Il Metodo Corino – Pratiche agronomiche per la produzione di uva e vino “naturale”

Nel mezzo del cammin “enoico” della mia vita ho incontrato molte persone in grado di condividere con me sapere e saggezza, pensieri ed esperienze. In pochi, però, hanno avuto la capacità di formarmi attraverso i loro insegnamenti attraverso qualche incontro de visu, grazie ai loro scritti o “semplicemente” rubando con gli occhi il loro lavoro.
Una delle persone da cui ho appreso maggiormente i rudimenti dell’agronomia e grazie alla quale ho scoperto e alimentato la mia passione per la vigna è, senza tema di smentita, Lorenzo Corino.
Agronomo e ricercatore, autore di pubblicazioni a carattere tecnico-scientifico nel settore vitivinicolo. Lorenzo Corino è da sempre attento alle produzioni agricole in armonia con il territorio rurale, implementa le gestioni colturali che valorizzino il “capitale terreno” e il buon uso delle risorse dei luoghi.
metodo corino lorenzo
Rappresenta la sesta generazione di vignaioli nell’azienda di famiglia, Case Corini, a Costigliole d’Asti. Dopo una carriera conclusa come dirigente presso il CRA, Centro di Ricerca per l’Enologia di Asti, dal gennaio 2013 è approdato alla Fattoria La Maliosa , a Saturnia, per un nuovo progetto vitivinicolo. Lo incontrai a la Maliosa, piccola e virtuosa realtà della Maremma in cui ha avuto modo di proseguire le sue ricerche in ambito vitivinicolo. E’ proprio grazie al lavoro di squadra con Antonella Manuli, titolare de La Maliosa, che Lorenzo ha avuto modo di codificare l’insieme delle pratiche agronomiche per la produzione di uva e vino “naturale”: il METODO CORINO.
la maliosa metodo corino
Autore di numerosi saggi in materia, nel 2019 ha pubblicato la seconda edizione del volume “L’essenza del vino e della viticoltura naturale”, vincitore del Premio Speciale della XVII edizione del Concorso Letterario Nazionale “Bere il territorio”.
– Cos’è il Metodo Corino?
Il Metodo Corino, brevetto depositato e marchio registrato di Lorenzo Corino e Antonella Manuli, prevede la realizzazione di un insieme di processi agronomici innovativi per la produzione di uva da tavola e di vino. Il metodo privilegia la vitalità dei suoli, la salubrità dell’ambiente, dei produttori e dei consumatori.
Opera scelte mirate e innovative riguardanti i vitigni e le tecniche colturali ottimali per vigneti a elevato valore conservativo dei luoghi e paesaggi. L’obiettivo è produrre uva con professionalità attraverso una sostenibile gestione del vigneto al fine di tendere a valori di eccellenza qualitativa e bontà nutrizionale. Il principio del Metodo Corino è che la coltivazione è sostenibile, se è in grado di fornire con una certa regolarità prodotti a forte identità, rispettando al massimo il territorio considerato. Questa valutazione di sostenibilità viene misurata da almeno due fattori: la qualità biologica del suolo (QBS) e la Carbon Footprint (LCA-assessment) dell’azienda e dei prodotti. Inoltre il ciclo di coltivazione basato su materiali vegetali prodotti in loco, costituisce la scelta fondamentale.
Nel passaggio da uva a vino le fermentazioni devono svolgersi naturalmente con lieviti e batteri indigeni. La successiva elaborazione del vino in cantina deve essere realizzata con perizia umana nei travasi e nell’allevamento del vino. Il Metodo Corino esclude ogni additivo e ogni tecnologia invasiva, realizzata con qualsivoglia intervento chimico o fisico, atto a modificare l’origine e l’evoluzione naturale del vino, che trova la sua esclusiva provenienza nell’uva. L’insieme di queste attività contribuisce alla crescita del settore con valori che non si limitano alla produzione di uva e vino, ma comprendono anche cultura, stili di vita, tutela del paesaggio, longevità dei vigneti, valenza patrimoniale dei territori.
-Dove e come può essere applicato?
In tutti quegli ambienti con caratteristiche di storicità e vocazionalità spiccate per vigneto. Intendo terreni che ospitano vitigni storici e che abbiano caratteristiche ben precise legate al territorio dal punto di vista ambientale e climatico. In Italia ci sono molti luoghi con queste caratteristiche e il Metodo Corino permette di valorizzare e preservare le caratteristiche originali del luogo. 

vigna biodinamica
-Quali sono i vantaggi in termini vitivinicoli?
I vantaggi sono diversi, sia dal punto di vista dell’ambiente, sia per quanto riguarda i prodotti. Il Metodo Corino permette di conservare uno specifico ambiente, preservandone le caratteristiche di originalità, salubrità e bontà agronomica. Tutto questo si trasferisce nel prodotto, l’uva, che trasmette le caratteristiche di originalità del territorio a cui appartiene . Questi sono i valori che dovrebbero ritrovarsi nei vini.
-Quant’è importante la pacciamatura nell’ambito del Metodo Corino?
Parlerei innanzitutto dell’importanza di un modo poco invasivo di gestire le vigne, di cui la pacciamatura è uno degli strumenti. Il Metodo Corino prevede una gestione rispettosa del terreno e delle sue caratteristiche. In questo processo la pacciamatura è fondamentale in particolare nelle zone a fertilità contenuta , perché permette, allo stesso tempo, di fertilizzare il terreno e di proteggerlo dall’eccessiva insolazione e di favorire una naturale disponibilità idrica Grazie a una corretta gestione delle colture il suolo viene migliorato anche per una accresciuta biodiversità nel vigneto stesso.
pacciamatura
-Il rapporto fra uomo e natura e fra vignaiolo e vigna secondo Lorenzo Corino?
Partiamo dal presupposto che la Natura è competizione e questo non dobbiamo dimenticarlo mai. Resta il fatto che per avere a che fare con la Natura dobbiamo avere rispetto e competenza. Su questi due principi si basa tutto il mio approccio all’agricoltura, del quale ho parlato anche nel mio libro “L’essenza del vino e della viticoltura naturale”. Fare vino è un impegno molto serio, fare vino significa conoscere il territorio, conoscere le tecniche produttive, sapere accettare la dinamica continua dei cambiamenti.

-Cosa pensi della definizione “vino naturale”?

Oggi ‘vino naturale’ è una definizione commerciale, che serve a classificare vini prodotti nel rispetto della natura. Credo che il termine vino naturale possa essere una miccia per scuotere chi ancora non ha capito appieno i valori dell’uva, del luogo di provenienza, dei processi produttivi. Noto quindi, con grande interesse, che qualcosa si muove intorno al tema dei vini naturali. Ne è prova un recente webinar di OIV, Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino, nel quale si è proprio parlato di vini naturali. Trovo importantissimo che inizino a occuparsi dell’argomento anche i grandi organismi internazionali. Questo accade perché il vino naturale è ormai diventato maggiorenne e conosciuto. I vini naturali richiedono, però, molta competenza, ambienti molto vocati e posseggono rischi di produzione che ne limitano l’espansione. La lealtà territoriale nel fare viticoltura e in cantina costituiscono un patrimonio irrinunciabile per produrre dei buoni vini naturali.
vigna la maliosa
-Questa pandemia, al netto degli ovvi aspetti nefasti, può essere un volano per la sostenibilità e può rappresentare una stimolo ad una rinnovata consapevolezza riguardo la salubrità delle nostre scelte enoiche? Sia da parte di chi il vino lo fa che da parte del consumatore.
 
La pandemia è stato un altro campanello d’allarme per farci capire che dobbiamo avere rispetto della nostra salute e della salute dell’ambiente in cui viviamo. Spero possa essere almeno utile per aumentare l’attenzione di metodi di lavoro e criteri che rispettino la sostenibilità in qualsiasi settore agricolo che produce cibo e soprattutto in quello del vino .
 
francesco saverio russo wine blogger naturale

In un contesto di grande incertezza e fumosità, il fatto di poter avere definizioni razionali e passaggi metodicamente descritti e tecnicamente giustificati è sintomo di grande responsabilità. E’ palese che la volontà di Lorenzo Corino sia quella di dare un senso a ciò che la semantica non aiuta, risultando spesso fuorviante e poco attinente alla realtà. Non amo il termine “vino naturale”, eppure comprendo la posizione che Lorenzo assume attraverso il suo metodo, senza temere di utilizzare quello che egli stesso definisce “definizione commerciale” in quanto in grado di attirare l’attenzione di chi ha interesse nei confronti della sostenibilità in senso stretto e in senso lato. Lo fa, però, senza dimenticare i due fattori più importanti, quelli che io stesso giudico “discriminanti” ai fini della valutazione di un buon vino, ovvero la capacità di produrre, attraverso il suo metodo, vini dalla forte e originale identità territoriale. L’unica strada per poter parlare di vino in questi termini è addurre a sostegno delle proprie tesi conoscenza, esperienza e qualità.
agronomo lorenzo corino
In molti, negli anni, hanno cercato di indurre diatribe e di fomentare gli animi al fine di far emergere il “vino naturale” in contrapposizione con tutto il resto, ma da appassionato di vigna, cantina e vino, ancor prima che da “critico enoico”, credo che la strada per l’acquisizione di valori come il rispetto e della salubrità come fondamentali nel percorso di evoluzione sostenibile delle aziende vitivinicole italiane (e non solo) sia quella dell’educazione intesa in ambo i suoi significati.
E’ per questo che ho sempre apprezzato i modi garbati e appassionati di Lorenzo Corino, come viatico per una maggior consapevolezza anche per me che ho sempre sostenuto di voler assaggiare tutto a prescindere dalla filosofia produttiva ma, al contempo, ho cercato di sensibilizzare appassionati, addetti ai lavori e gli stessi produttori ad un maggior rispetto dalla vigna al bicchiere.
Modi garbati e appassionati che acquisiscono valore educativo grazie alla inconfutabile saggezza di Lorenzo, uomo di vigna che auguro a tutti gli amanti del vino di incontrare sul loro cammino, a prescindere dalla propria “filosofia” e dai propri ideali enoici. Perché il vino deve unire ed ampliare le nostre vedute, non limitarci o farci ragionare a compartimenti stagni. L’importante è mantenere sempre un approccio imparziale e obiettivo.
 
 
F.S.R.
#WineIsSharing

 

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