Masseria Della Porta – Il talento di Achille agronomo-vignaiolo nella terra del Taurasi

Come sapete, i miei viaggi alla scoperta dei territori vitivinicoli italiani sono spesso in solitaria, eppure quando gli amici chiamano non mi faccio mai trovare impreparato, specie se gli amici in questione sono veri e propri riferimenti enoici ed umani per me. 

E’ così che, senza aver pianificato nulla, con la mia solita valigia di “riserva” nel bagagliaio, qualche settimana fa, decisi di dirigermi in Irpinia, alla volta di una piccolissima realtà che, a detta dei miei due compagni viaggio, avrebbe potuto stupirmi come poche altre in vita mia.

Quella piccola realtà si chiama Masseria Della Porta e si trova a Monteaperto, piccola frazione di Montemiletto. Come spesso accade per micro-aziende vitivinicole agli albori della loro vita produttiva, è dalle vigne che si parte, com’è giusto che sia! La storia di Achille Della Porta, giovane agronomo e vignaiolo, parte proprio dai vigneti scelti accuratamente nel mosaico vocazionale della sua verde Irpinia. Una scelta ponderata lo ha visto allontanarsi dall’attività di suo padre per dedicarsi al suo sogno di fare grandi vini nella sua terra. Nello sguardo di Achille e nelle sue parole si percepisce quanto sia forte l’attaccamento a questo territorio e quanto forte sia la volontà di tradurre la sua terra in maniera nitida, senza orpelli e senza snaturarne l’identità varietale e pedoclimatica. 

taurasi irpinia

Per ora la sua produzione è riservata al vitigno principe di questa zona, l’Aglianico, e alla sua massima espressione, il Taurasi.

Aglianico che Achille alleva nell’ettaro e mezzo in cui spiccano i quattro cerri secolari che danno il nome al suo “cru” di Irpinia Aglianico e del suo Taurasi.

vigne irpinia

L’approccio in vigna è quello del rispetto totale, al fine di preservare la grande biodiversità che il contesto in cui Achille ha la fortuna di fare vino detiene, quindi niente diserbo né prodotti di chimica di sintesi. Scelta non semplice, ma da agronomo vuole dimostrare di poter barattare la chimica con la competenza tecnica e con l’attenzione continua che solo i vignaioli possono dare ai propri vigneti.

achille della porta

In attesa di terminare i lavori per la sua piccola ma funzionale cantina, Achille si appoggia a una struttura “amica” per la vinificazione che assicura di curare dalla fermentazione all’imbottigliamento. Fermentazione che avviene spontaneamente in acciaio senza controllo della temperatura, alla quale segue l’affinamento in botti di Rovere irpino per 12 mesi. Il vino non subisce chiarifiche o filtrazione. Lungo l’affinamento in bottiglia prima della commercializzazione.

vino taurasi quattro cerri

Il “Quattro Cerri” Irpinia Aglianico Dop annata 2017 dimostra quanto in Irpinia, a queste altitudini (400m slm ca.) le annate calde non sortiscano gli esiti che ci si aspetterebbe da alcuni areali del Sud e non solo. La freschezza è preservata, nonostante la piena maturità di frutto. La struttura è fiera e tonica, ma non eccessiva, sostenuta da un buon nerbo acido. La trama tannica è fitta e per nulla sgarbata. Profondo ed ematico il sorso. Interessante anche l’ancora giovane 2018, che stupisce per slancio, agilità e finezza.

Il Quattro Cerri Taurasi Docg 2015 è il primo Taurasi di Achille ma l’equilibrio e l’espressività di questo Aglianico parrebbero prodotti dal fare di vigna e di cantina di un produttore esperto. Credo che sia l’estrema sensibilità di Achille nell’interpretare i suoi vigneti a conferire alla sua opera un’identità tanto marcata quanto per nulla ostentata, tra tradizione e contemporaneità. Un Taurasi d’antàn al naso, scuro, profondo e intrigante, con un sorso capace di bypassare gli ostacoli dei vini “artigianali” che anni fa necessitavano di lunghissimi affinamenti dapprima in legno e poi in bottiglia per smussare i propri spigoli. Quello di Achille è un Taurasi che, nonostante l’importanza della materia e della tessitura, si lascia bere con grande piacere e non si nega con austerità, bensì tende a concedersi dopo qualche attimo nel calice con garbo ed armonia.

In futuro entreranno in produzione altre piccole parcelle di vigneto di Aglianico e di uve bianche locali, al fine di completare il progetto che porterà Masseria Della Porta a produrre vini da “cru” differenti per pedologia e micro-clima, nonché per età dei vigneti e contesti in cui essi sono inseriti. Espressioni differenti che mirano a valorizzare ancor di più le singole identità di un territorio che, anche grazie a realtà come questa, sta tornando ad attirare l’attenzione che merita.

Un talento vero quello di Achille Della Porta che per me è valso il viaggio in Irpinia e per voi, speso, varrà il viaggio verso l’Only Wine Festival di Città di Castello che si terrà in data 19-20 giugno 2021, nel quale potrete conoscere personalmente questa realtà e i suoi vini, insieme ad una selezione dei migliori piccoli e giovani produttori italiani.

F.S.R.

#WineIsSharing

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