Il Mercato della FIVI tra amici, assaggi e carrelli della spesa!

Se mai mi fosse balenato per l’anticamera del cervello anche solo e soltanto un dubbio riguardo le capacità della FIVI di creare sinergie che trascendano bandiere, ideologie e conti in banca, al ritorno dal Mercato dei Vignaioli Indipendenti di Piacenza quel dubbio (che poi non c’è mai stato in realtà) sarebbe stato fugato.

Sviolinate a parte, la mia è una considerazione che vuole andare oltre l’evento in sé, ben riuscito, pieno di gente, ma soprattutto con le facce dei produttori positive ed allegre, se pur provate dalla stanchezza dovuta al mix di chiacchiere-presentazioni in loop-mescita-vendita-carrelli della spesa vaganti, tanto efficace quanto provante. A mio modo di vedere ieri dentro il padiglione di Piacenza Expo c’era tutto ciò che cerco nel Vino di cui parlo, di cui scrivo e, soprattutto, che bevo: umanità, territorio e qualità. Finalmente un evento nel quale anche un piccolo produttore può avere un riscontro diretto in termini di vendite ed a giudicare dai carrelli pieni (geniale farlo in questo periodo con il Natale alle porte) non deve essere andata affatto male!
Probabilmente, lo vedessi al Vinitaly mi inca…rei, ma ieri ho persino apprezzato il fatto di non trovare al desk alcuni amici e di ritrovarmeli accanto mentre assaggiavo i Vini di un altro produttore, prassi solita, ma non frequente come tra i produttori FIVI, che, mi piace pensare, si rifletta nell’umiltà di molti di essi, nell’apprendere dal confronto con gli altri vignaioli per migliorarsi in continuazione.
Io, personalmente, ero andato a Piacenza senza meta alcuna, se non quella degli amici aderenti al mio progetto DestinazioneVino, che selezionati ai tempi, si dimostrano sempre persone fantastiche e capaci di mettere vere emozioni in bottiglia e parlo di:
Lidia Carbonetti di Rocco di Carpeneto che non finirà mai di stupirmi per la sua consapevolezza e la genuina bontà dei suoi Vini. Me ne vado dal suo banco d’assaggio ogni volta con tanta positività e serenità!
Laura Albertini, che avevo rivisto neanche 7 giorni fa nella sua Cantina Terre di Pietra e mi fa fare sempre un figurone quando consiglio ad amici di andare ad assaggiare i suoi Vini! Se avessero potuto vendere umiltà e passione ieri non sarebbero bastati tutti i carrelli della spesa presenti!
Giovanni Ederle, un ragazzo che varrebbe la pena conoscere anche se non facesse Vino, figuratevi se poi lo fa e pure bene! Il Donna Francesca resta uno degli assaggi “gialli” dell’anno!
Leonardo Beconcini, grand’uomo, davvero! In grado di comprendere al volo dinamiche che rischiano di inquinare un mondo bello come quello del Vino e di condividere il suo pensiero, senza sé e senza ma, con grande empatia. Poi… troppo buono il suo tempranillo!
Tenuta Belvedere, Gianluca e la sua compagna, due giovani, due simpaticissimi produttori, che hanno ripreso in mano l’azienda di famiglia da due o tre anni e già stanno sfornando piccole perle, come il nuovo Pinot Nero. Vuoi vedere che viene davvero bene in Oltrepò questo diavolo di Pinot Nero?!?

Questi, però, per un motivo o per l’altro sono amici di cui ho parlato già in questo WineBlog e dato che molti di voi mi continuano a chiedere “chicche” da assaggiare, tramite i miei profili social, vi accontento subito con una batteria di nomi di Cantina, Vini e personaggi che ho riportato con me nel cuore, nella mente e nella mia cantina interiore dal mercato della FIVI:

Lucia Ziniti, Cantina San Biagio Vecchio: con trasporto ed eleganza sa raccontare la sua realtà unica come unici sono i Vini che vi si producono. La prima cosa che colpisce è l’attenzione ai limiti del maniacale rivolta ad ogni fase dalla vigna alla bottiglia, che tiene conto di terreni speciali e vecchi cloni ed antichi varietali, con viti che raccontano storie legate a doppio filo al territorio ed a chi lo viveva e lo vive ancora.
Se il Sabbiagialla è semplicemente perfetto così com’è (azz… ho detto perfetto? Non credo di averlo usato molte volte in vita mia!) ed i muffati di Albana, compreso quello in anfora, sono di un equilibrio semplicemente armonico, è il Centesimino il Vino al quale ho pensato per tutto il viaggio di ritorno. Un Vino intriso di storia, ma di quella popolare, tanto da prendere il nome da un commerciante un po’, come dire, tirchietto, che ha avuto, però, l’acume di propagare le marze di un vitigno allora conosciuto come Savignon Rosso, che solo oggi sappiamo essere un varietale unico ed autoctono della Romagna. Il Monteterbato della Cantina San Biagio Vecchio al naso ti ammalia e ti intriga passando dalle dolci sfumature floreali ai tipici aromi del bouquet garnì, senza farsi mancare una manciata di spezie dal dolce al piccante. E’ il sorso che da il colpo di grazia, andando ad armonizzare un così forte impatto aromatico, con struttura, eleganza e persistenza. Un unicum, del quale un Winelover non può sottrarsi all’assaggio!
Elisa Mazzavillani, Vini Marta Valpiani: nelle sue vene scorre sangiovese e già questo dovrebbe bastare per elogiarla nel suo dire e nel suo fare così pieno di identità ed attaccamento alle sue vigne e non solo al territorio, se non fosse per il fatto che i suoi Sangiovese sono davvero buoni! Eleganti e godibili, dal base alla Riserva, con una scelta attenta del rispetto del varietale, che si evince dagli affinamenti, sempre in legni esausti, capaci di dare il giusto respiro ai Vini, senza inopportune ed invasive incidenze. Un piacere assaggiare una linea, che come in uno spartito di Chopin, non ha mai nulla di stonato, ma vanta picchi di estro e quelle sfumature, che tutti possono provare a replicare, ma per le quali il “tocco” è e resterà sempre il valore aggiunto. Il Sangiovese di Romagna Superiore Riserva 2009 è uno di quei Vini che vorrei avere 30 bottiglie in Cantina e stapparne una all’anno, per goderne il potenziale evolutivo.
Mattia Filippi e Rossella Marino Abate, Cantine Mattia Filippi & Marino Abate: dal Trentino alla Sicilia, da Nord a Suda, gli estremi che si incontrano, si amano e si legano in maniera naturale, quasi ovvia oserei dire. Realtà diverse, ma unite da una qualità disarmante, che al di là della grande preparazione ed esperienza di Mattia in qualità di enologo e vignaiolo, sanno esprimere il meglio di due terre così distanti, ma così simili nella loro estremizzazione di clima e territorio. Non vi nascondo che da molto aspettavo di sentire il mio palato avvolto dalle bollicine di C02 del Metodo Classico Brut Nature di Mattia, un 48 mesi sui lieviti base Chardonnay, pieno di… di magia! Non scherzo, c’è proprio qualcosa di magico in questo Metodo Classico, perché è stato capace di stregare me, che se dovessero chiedermi qual è la bolla che ricordi con più trasporto risponderei senza ombra di dubbio quella del Crystal Ball che facevo da bambino! Scusatemi la digressione, torniamo seri! Se dovessi scegliere fra i Vini di Mattia farei davvero fatica a trovarne uno senza una sua identità marcata, una sua peculiarità che lo renda unico nel suo genere, ma io mi spiego tutto questo in 3 punti:
Uomo: Mattia sa davvero il fatto suo, ma non si lascia sovraffare dalla mera tecnica, continuando, altresì, a credere nel potenziale innato della Natura e delle energie che la compongono;
Territorio: vi basterà dare un’occhiata alle foto dei suoi vigneti o ancor meglio andarlo a trovare per comprendere quanto siano speciali, se poi ci mettiamo suoli e sottosuoli ricchissimi e, soprattutto, vivi, il gioco è fatto!
Vigne/Materia prima: per i due Cabernet Sauvignon in particolare, l’esperienza delle piante le rende autoctone in tutto e per tutto, capaci di compensare annate storte e di coadiuvare e massimizzare quelle buone.
Per farla breve, l’Underthesky è diretto come un abbraccio di un amico che ti corre incontro mentre sei sovrappensiero e passeggi per il corso della tua città; l’Equinotium (Trentino Riserva Doc) sta al tempo come la particella di Dio, ovvero esce fuori da qualsiasi concetto del normale scorrere degli anni. Evolve in complessità ed eleganza, senza cedere neanche un passo in freschezza!
Lo Xurfus è probabilmente uno dei pochissimi Müller Thurgau che berrei con frequenza, senza essere obbligato a smettere dalla noia! Il Vino che sembra portare con sè il ricordo di quelle miniere che vegliano ancora sui vigneti di Mattia, con uno spettro di mineralità che spazia dal naso allo scheletro percepibile al sorso. Ciò che di più vicino ci sia ad un Riesling tra i Müller Thurgau, ho pensato inizialmente, ma in realtà è “solo” il Müller Thurgau di Mattia Filippi e non poteva mica essere qualcosa di scontato, no?!? Concludo con un salto in Sicilia, dove nella Cantina di Rossella, quella magnifica terra fa sì che finisca nel mio calice un Merlot che ha un cuore grande come il sole ed un’espressività che ora è quella tutta spontaneità e schiettezza di una bambina, ma lascia già percepire quali saranno gli step successivi, in termini di eloquenza e longevità.
– Luca Ferraro, Bele Casel: il Colfondo più “sensato”(ovvero che va dritto verso il traguardo prefissato) lo fa lui, in quanto rappresenta l’equilibrio fra gli estremi. Non che non ce ne siano di buoni, anzi, io stesso ho scritto di alcuni Colfondo davvero interessanti in tempi non sospetti, ma nel suo, ieri, ho trovato pulizia e finezza inattese. Una bella persona, che ho avuto il piacere di incontrare per la prima volta sulla mia strada proprio ieri, ma che confido di poter ritrovare presto, magari in Cantina, per finire di assaggiare i suoi Vini che, causa tempi stretti e caos cosmico, ho dovuto lasciare troppo presto! Non solo un grande comunicatore, ma anche un bravissimo produttore!
Francesca Poggio, Poggio di Gavi: sarò sintetico, ma molto esaustivo dicendo che Francesca è capace di far Vini che rispecchino in pieno la sua personalità! La nuova bollicina base Cortese è proprio come lei, duttile e pronta a stupire!

Con questo volevo solo ricordare a chi, a volte, lo dimentica che il Vino lo fanno uomini e donne che mettono, là dove lavorino con rispetto, molta delle propria personalità e della propria umanità nel Vino, ma non avrete mica pensato che potessi finirla qui con le segnalazioni? Ecco i Vini che vale la pena, a mio modesto parere, assaggiare e riassaggiare:

– Tentazione Rosso Flaibani 2010: una piccola azienda che fa delle microvinificazioni tanto pazze quanto sensate in termini di qualità e fascino di ogni singola etichetta. Il Tentazione Rosso è un blend che strizza l’occhio alla Francia, ma vuole parlare il dialetto friulano. Equilibrio dei sensi!
Pojer & Sandri 13-99 Merlino: il primo Porto italiano e non è la solita trovata di marketing, questo è davvero un grande Vino Rosso Fortificato, che sembra un Porto, ma in realtà è molto molto molto molto meglio di gran parte dei Porto che la maggior parte dei comuni mortali avranno mai modo di bere! Sicuramente l’assaggio SHOCK del giorno, tanto inatteso quanto gradito! Azienda che in tutti i suoi Vini esprime originalità e quel pizzico di sana follia che io adoro! Divertentissimo anche il nuovo Zero Infinito, del quale spero di parlarvi presto in maniera più approfondita!
Bianco delle Ripalte 2014: il Vermentino nella sua versione più minerale e fresca! L’estate nel bicchiere… che altro dire?

Concludo con le mie Marche erano rappresentate da tanti e validissimi vignaioli dei quali nel corso degli anni ho scritto e parlato spesso e molto volentieri, ma oggi, oltre all’ennesimo inchino di fronte al sempre grandissimo Ampelio Bucci, vi consiglio il Metodo Classico dell’Azienda Peruzzi, che in poco più di un fazzoletto di terra (un ettaro ca.) è capace di esprimere al meglio la duttilità e l’eleganza del Verdicchio. Una grande piccola azienda!
Extra: nota di Merito al Trentino che colpisce ancora con una qualità media altissima e tante realtà piccole degne di nota tra le quali mi permetto di sottolineare: Maso Thaler (molto interessante il loro Iuturna) e l’Az. Agr. Eredi di Cobelli Aldo (particolare il loro Arlevo).
Non vi nego che, sarà dura attendere un anno ancora, per la prossima edizione del Mercato dei Vignaioli Indipendenti, ma per fortuna nessuno ci impedisce di continuare ad assaggiare i Vini di questi produttori e di andarli a trovare nei loro mondi!

Ah… dimenticavo! Questo è ciò che penso dell’evento organizzato dalla FIVI:


F.S.R.
#WineIsSharing

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