Quando pensiamo alla Basilicata enoica subito il nostro pensiero si rivolge al Vulture, eppure c’è una zona all’estremo sud della regione che merita grande attenzione. Parlo di Nova Siri e delle sue colline affacciate sul mar Jonio. E’ qui che Pasquale Lunati porta avanti le Cantine Taverna, l’azienda di famiglia nata negli anni ’50, divisa fra realtà la ortofrutticola e quella vitivinicola sempre più preponderante.
Siamo a ridosso del mare, ma i ca. 20ha di vigneto godono di altitudini che arrivano a ca. 200m slm,
e sono divisi in 3 principali zone: località San Basile con terreni argillo-limosi; Suriano con più pietra; località Marina con terreni con sabbia e frazioni di argilla.
Gli impianti sono per lo più composti da vitigni tipici come il Greco, il Primitivo, l’Aglianico e il Montepulciano a cui si aggiungono alcune parcelle di varietali internazionali quali il Pinot Bianco, il Merlot, la Syrah e il Cabernet Sauvignon. Visitando l’azienda e, in particolare, i vigneti con Pasquale, ho riscontrato un amore sincero e un profondo rispetto per la propria terra. Rispetto che passa attraverso scelte agronomiche e di cantina orientate alla sostenibilità ambientale e alla sottrazione enologica.
Per anni ho girato in lungo e in largo l’Italia del vino ma questa zona era rimasta fuori dai miei radar e devo ammettere che recandomi in loco il rammarico nel non averla “scoperta” prima non ha tardato a manifestarsi! Una terra di confine che attinge nei varietali e nella tradizione alla Calabria e alla Puglia ma che mantiene una forte propria identità territoriale, dando origine a vini tendenzialmente ben bilanciati fra struttura e acidità, con un’esposizione olfattiva ben definita, enfatizzata, nonostante le giornate molto calde, dalle escursioni termiche agevolate dalla posizione delle vigne e dalla vicinanza dal mare. La presenza di alcuni impianti gestiti ancora a tendone permette, regolando la produzione in prospettiva qualitativa e gestendo al meglio la parete fogliare per l’ombreggiamento, di avere basi che risentano meno delle annate calde.
Matera non è troppo distante e l’exploit turistico che la città dei Sassi sta vivendo negli ultimi anni fa da volano a realtà lucane che, come Cantine Taverna, vogliono farsi conoscere per la qualità e l’unicità dei propri prodotti. A testimoniare il legame con quella che è stata la capitale della cultura europea l’anno scorso sono i nomi scelti per alcuni dei vini dell’azienda, che vi racconterò a breve.
Passando ai vini, molto interessanti quelli della linea SenSO2, una vera e propria sfida intrapresa qualche anno fa immettendo sul mercato questa linea di vini senza solfiti che prevedono un Rosato Frizzante rifermentato in bottiglia da uve Montepulciano molto profumato, fresco e sapido; un Bianco da Pinot Bianco integro, che non accenna ossidazioni di sorta e vanta una buona agilità; un Rosso da Cabernet Sauvignon fresco, balsamico, dinamico e saporito.
Tra i vini più interessanti che ho avuto modo di assaggiare segnalo anche:
-il “San Basile” Matera Greco Doc 2019 che riflette lo spettro varietale in maniera sincera al naso e trafigge la sua buona e solare struttura con una vena acida sferzante al sorso. Chiude molto sapido. Assaggiando alcune annate addietro il Greco di Taverna manifesta grande potenziale evolutivo grazie ad una spina dorsale acido-minerale capace di restare integra anche a distanza di anni;
-il Rosato “Maddalena” Basilicata Igt 2019 da uve Primitivo fresco e armonico nel frutto, tonico e longilineo nel sorso;
-il Primitivo “I Sassi” Matera Doc Rosso 2017 che, a differenza dei cugini pugliesi, gioca molto di più su maturità più bilanciate, mirate a mantenere un buono slancio e un piglio meno morbido. Buona la tessitura del sorso che si distende con sicurezza.
“Vini che rappresentano il perfetto connubio fra tradizione e modernità, vini con solide radici nel passato ma proiettati verso il futuro.”
Pasquale Lunati
Credo che la forza di questa realtà risieda nel saper interpretare un territorio di sole e di mare con una visione prospettica attuale e per nulla scontata, specie a queste latitudini. Vini capaci di coniugare al meglio struttura e dinamica di beva, giocando sulla freschezza di frutto e tenendo alla larga le noiose surmaturazioni non facili da evitare in queste zone sia per motivazioni prettamente climatiche che per forma mentis delle vecchie generazioni di produttori e vignaioli.
Le Cantine Taverna non sono una realtà “moderna” nell’accezione più fredda e scialba del termine, bensì rappresentano un’azienda votata alla contemporaneità questo e un merito che va riconosciuto a Pasquale Lunati che in una terra vocata ma non così nota per la produzione vitivinicola ha saputo creare qualcosa di assolutamente attuale, privo di orpelli e sovrastrutture.
F.S.R.
#WineIsSharing
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