Corte Fusia – La Franciacorta che non ti aspetti!

C’è Franciacorta è Franciacorta!
Inizio questo pezzo con una frase tanto scontata quanto indispensabile per comprendere la realtà di cui vi parlerò oggi.
corte fusia cantina franciacorta
Troppe volte ho sentito frasi del tipo “in Franciacorta si fa vino dove si dovrebbe fare mais” o ancora “in Franciacorta hanno impiantato ai bordi dell’autostrada”. Beh, io credo che sia ora di fare dei doverosi distinguo e di comprendere quanto gli errori di pochi non possano svilire un intero territorio e fuorviare la percezione di un intero areale che, documenti alla mano, si è dimostrato vocato alla coltivazione della vite sin dall’epoca napoleonica.
È proprio quando la disinformazione impera e la superficialità dilaga che si deve avere la forza e la caparbietà di dimostrare che anche in territorio come quello della Franciacorta la esistono vigneti come quelli che i ragazzi di conducono con profondo rispetto e costante attenzione. Vigneti in cui, con buone probabilità, si potrebbero produrre anche grandi vini fermi a conferma della loro indubbia vocazione.
A volte basta solo cambiare punto di vista per comprendere quanto la realtà sia diversa da ciò che qualcuno si ostina a descrivere.
gigi nembrini corte fusia
Per avere un punto di vista differente e privilegiato sono dovuto salire fino agli oltre 400m slm del Monte Orfano dove sono adagiati alcuni dei più vocati vigneti dell’areale gestiti, oggi, da due giovani vignaioli Gigi Nembrini e Daniele Gentile, che con la loro Corte Fusia stanno dando nuova vita all’antica storia vitivinicola di quello che potrebbe essere considerato a tutti gli effetti un Grand Cru della Docg spumantistica più nota d’Italia.
E proprio guardando giù dall’alto dei terrazzamenti che scalano il Monte Orfano che si può avere una prospettiva decisamente differente sulla Franciacorta e ancor di più guardandosi intorno ove regna una biodiversità ancora integra, che è tutto dire in quella che dicono sia la  prima provincia industriale europea.
Un luogo diverso, nato per uno strano gioco orogenetico che ha visto sorgere quel monte solitario lontano dal resto dei rilievi dell’areale. Orfano eppure consapevole di aver avuto come madre la terra e come padre il tempo.
Corte Fusia – che deve il nome al fiume che si sfiora ogni vigneto gestito dall’azienda – è il cuore pulsante del Monte Orfano. Un cuore che ha iniziato a battere forte e a pompare mosti nelle vasche quasi per caso, quando Gigi e Daniele, dopo una serata fra amici, si sono ritrovati a fantasticare sulla nascita di un proprio Franciacorta che spiccasse per qualità ed eleganza. Eppure, non avevano ancora una idea concreta di ciò che il Monte Orfano avrebbe suggerito loro di fare e ci sono voluti alcuni step prima di comprendere a pieno le potenzialità dei propri 7ha di vigneti.
Vigne con un’età media delle piante di 18/20 anni gestiti rispettosamente seguendo i dettami dell’agricoltura biologica, in contesti di grande biodiversità.
Ciò che Monte Orfano ha suggerito e, quasi, imposto ai due giovani vignaioli è la ricerca dell’identità territoriale, cosa non così semplice da trovare in questo areale anche per via del metodo e della metodicità di produzione.
Così, per far sì che i propri vini divenissero veicoli sinceri e nitidi di quei suoli antichi, argilloso calcarei con grande presenza di scheletro, che spaziano dal rosso delle zone più basse al bianco degli impianti più in alto, hanno deciso di approcciare la produzione dei propri vini togliendo tutto ciò che il tempo ha mostrato loro essere superfluo e, a tratti, fuorviante.
Parlando con Daniele è stato sin da subito palese il fatto che ci trovassimo sulla stessa lunghezza d’onda nel parlare di sottrazione consapevole e non dell’elogio del “non fare” che è tanto in voga ultimamente. Daniele e Gigi hanno compreso ciò che serve ai propri vini per tradurre l’essenza dei propri terreni, del proprio microclima e dei propri varietali in forma liquida, senza elementi di disturbo.
Quindi bye bye legno e stop alla malolattica che in una zona dal clima tendenzialmente mediterraneo come questa avrebbe rischiato di togliere nerbo e slancio al sorso.
Anche gli affinamenti sui lieviti non si protraggono in maniera eccessiva, nell’ottica di preservare maggiori aromi primari e gusto più fresco e dinamico. Eppure, nonostante l’oculata sottrazione e la matrice vinosa di ogni vino assaggiato nei vini di Corte Fusia ritrovo sempre una complessità stratificata in cui fiore, frutto e note balsamico-minerali si alternano in una danza armonica e impegnata.
vigneti terrazzati franciacorta
Essere nella micro-zona più a Sud dell’areale del Franciacorta Docg e veder affondare le radici delle proprie viti sui vari strati di terreno del Monte Organo significa produrre vini di maggior corpo e intensità,   ben bilanciati dall’abilità dei vignaioli di preservare una buona e tesa freschezza e nel rispettare la classica chiosa salina, a tratti marina, tipica di questo territorio.
franciacorta sud
La cantina, all’interno della corte del ‘600 iniziata a ristrutturare dallo zio di Gigi anni fa per poi essere completata dai due vignaioli, accoglie in modo semplice e funzionale i vini pronti a compiere la loro paziente trasformazione in: Franciacorta Docg Brut, Franciacorta Docg Satèn, Franciacorta Docg Rosé e Franciacorta Docg Millesimato Dosaggio Zero.
Se avevo già avuto modo di tessere le lodi del “Pàs Dosé” fine, dritto, nitido e vibrante, oggi, condividerò con voi le mie impressioni sugli ultimi assaggi fatti sotto il porticato di Corte Fusia, complice una piacevolissima giornata di sole che mancava da un po’ qui, come in tutto il resto d’Italia purtroppo:
Corte Fusia Franciacorta Docg Brut (70% Chardonnay, 20% Pinot Nero, 10% Pinot Bianco / Min. 18 mesi sui lieviti) – Una provocazione, dato che il residuo zuccherino è ben inferiore a quello che ci sia aspetterebbe da un metodo classico Brut. La scelta è quella di dosare rabboccando con lo stesso vino per evitare un’incidenza stilistico-enologica che possa andare ad imbrigliare l’anima del Monte Orfano. Un’anima apparentemente semplice che, però, sa trovare la sua complessità nel delicato gioco fra struttura e slancio, fra corpo e freschezza con un affondo sensibilmente sapio. Un Franciacorta che coniuga in maniera armonica sensazioni di sole, di vento e di mare.
Corte Fusia Franciacorta Docg Satèn (90% Chardonnay, 10% Pinot Bianco / Ca. 36 mesi sui Lieviti) – Ho avuto modo di assaggiare 3 annate differenti del Satèn di Corte Fusia e ciò che mi ha colpito di più è stata la coerenza nel garbo e nella pulizia interpretativa di un vino che, generalmente, trovo ai limiti del – passatemi il termine – “ruffiano”. Non è così per quello di Gigi e Daniele che sono riusciti a mantenere integre le peculiarità del Monte Orfano anche in questa declinazione che non vuole eccedere in morbidezza o suadenza, bensì sembra voler enfatizzare le note minerali, di brezza marina, a fare da trait d’union olfattivo tra i tre vini. Il gioco dell’evoluzione vede i tre assaggi distinguersi per l’incidenza di componenti ossidative positive che virano sulla frutta secca senza sfociare in amarezza e senza perdere slancio.
Ho avuto la possibilità di assaggiare in anteprima due sboccature à la volée dell’annata 2014 che potrete assaggiare l’una a distanza di un anno dall’altra delle quali non vi anticipo nulla se non la riconferma di quanto un’annata così complessa e poco produttiva possa dare origine a vini (specie se bianchi e spumanti) di grande qualità, affilati e profondi, ancor più in un territorio in cui la struttura non viene lesinata neanche in annate fredde.
In conclusione, Corte Fusia rappresenta per me un riferimento quando penso alla Franciacorta in quanto capace di andare oltre i pregiudizi e di evitare sin dal principio i meri scimmiottamenti.
Nononstante si tratti di una realtà relativamente giovani Gigi e Daniele hanno saputo tracciare una linea netta e dritta come i loro vini, in grado di coniugare forza espressiva e slancio di una beva che ha il dono di rendere semplice ciò che semplice non è! Ora non resta che aspettare l’uscita del loro “cru” e, magari, in futuro, i ragazzi ci stupiranno anche con dei vini fermi a testimonianza ulteriore della grande vocazione dei loro vigneti.

inerbimento vigna
Io non ho mai avuto preconcetti riguardo la Franciacorta, ma di delusioni dalla vigna al bicchiere ne ho avute molte negli ultimi anni, quindi aver trovare una realtà come questa è stato davvero un sospiro di sollievo che spero avrà un seguito, visitando altre realtà virtuose di questo territorio tanto noto quanto incompreso pienamente.

F.S.R.
#WineIsSharing

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