Calcaia 2012 – il Muffato dei fratelli Barberani – L’oro del sole che dissolve la nebbia

Da oggi vorrei iniziare con un ulteriore forma di condivisione, più diretta, meno prolissa del solito, ma credo interessane ed utile, almeno per chi si fida delle mie opinabili, ma sincere, sensazioni ed emozioni enoiche. 
Vi parlo spesso di Cantine, della loro storia ed ancor più della personalità e del trascorso dei vignaioli che vi lavorano, ma poi, alla fine, tutto questo gira attorno ad una sola cosa, il nostro Amato Vino!
Ecco perché, mi sembra interessante, continuare il mio percorso di condivisione parlando di quei Vini incontrati per caso, sul mio cammino di winelover, magari perché offerti o consigliati da un amico, piuttosto che assaggiati in un Ristorante o durante un aperitivo per pura e semplice curiosità.
In questo modo potrò condividere con voi anche una singola bottiglia ed un singolo istante, senza se e senza ma, dedicandomi solo al Vino, in modo semplice, diretto ed emozionale, come ho sempre fatto.

Il Vino di cui vi vorrei parlare oggi è il seguente:



Calcaia – Muffa Nobile Dolce – Orvieto Cl. Sup. 2012 – Barberani: per me che amo i passiti e la dolcezza in generale, questo Vino rappresenta ciò che di più vicino alla perfezione sia stato realizzato in Italia nella comprensione, il rispetto e l’utilizzo della botrytis cinerea. Coadiuvati da un terroir perfetto per lo sviluppo della muffa nobile e sostenuti da una tradizione fra le più antiche in Italia in questo campo, i fratelli Bernardo e Niccolò Barberani danno vita, di volta in volta… o meglio… di annata in annata… ad un vero e proprio gioiello enoico, che sin dal suo colore dorato, lucente, mostra la sua valenza, la sua eleganza. Ogni assaggio di Calcaia è un dono, un viaggio o forse un sogno… non so… ma so che chiudo gli occhi e sento la succosa albicocca, la dolcezza floreale e leggermente affumicata del caramello, il rosso aroma di Crocus Sativus (ora vi voglio… divertitevi a cercare il suo nome comune :-p ), la soave nota di margherite in fiore ed un finale dolce-amaro di mandorla, il tutto attraversato da una rinfrescante nota balsamica che armonizza il tutto.
In bocca c’è tanta coerenza… così tanta che quando vado a rimettere il naso nel bicchiere, dopo averne già assaggiato un primo sorso, mi sembra di continuare a bere al solo goderne degli aromi.
Una mineralità vaporizzata e la freschezza ancora presente sembra come voler rendere meno stucchevole e denso il sorso, che infatti scorre giù che è un piacere! Lungo… lunghissimo… infinitamente persistente, ma al contempo mai insistente o noioso! Un passito pulito, fine, ma soprattutto equilibrato e nei Vini dolci l’equilibrio è ancor più fondamentale, per non ritrovarsi in bocca qualcosa di cui un sorso basti ed avanzi! I Barberani hanno preso l’oro del sole e l’hanno fatto emergere dalla nebbia, quella stessa coltre che da vita ad una muffa che sa essere nobile e contadina, sa apportare eleganza, ma senza mai dimenticare l’eccellenza del lavoro in vigna. Inutile fare accostamenti con i Sauternes, in quanto parliamo di Vini differenti, ma vi dirò… provatelo con gli stessi abbinamenti e fatemi sapere! Io l’ho fatto ed il Calcaia si è dimostrato meravigliosamente all’altezza, con erborinati/blu e foie gras, oltre che con la più classica pasticceria secca.



Ho scelto un Vino un po’ fuori dal mio stile, pluripremiato, di cui in molti hanno già scritto e detto, ma di fronte a Vini così non ci sono dinamiche commerciali, premi o riconoscimenti che tengano ed è questo che Amo del Vino e di quei produttori che riescono a fare qualità estrema, anche per quanto concerne prodotti di nicchia come questo Muffato, trovando il giusto compromesso fra la visibilità, l’apprezzabilità anche a medio-ampio raggio ed un approccio alla viticoltura rispettoso, attento e tutto fuorché dozzinale o basato sui numeri!



Grande azienda, che seguo e non smetterò mai di seguire per le emozioni che questi due giovani fratelli ed ancor più la loro stupenda terra sanno darmi!


F.S.R.
#WineIsSharing

P.S.: lo so… lo so… avevo iniziato l’articolo dicendo che non sarei stato prolisso, ma poi… lo sapete… quando si parla di Vino ed ancor più di un Vino che di Ami, “si sa quando si inizia, ma non si sa quando si finisce!”

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