Il Mercato dei Vini della FIVI secondo me ha un terribile difetto! Dura troppo poco! Ovviamente, sto scherzano ma anche quest’anno il risveglio post-mercato dei vini ha quel fresco, intenso, ma equilibrato blend di luce e malinconia affinato nei ricordi che, prima di passare al mio consueto articolo relativo agli incontri ed agli assaggi che di più mi hanno colpito ed emozionato durante questa edizione, mi spinge a condividere con voi qualche semplice considerazione.
Parto col confermare ciò che ho scritto in tempi non sospetti, ovvero che il Mercato dei Vini FIVI sia, in assoluto, l’evento più sensato per tutte le categorie coinvolte: produttori, media, winelovers e buyers. Si può assaggiare, si può parlare, si può comprare, ci si può persino mettere in un carrello della spesa come da bambini e farsi spingere sù e giù per la fiera!!! 😋 Scherzi a parte… evento che non smette di crescere ed implementare ogni aspetto organizzativo e comunicativo, ma soprattutto che, nonostante l’aumento importante del numero di produttori coinvolti, è capace di mantenere e, se possibile, di innalzare la qualità media dei vignaioli e dei vini presenti. Al Mercato dei Vini ci sono due cose davvero difficili da trovare: produttori che se la tirino e che non abbiano valori umani importanti, ancor prima che professionali, e vini di scarsa qualità. Si possono trovare, invece, approcci diversi, idee personali, modi di intendere e di volere differenti relativamente alla vita, alla vite ed al vino, ma non esistono lotte di genere, talebani o rivoluzionari, si respira grande consapevolezza ed altrettanta umiltà. Non esistono lotte intestine fra questa o quella pseudo-eno-filosofia perché il principio primo di quest’aggregazione di teste, cuori e lavoratori è il rispetto, per ciò che si faccia in vigna ed in cantina, per il collega vignaiolo e per chi il vino poi lo compri, lo beva o magari lo venda ed è bastato riservare l’ingresso in FIVI a chi produca con dalle sue vigne, quindi con le sue uve, nella propria cantina i suoi vini per fare una sorta di selezione “naturale”.
La diversità che diviene unità di intenti, l’identità del terroir, vignaiolo compreso, che diventa peculiarità – come dovrebbe essere sempre – a prescindere da certificazioni o auto-proclamazioni.
Un esempio di aggregazione e collaborazione umana e lavorativa concreta, rispettosa, seria ed in grado di fare questo e molto altro, a mio parere. Se ci fosse un partito politico dalle simili capacità credo non avrei dubbi nel votarlo! 😋
Tornando all’evento in sè e per sè, mai così tanta affluenza, vuoi per il numero di produttori aumentato, ma ancor più – credo – per il grande lavoro di comunicazione fatto in primis dai produttori stessi, che in maniera esponenziale moltiplicano la visibilità di una realtà, ormai, imperdibile per ogni winelover italiano.
Ho notato, inoltre, che ad aumentare sia stata anche la qualità degli avventori, che di certo si sono nuovamente divisi fra più attenti e concreti durante il sabato – giornata in cui molte cantine sono rimaste senza vino tanta era la voglia di fare “la spesa” di alcuni visitatori – e curiosi, appassionati e qualche rarissimo bevitore durante la domenica. Ciò che fa riflettere di più è quanto un’associazione senza grandi diktat riesca a creare un contesto nel quale la selezione avvenga a monte, nella percezione e nella consapevolezza dell’azienda che chiede di iscriversi, come se già sapesse se sia o meno adatta ad entrare in FIVI. Per di più, anche il pubblico è sembrato essere tanto variegato quanto unito da una stessa matrice composta da curiosità, attenzione, rispetto e, soprattutto, da una grande sete di qualità.
Bellissimo, per me, da wineblogger ed appassionato comunicatore è stato veder riuniti così tanti amici che mi seguono e mi leggono, che a mia volta stimo e con i quali ho potuto mettere in atto il mio claim “wine is sharing” in modo semplice e divertente, convidivendo conoscenze ed assaggi in giro per il mercato. E’ stato davvero emozionante e constatare, quest’anno più che mai, che le mie parole possano avere un concreto effetto, se pur nel mio piccolo, nelle dinamiche di notorietà e quindi di vendita dei vini dei produttori che apprezzo di più e sapere che molti amici abbiano letto dell’evento tramite questo wineblog mi riempe d’orgoglio da un lato ed aumenta la responsabilità dall’altro e vi assicuro che continuerò a mettercela tutta, nel rispetto della mia etica e nella speranza di non deludervi.
Bellissimo, per me, da wineblogger ed appassionato comunicatore è stato veder riuniti così tanti amici che mi seguono e mi leggono, che a mia volta stimo e con i quali ho potuto mettere in atto il mio claim “wine is sharing” in modo semplice e divertente, convidivendo conoscenze ed assaggi in giro per il mercato. E’ stato davvero emozionante e constatare, quest’anno più che mai, che le mie parole possano avere un concreto effetto, se pur nel mio piccolo, nelle dinamiche di notorietà e quindi di vendita dei vini dei produttori che apprezzo di più e sapere che molti amici abbiano letto dell’evento tramite questo wineblog mi riempe d’orgoglio da un lato ed aumenta la responsabilità dall’altro e vi assicuro che continuerò a mettercela tutta, nel rispetto della mia etica e nella speranza di non deludervi.
Al Mercato dei Vini io mi sento come nel mio paesino di origine, dove camminando per le vie del piccolo centro storico, dove potevi fermarti a fare la spesa nella piccola bottega, potevi salutare chi avesse un’attività ed incontrare amici con i quali fermarti a fare due chiacchiere in tutta libertà e serenità. Il Mercato dei Vini non è un centro commerciale, è il centro di un piccolo paese governato democraticamente dal RISPETTO – mi scuso se sottolineo questa parola in continuazione, ma è ciò che mi fa sentire così vicino alla FIVI, quindi non smetterò mai di ribadirla – con un cuore pulsante capace di portare linfa vitale ad un mondo, quello del Vino, che aveva terribilmente bisogno di unità di intenti, visioni comuni e complementari e di concretezza, che non fosse solo economica, ma anche umana.
Se poi, oltre ad essere un gran bell’evento dalla mia parte dello stand, il produttore se ne torna a casa ammortizzando, in molti casi, abbondantemente le spese ed avando potuto comunicare la propria realtà, condiviso pareri ed assaggi con gli altri vignaioli e fatto rete, il mercato vince a mani basse e per questo tipo di aziende, di queste dimensioni e con questo approccio al Vino, forse è ancor meglio di altri più importanti eventi, per quanto la FIVI sia riuscita, specie l’anno scorso, a traslare questa positività anche in un contesto più generalista e dispersivo come Vinitaly.
Se poi, oltre ad essere un gran bell’evento dalla mia parte dello stand, il produttore se ne torna a casa ammortizzando, in molti casi, abbondantemente le spese ed avando potuto comunicare la propria realtà, condiviso pareri ed assaggi con gli altri vignaioli e fatto rete, il mercato vince a mani basse e per questo tipo di aziende, di queste dimensioni e con questo approccio al Vino, forse è ancor meglio di altri più importanti eventi, per quanto la FIVI sia riuscita, specie l’anno scorso, a traslare questa positività anche in un contesto più generalista e dispersivo come Vinitaly.
Complimenti davvero a tutta l’organizzazione ed ai vignaioli FIVI!
Vi rimando ai prossimi giorni per il mio articolo sugli incontri e gli assaggi più emozionanti di questa due giorni straordinariamente interessante e divertente.
F.S.R.
#WineIsSharing
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