Ragioneria, ma con nel cuore la passione per l’agricoltura, la
vigna e il vino, che ha deciso di non produrre il suo Rosson Amarone Terre di Pietra in questa annata.
processo di appassimento fino a gennaio. Quest’anno è mancata la
giusta maturazione delle uve essendo stati luglio e agosto mesi molto
piovosi con pochissimo sole. Quindi qualitativamente parlando, se
pur giunte sane a fine settembre, le uve non sono pronte per un Amarone di qualità. Vi chiederete…ma non è per tutti così? Quindi, gli Amarone che verranno prodotti quest’anno saranno tutti di scarsa qualità? Questo lo sapremo solo tra qualche anno, ma di certo la scelta di produttori come Laura, va rispettata ed apprezzata in quanto adottata nel pieno rispetto del consumatore, a discapito della stesse prospettive economiche.
Potremmo aprire un interminabile percorso dialettico nei confronti di questo genere di scelte, in quanto le dinamiche economiche, sin troppo spesso, vengono poste prima della tutela del consumatore, che ignaro acquista prodotti basandosi sempre di più sulla fiducia riposta in un marchio, quando dovremmo iniziare a fidarci solo e soltanto delle persone. Questo è uno dei casi in cui le persone ci sono e non si nascondono dietro un dito, bensì cercano di creare i presupposti per un rapporto diretto e paritario con chi può denotare la buona e la cattiva sorte di un’azienda, ancor più del clima…ovvero il cliente.
In un’epoca in cui l’onestà sembra per lo più una chimera, compiere scelte controcorrente, volte a tutelare chi si fida di Noi, non può che fungere da esempio.
E’, infatti, con il marito Cristiano ed a Flavio Peroni, tutt’ora amico ed enologo, che Laura da vita a vini senza compromessi, in cui la naturalità del divenire e del fare, vanno di pari passo con la soggettività con la quale è sempre lei a scegliere le tempistiche di ogni passaggio in cantina.
L’Azienda possiede due vigneti:
– uno nella zona classica, che si trova a Torbe di Negrar, posizionato fra i
400 e i 520 metri di altitudine, al limite della produzione viticola, coltivati per la maggior parte a pergola veronese, tranne un
recente impianto a guyot del 2009. Da queste vigne provengono vini con buona acidità ed
elevata freschezza.
– la seconda vigna fa parte, invece, della
zona allargata si trova a Marcellise. Parliamo di vecchie vigne di oltre
40 anni coltivate a pergola veronese oltre ad un recentissimo
impianto a guyot del 2012. Da qui nascono vini corposi, morbidi e di grande
struttura.
Un’azienda, quella di Terre di Pietra, che dal 2011 ha deciso di riconvertirsi al biologico, ma che a tutti gli effetti, ha sempre prodotto Vini con la massima naturalezza ed un grande rispetto del terreno e dell’uva.
Le peculiarità di Terre di Pietra sono sicuramente il rispetto totale della terra e del vino, con un’attenzione particolare alla tradizione ed una ricerca volta alla sobrietà e la semplicità.
Dal 2011 sto
riconvertendo la mia azienda a biologico.
Fatta quest’ampia premessa, più che doverosa data la particolarità dell’azienda, vi presento i miei graditi “compagni” di alcune piacevolissime serate firmate Terre di Pietra:
Vigna del Peste (Valpolicella Superiore): sin dalla mescita lo si riconosce nella sua limpida a trasparente sincerità, ma il disegno dell’etichetta contribuisce a denotarne alcune originali caratteristiche, come la freschezza e la spensieratezza. Un Vino che al naso è proprio come lo vorresti, sobrio e fruttato, con un leggero ricamo floreale ed un elegantissima nota minerale. In bocca conferma la sua giovane spensieratezza, eppure non ti lascia interdetto, in quanto diretto e comprensibile, senza molti fronzoli, come solo i bambini sanno essere! Davvero un Vino di grande piacevolezza, che rispecchia la filosofia aziendale per pulizia e ricercata semplicità.Stelar 2012 (Valpolicella Classico): inizia la serie di Vini che esprimono in etichetta il concept del nome dell’Azienda, Terre di Pietra, che nasce, infatti, dalla volontà di porre l’attenzione sul terreno sulle quali affondano le radici le proprie viti, andando a tracciare idealmente ed in maniera stilizzata linee colorate che rappresentano i vari strati del sottosuolo, tra i quali appunto lo Stelar.
Un Vino classico, ma mai scontato, che vanta un grande rapporto qualità-prezzo e si fa bere con serena e concreta piacevolezza. Nel calice è violaceo, intenso, al naso emerge una ciliegia croccante, con, anche in questo caso, una percettibile nota minerale. In bocca è coerente, fresco ed equilibrato, mai sopra le righe. Un Vino che esprime grande integrità ed ottima naturalezza.
Mesal 2009 (Valpolicella Classico Superiore): Rubino
tendente al granati. Un Vino che, sin dal primo approccio, evidenzia
le diversità con gli altri vini assaggiati sino ad ora, sfoggiando
una grande struttura ed un naso, che se pur inizialmente delicato,
riesce ad accattivare la mia curiosità con inconfondibili note
speziate e leggere sfumature balsamiche.
bocca dimostra di potersi far valere in mezzo a molti, con decisione
nella struttura e nel gusto, conferma l’interessante naso, impreziosendolo con un finale lungo ed appagante.
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