I Fabbri – A Lamole l’equilibrio e la finezza dell’enclave del Chianti Classico

Ci sono luoghi nell’Italia del vino capaci di coniugare antica saggezza vitivinicola e odierna contemporaneità nel bicchiere. Uno di questi è, senza tema di smentita, Lamole, vera e propria enclave del Chianti Classico per condizioni pedoclimatiche e per la peculiare altitudine media dei vigneti.
Se la vocazione di questo piccolo borgo frazione di Greve in Chianti era già nota oltre 2000 anni fa ai Romani, ciò che rende Lamole unica nel presente è la concomitanza di una decisamente importante lista di fattori capaci di identificare questo piccolo micro-areale come uno dei più idonei alla coltivazione della vite nell’era dei cambiamenti climatici.

In queste “lame” di terra (probabilmente si deve a questo l’etimologia del nome “Lamole”) che ne disegnano il profilo, unitamente ai calanchi scolpiti dal tempo nei millenni e ai terrazzamenti creati dall’uomo nel corso dei secoli la vite, oggi, trova le condizioni ideali per esprimere equilibri sempre più rari in termini di maturazione e di armonica eleganza.
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Adagiate su suoli per lo più composti da macigno chiantigiano (albarese e galestro, ricco di manganese e ferro) le viti di Sangiovese e degli altri vitigni gregari (fatta eccezione per qualche internazionale capace di tradurre il territorio con grande fedeltà dimostrandone la spiccata perosnalità) godono, nelle migliori esposizioni, di notevole irradiazione solare e di una fondamentale escursione termica notte-giorno dovuta all’altitudine per lo più sopra ai 500m slm. Queste particolari condizioni permettono alle – purtroppo – pochissime cantine locali di gestire anche le annate più calde senza particolari problemi in termini di preservazione dell’acidità e di finezza nello sviluppo aromatico.

vigne terrazze lamole
La mia passione per le vigne in altitudine e per i vini tesi ed eleganti, ma non esili, mi ha portato sino all’Az. Agricola I Fabbri.
Attiva nella produzione agricola dal 1600, I Fabbri inizia il suo nuovo corso nel 2000 con l’avvento di Susanna e Maddalena Grassi. Una delle peculiarità di questa piccola realtà a conduzione familiare da secoli è l’altitudine dei 9 ettari di vigneto che varia dai 550 agli oltre 650 metri sul livello del mare.  Se si ama la vigna come me, è impossibile non provare una certa suggestione gettando lo sguardo verso la bellezza senza tempo delle terrazze centenarie restaurate nel 2002 e riportate alla loro antica vocazione.

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In questo vero e proprio anfiteatro naturale le viti godono di un’ottimale esposizione sud / sud-ovest che garantisce molte ore di luce che a queste altitudini risulta fondamentale per raggiungere la piena maturazione delle uve.
Camminando con Susanna nella proprietà di famiglia comprendo l’importanza della parcellizzazione dei vigneti e delle loro conseguenti raccolte e vinificazioni separate: più in alto nascono il Chianti Classico Lamole e il Chianti Classico Olinto, oltre alla piccolissima produzione di Merlot in purezza Doccio; da quelle più in basso vengono raccolte le uve atte alla produzione dei vini con maggior corpo come il Chianti Classico Riserva e la Gran Selezione.
Quando parliamo di corpo e struttura qui a Lamole e, in particolare, a I Fabbri non parliamo di sovrastrutture o surmaturazioni, bensì di una maggior intensità e densità materica percorsa, sempre, da una spina acida longilinea e fresca, con una chiosa minerale che ricorre in ogni singolo vino prodotto da questa cantina.
E’ difficile scegliere di quali vini parlarvi nel dettaglio ma ho deciso di condividere con voi le mie impressioni riguardo i 3 assaggi che di più hanno palesato ciò che mi aspetto da Lamole, ovvero finezza, slancio ed armonia.
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Chianti Classico Docg “Lamole” – I Fabbri 2017: nonostante l’annata calda e siccitosa questo Sangiovese Grosso di Lamole in purezza mostra tutta la vocazione del terroir di questa zona e di questa realtà, in particolare, nel bilanciare stagioni così complesse in termini di picchi di temperatura e stress idrico. Un naso dal frutto integro, senza accenni di cottura, ancora fresco e adornato di fiori e spezie capaci di renderlo ancor più elegante ed intrigante. Il sorso entra pieno per poi slanciarsi con grande disinvoltura fino alla chiosa saporita fra di sale e ferro. L’elogio del territorio nella sua interpretazione più sincera.
 
Chianti Classico Docg “Terra di Lamole” 2015 – I Fabbri: grande annata di luce piena per Lamole, che si traduce in questo vino con un’espressione di grande tipicità e identità territoriale. Il Sangiovese coadiuvato da un piccolo saldo di Canaiolo Nero (10%) si mostra fiero nel frutto e suadente nel fiore e nella spezia naturale per poi concedersi ad un sorso integro, deciso, dinamico e sanguigno. Un esempio lampante di quanto struttura e acidità possano danzare all’unisono nei vini di Lamole senza forzature di sorta. 
 
IGT Toscana Merlot “Il Doccio” 2015 – I Fabbri: ricordo ancora la prima volta che mi ritrovai nel calice questo Merlot in grado di tradurre in maniera così fedele il territorio da far venir meno la noia che alcuni vini prodotti da questo varietale inducono al mio palato in favore di una sferzata di Lamole che non lasciava adito a dubbi riguardo la sua provenienza. Quando un vitigno alloctono si adatta alla terra nella quale affonda le proprie radici a tal punto da parlare il suo idioma in maniera fluente e, persino, con il giusto accento locale vuol dire che quel territorio ha una personalità tale da incidere più del varietale stesso sullo spettro organolettico del vino che ci ritroviamo nel calice. E’ proprio per questo che il Doccio de I Fabbri è un assaggio con il quale confrontarsi assolutamente, per comprendere a pieno la forza di questa terra e la sua peculiare identità. Un vino di rara eleganza, dalla beva fine e profonda, che trova nel finale minerale la chiusura di un cerchio territoriale di impressionante coerenza.

i frabbi susanna

Lamole è la vetta del Chianti Classico e lo è non solo in termini di altitudini medie dei vigneti ma anche, e soprattutto, nello sviluppo longilineo ed elegante dei suoi vini che, se rispettati come nel caso dei I Fabbri, si fanno veicolo di identità territoriale con personalità e profondo senso di appartenenza.
Chi ama il Sangiovese nella sua veste più fine e slanciata non può non amare questo vero e proprio Grand Cru del Chianti Classico e la cantina I Fabbri rappresenta, senza tema di smentita, uno dei picchi assoluti della sottozona.

F.S.R.
#WineIsSharing

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