Il Pinot Grigio Ramato Madonna d’Aiuto di Valentino Butussi – La prima annata di un grande vino

Chi mi segue da un po’ sa dell’attenzione che ho dedicato negli ultimi anni ad uno dei vini italiani che di più manifestano quel raro connubio fra radicata tradizione e contemporaneità del gusto: il Pinot Grigio Ramato.
Prima di raccontarvi il mio incontro con il vino di cui vi vorrei parlare oggi – Il Madonna d’Aiuto di Valentino Butussi 2018 – vorrei fare una doverosa premessa su questa tipologia di vino.
Pinot Grigio Ramato Madonna D'Aiuto Butussi
E’ importante sapere, infatti, che il Pinot Grigio Ramato vanta una sua radicata tradizione e una storia di tutto rispetto che affonda le radici nei tempi della Serenissima Repubblica di Venezia in cui, per la prima volta, troviamo riferimenti al termine “Ramato”.
Una tradizione propria di un territorio circoscritto come quello del Triveneto con un vero e proprio cuore nel Friuli, nonostante ci siano buone espressioni di Pinot Grigio Ramato anche in Veneto e in Trentino Alto Adige.
Eppure, nonostante la storicità e l’identità varietale e territoriale del Pinot Grigio Ramato, negli ultimi anni abbiamo assistito a una progressiva scomparsa di questa “classica” interpretazione a favore della più “moderna e tecnologica” vinificazione in bianco, che ha reso famoso il Pinot Grigio italiano nel mondo.
Sì, perché pur avendo origini alsaziane (in loco si producono ancora vini “ramati”) la vera patria adottiva del Pinot Grigio è l’Italia che ne è divenuta la maggior produttrice con oltre il 40% della superficie vitata con questo varietale al mondo.
Come ho già avuto modo di dire durante alcune delle mie masterclass vi basterà osservare il grappolo di Pinot Grigio per comprendere vuole essere trasformata in qualcosa di più di un bianco carta. Inoltre, le vinificazioni mirate a privarlo della sua naturale pigmentazione vanno a svilire anche quello che è il potenziale organolettico del varietale parente stretto del Pinot Nero del quale è un’evidente mutazione.
Proprio per questo, la mia ricerca mi ha spinto a conoscere e valorizzare quei produttori che non hanno ceduto alle sirene dei mercati e alle lusinghe commerciali continuando a credere nella versione che prevedere la macerazione.
Tra queste realtà spicca, sicuramente, l’Az. Agr. Valentino Butussi che da anni mi apre le porte delle sue cantine per assaggiare in anteprima i vini che verranno da vasche e botti. Ho già avuto modo di raccontarvi la storia di questa realtà a conduzione familiare sita a Corno di Rosazzo, ma non ero ancora riuscito a condividere con voi il mio incontro con l’ultimo nato in casa Butussi: il Pinot Grigio Ramato Madonna d’Aiuto 2018.
Un vigneto che conosco bene, un cru in cui ho avuto modo di camminare più volte e di assaggiare quegli acini tra il rosa e il rame che tanto spiccano in vigna quando sono maturi.

Cru Colli orientali friuli vino
Ricordo ancora il giorno in cui ho assistito al taglio delle varie masse di Pinot Grigio ramato che riposavano nelle botti tradizionali friulane da 700l e in altri vasi vinari. Con Filippo Butussi, l’enologo dell’azienda, ci confrontammo a lungo, ma il potenziale era evidente e non potevo che ben sperare.
Madonna d'aiuto valentino butussi
Eppure, a distanza di circa due anni, ritrovarmi a stappare una delle appena 1298 bottiglie prodotte di quel vino così particolare e così incerto nelle sue evoluzioni future è stato particolarmente interessante. 
Ciò che ho trovato è stato un Pinot Grigio dalla ramatura che anela ai cromatismi di un Pinot Nero molto scarico, luminoso e nitido. Ciò che mi premeva di più, però, era l’equilibrio in quanto l’assemblaggio non era semplice e sarebbe bastato davvero poco per ottenere un vino poco bilanciato. Invece no! Il naso prelude già ad un vino sapientemente assemblato, armonico nel profilo varietale, fiero di mostrare la sua stretta parentela con il Pinot Nero che il colore aveva già accennato. Il naso stupisce con spiccate e solari note agrumate, sfumati piccoli frutti rossi appena maturi e folate di rosa a donare eleganza. Il sorso è materico nella tessitura del corpo e longilineo nel distendersi. La chiosa è sapida, a tratti ematica. Tratti minerali fondamentali per coniugare l’importanza del vino ad una beva dinamica e mai noiosa.

Descrittori organolettici che rendono poco l’idea della personalità che possiede il Madonna d’Aiuto, capace di dimostrare, ancora una volta, quanto il Pinot Grigio Ramato rappresenti una nicchia che non può andare persa.
Una nicchia che, oggi, può tranquillamente porsi come alternativa al mondo dei Rosati da un lato e degli Orange Wine dall’altro, entrambe categorie molto interessanti per me, ma che in Italia non possono vantare la tradizione propria del PGR.
In un’era enoica in cui, fortunatamente, c’è voglia di scoprire e di assaggiare vini meno comuni ma dalla forte identità territoriale e varietale, le interpretazioni questa tipologia di vino rispecchia a pieno le esigenze del degustatore più curioso.

Il mio invito, quindi, è quello di dedicare particolare attenzione al mondo del Pinot Grigio Ramato, nella certezza che vini come il Madonna d’Aiuto di Valentino Butussi non potranno che stupirvi.

F.S.R.
#WineIsSharing

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