Franco Pacenti, la sua famiglia e la cantina Canalicchio – Un Brunello di Montalcino tra passato e futuro

Montalcino è da sempre uno degli areali italiani ai quali dedico più attenzione in quanto amante del Sangiovese ma ancor prima dell’indiscussa vocazione di questa terra.
La notorietà del Brunello di Montalcino così come la percepiamo oggi è un fatto recente se pensiamo ai tempi enoici legati agli exploit dei grandi vini e dei più noti territori vitivinicoli.
E’ per questo che molte delle cantine di Montalcino sono nate ufficialmente tra gli anni ’90 e gli inizi del 2000, grazie all’apertura di importanti mercati stranieri ad un trend molto positivo delle valutazioni globali sul Brunello. Eppure, proprio per questo, credo sia opportuno e fondamentale andare a ritroso nel tempo fino a scoprire quali siano stati i veri pionieri del Brunello di Montalcino e quali siano le realtà più longeve di questo areale.

franco pacenti cantina montalcino
E’ per questo che poche settimane fa ho voluto fortemente visitare la cantina Canalicchio di Franco Pacenti, nella zona nord-est di Montalcino, nell’omonima conca che rappresenta uno degli “ideali storici cru” del Brunello.
Fondata negli anni ‘60 dal padre Rosildo, è sempre rimasta in mano alla famiglia Pacenti, nonostante ci siano state delle divisioni che hanno portato alla nascita di altre realtà.
La realtà condotta da Rosildo, però, non era ancora specializzata nella produzione di vino di qualità ma, come di norma per le aziende agricole di quei tempi, al vino sfuso si univa la produzione di olio e l’allevamento di bestiamo per consumo interno e per il sostentamento economico della famiglia.
cantina franco pacenti montalcino

Rosildo, però, intravide le potenzialità del Brunello e del vino in bottiglia sin dal 1966, anno in cui decise di imbottigliare il primo Brunello di Montalcino, contribuendo nell’anno a seguire (1967) alla fondazione del Consorzio del Brunello di Montalcino.

fondazione consorzio brunello
La vera svolta, però, avviene nel 1988 quando Franco Pacenti, figlio di Rosildo, decide di restaurare la cantina storica e di implementare l’attività vitivinicola e, quindi la futura produzione di Brunello, impiantando nuovi vigneti.
Oggi Franco è coadiuvato dai figli Lisa, Serena e Lorenzo che assieme a lui conducono i ca. 10ha di vigneti, le vinificazioni nella nuova cantina, nonché i wine tasting e le attività di accoglienza in cantina.

lorenzo pacenti enologo cantina montalcino
E’ proprio il giovanissimo Lorenzo Pacenti ad accogliermi in occasione della mia visita e sin da subito ci troviamo in sintonia riguardo la conduzione agronomica rispettosa e la sua preparazione è seconda solo alla passione che mette nel raccontare quanto fatto dalla sua famiglia e quanto stiano facendo le nuove leve per onorare il passato di Canalicchio senza snaturarne l’essenza ma apportando nuova linfa e maggior consapevolezza in vigna e in cantina, al fine di produrre vini sempre molto legati alla tradizione ma, al contempo, in linea con il gusto odierno che tanto sta facendo apprezzare il Brunello in Italia e nel mondo.

vigna nord montalcino
Per “gusto odierno”, ovviamente, non parlo di “gusto moderno”, ovvero di quel trend che ha portato molti produttori a inseguire le chimere americane dando connotazioni al Brunello che poco avevano a che fare con le interpretazioni più classiche ed eleganti di questo grande vino toscano.
Per quanto concerne i vini eccovi le mie impressioni a riguardo:
degustazione vini franco pacenti canalicchio
Rosso di Montalcino Doc 2016 – Franco Pacenti Canalicchio: che la 2016 sia una delle migliori annate prodotte nel nuovo millennio sia per quanto riguarda il Rosso di Montalcino che per il futuro Brunello (gli assaggi da botte ne fanno già percepire la grandezza in termini di armonia e finezza) ormai è risaputo ma la scelta di uscire più tardi con il Rosso che alcune aziende adottano non sempre è da me condivisa, in quanto si rischia di perdere la fresca integrità dei profumi e la dinamica di beva che questi vini dovrebbero sempre avere. Questo assaggio, però, da ragione alla famiglia Pacenti in quanto nel mio calice trovo un Sangiovese puro nel varietale, ancora spinto su tonalità di frutto e di fiore fresche, con un’evoluzione fine e balsamica che va addirittura ad enfatizzare la giovinezza di questo Rosso. Una beva agile, slanciata ma con buona materia e un tannino fitto e definito. Un Rosso di Montalcino che alcuni definirebbero un “piccolo Brunello”, ma a me piace vederlo come un grande Rosso di Montalcino in quanto questa “categoria” merita tanta attenzione quanto quella riservata al suo fratello maggiore.

Rosso di Montalcino Doc Gemma 2015 – Franco Pacenti Canalicchio: è un’edizione speciale, dedicata alla nuova arrivata nella famiglia Pacenti, figlia di Lisa. Un nome importante, prezioso, elegante che dona molto a questa 2015 che, nonostante l’importanza muscolare dell’annata mette in risalto tutta la naturale attitudine alla freschezza della zona Nord, privilegiata in un’era in cui i cambiamenti climatici stanno portando, anche a Montalcino, ad alcune riconsiderazioni in termini di vocazionalità zonale.
Un vino pieno, intenso, ma capace di grande armonia e una profonda spinta. Non mi meraviglierei se alla cieca molti lo scambiassero per un Brunello giovane e non vi nego che avendo assaggiato le anteprime 2015 di Brunello annata e della nuova selezione “Rosildo” (anch’essa frutto di una dedica, ovviamente al fondatore dell’azienda) questo Rosso può dare già un’idea concreta di ciò che andremo ad assaggiare l’anno prossimo.

Brunello di Montalcino Docg 2014 – Franco Pacenti Canalicchio: eccola di nuovo, questa 2014 così bistrattata e, oggi, così apprezzata da chi ama i Sangiovese snelli, fini, eleganti e di grande agilità di beva. Questo assaggio non è da meno, ma non lesina struttura, nonostante le peculiarità dell’annata e il versante nel calice ho trovato un Sangiovese che non manca di nulla e ha nerbo da vendere. Alla proverbiale tensione dell’annata si abbina una tessitura strutturale e tannica definita e per nulla esile. Un Brunello luminoso.

Brunello di Montalcino 2012 Docg 2012 – Franco Pacenti Canalicchio: per fortuna tra le 2014 e questa Riserva 2012 c’è stato un assaggio “extra” del Brunello annata 2013 che funge da perfetto trait d’union tra due annate quasi agli antipodi. Reputo le annate calde e molto muscolari molto più adatte alla Riserva, specie in questo versante, in quanto capaci di reggere in maniera ottimale il più lungo affinamento in botte e di evolvere senza alcun cedimento strutturale in bottiglia. Questa Riserva non è da meno, mostrandosi ancora leggermente imbrigliata tradendo una gioventù molto positiva per un vino che andrebbe acquistato ora e dimenticato in cantina per almeno un paio d’anni prima di poterne apprezzare a pieno il potenziale espressivo. Un vino di muscolo, ma di certo non una fibra da velocista! Alla forza esplosiva, infatti, preferisce quella resistente tipica dei grandi maratoneti.
brunello montalcino canalicchio
Nel complesso questa storica realtà ilcinese si è dimostrata fedele alla sua reputazione, con il plus di una visione prospettica molto positiva dovuta alla grande voglia di fare della nuova generazione che, sono certo, non mancherà di stupire di annata in annata.




F.S.R.
#WineIsSharing

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