Cantina Catabbo

Tra i miei incessanti viaggi alla ricerca di vigne e cantine capaci di stupirmi per la loro unicità la mia recente tappa molisana è rappresentata da una delle realtà più peculiari visitate negli ultimi anni.
Parlo dell’azienda Catabbo gestita dall’omonima famiglia a San Martino in Pensilis, in una terra di confine che trova la sua identità primaria in un vitigno che stava scomparendo del tutto: la Tintilia.
tintilia molise catabbo
E’ stato proprio il mio interesse per i vitigni autoctoni meno conosciuti e, in particolare, per la Tintilia a spingermi fino a qui, dove tutto ha avuto un nuovo inizio.
Sì, perché è proprio grazie a Vincenzo Catabbo che la Tintilia, oggi, è tornata tra i filari dei vigneti molisani dopo il radicale espianto del dopoguerra a favore di varietali più produttivi e più “comuni” da impiantare nelle zone pianeggianti.
Come gran parte dei vitigni che, per convenzione, consideriamo autoctoni in realtà anche la Tintilia potrebbe essere arrivata in Molise da “lontano” e si pensa che siano stati gli Spagnoli, nel ‘700 a portare le prime barbatelle (“vino tinto” in spagnolo significa “vino rosso”). Eppure, le ultime ricerche dell’università del Molise asserirebbero il contrario, ovvero l’assenza di parentele significative con altri varietali conosciuti.
A prescindere dal suo DNA, la Tintilia vede nel suo piccolo areale di produzione la sua principale fonte di unicità, capace di donare a questo vitigno personalità e peculiarità organolettiche uniche che ne fanno uno dei varietali più interessanti e duttili.
Per molti anni è stato considerato un vitigno rustico, ma la sua resistenza al freddo e alle principali patologie della vite nonché la sua attitudine a una produzione equilibrata e mai esasperata   rendono la Tintilia un’uva dal buon potenziale qualitativo e di grande costanza, anche grazie al pedoclima dell’areale in cui è coltivata. Se nell’800 era il vitigno più coltivato, però, attualmente sono solo pochi gli ettari a disposizione delle poche realtà molisane che stanno credendo in questo vitigno, anche se è proprio la famiglia Catabbo a continuare a tracciare la linea per il futuro ampliando gli impianti e sperimentando nuovi vini prodotti base Tintilia.
Se oggi possiamo parlare di vini prodotti con Tintilia in purezza e ancor più se possiamo guardare al futuro con numeri in crescita per questo unicum è proprio grazie a Vincenzo Catabbo, che da ex commerciante cerealicolo intuitì il potenziale vitivinicolo dei terreni collinari, scoscesi e di poco interesse per i produttori di grano.
Un’intuizione diventata realtà con la nascita della Cantina Catabbo che tutt’ora è la più grande produttrice di Tintilia.
Dopo un inizio (1990) come produttore di uve la cantina ha iniziato a dedicarsi alla produzione di vini di qualità in bottiglia nel 2004.
E’ proprio in vista di questo cambiamento che Vincenzo ha deciso di mettere la propria esperienza e il proprio saggio contributo a disposizione dei suoi 3 figli Sara, Carla e Pasquale oggi al timone dell’azienda.
catabbo vino
Giovani che non hanno avuto dubbi nel voler proseguire il cammino del padre con la stessa caparbietà e la medesima lungimiranza, specie per quanto riguarda la Tintilia.

Da questi vocati vigneti che guardano il mare scorgendo le Isole Tremiti e godono della protezione dei monti della Maiella hanno nella loro matrice pietrosa (da qui il nome della contrada Petriera) una peculiare nota distintiva che dona al vino complessità acide e minerali inattese.
E’ proprio grazie alla vocazione dei terreni e alla duttilità del vitigno che la famiglia Catabbo,  con il supporto dell’enologo Emiliano Falsini, è arrivata a declinare la Tintilia in numerose etichette tra le quali 3 rossi, un rosato fermo, uno Metodo Martinotti e un passito.

Tra i vini che mi hanno colpito di più spiccano le due seguenti referenze:
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Tintilia del Molise Classica Dop 2014 – Un’interpretazione nitida del varietale che ne ne delinea lo spettro organolettico con un naso tra frutto fresco e intrigante spezia nera e un sorso che gode di un slancio fresco e ferroso proprio dei vigneti dell’azienda Catabbo.  Una versione che vuole mettere in risalto le potenzialità di questo vitigno in termini di finezza e agilità di beva. La Tintilia può essere elegante e dinamica e questo vino lo dimostra senza tema di smentita.

“S” Tintilia del Molise Dop 2014 – Maggio concentrazione per un vino che si dichiara sin dalla mescita più intenso nel colore e nelle note di frutta matura e di spezia dolce. L’equilibrio tra sole e vento è riportato dalle folate balsamiche che introducono un sorso pieno ma mai opulento. Entra forte per poi distendersi in maniera disinvolta con un finale tannico-ematico di buona finezza.

Petriera Rosato IGT Terre degli Osci 2018 – Un Rosato unico nel suo genere tanto da avermi spinto a selezionarlo per il mio ultimo salone “in Rosa” tenutosi all’Only Wine Festival con un grande riscontro anche da parte del pubblico di appassionati e addetti ai lavori che hanno avuto modo di assaggiarlo. Ai classici frutti rossi si affiancano tonalità floreali di rosa su uno sfondo di macchia mediterranea. E’ un Rosato fresco ma non esile, fiero e profondo. La netta chiosa sapida ne rende inerziale la beva.  L’ennesima prova della duttilità della Tintilia!
Una realtà, quella creata dalla famiglia Catabbo, che ha dimostrato e dimostra quotidianamente l’attaccamento alla propria terra e la fiducia incondizionata nei confronti della Tintilia, nonostante le difficoltà iniziali nel farne comprendere le potenzialità e le qualità intrinseche. In attesa di vedere ultimati i lavori per la costruzione della nuova cantina, posso già dirvi che gli assaggi da vasca promettono molto bene in termini di eleganza e profondità.
tintilia
Oggi, non ho dubbi nell’asserire che senza Vincenzo Catabbo la Tintilia non avrebbe mai destato l’interesse che, per fortuna, sta destando. Tornerò presto in Molise per andare a trovare gli altri produttori che stanno riponendo fiducia e speranze in questo varietale unico nel suo genere con la speranza di trovare ancora una volta grandi storie di vino, di vigna e di vita da raccontarvi.

F.S.R.
#WineIsSharing

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