Mio padre è un artigiano… ma non del Vino!

Oggi mi sono svegliato così… ho sempre avuto un rapporto fatto di luci ed ombre con mio padre, ma se c’è qualcosa che non ha mai vissuto un calo nella mia intera esistenza questa è la stima che provo per lui, come persona e come lavoratore, quindi ho deciso di iniziare questa mia condivisione sulla situazione della comunicazione del Vino e l’approccio ai termini “convenzionale” e “naturale”, parlando proprio di lui.
Mio padre restaura arte e mobili antichi da sempre… è un artigiano, illuminato, in quanto ha la corrente elettrica ed utilizza macchinari (se pur datati) che gli artigiani che creavano quei capolavori nel ‘600 (ad esempio) potevano solo sognarsi… e fidatevi, li avessero avuti, si sarebbero volentieri risparmiati tanta fatica, ma al contempo noi non avremmo mai avuto la possibilità di ammirare ancora oggi “cotanta beltade”. Mio padre è un artigiano, ma quando restaura un quadro del ‘500, pur conoscendo ogni singola tecnica dell’epoca e volendola riprodurre fedelmente, non potrà mai avere lo stesso risultato che aveva Caravaggio utilizzando la chiara d’uovo come addensante e protettivo nei colori, perché le uova di oggi sono fatte da galline che mangiano il prodotto della modernità, che anche fossero allevate a terra seguendo i più rigidi standard biologici, non mangeranno mai ciò che hanno mangiato le loro antenate nel ‘500 e non respireranno mai quell’aria tanto più salubre quanto libera dall’incidenza umana, ma il risultato è lo stesso, se non addirittura migliore in termini di resistenza all’umidità e durata nel tempo. Mio padre commercia mobili antichi e di certo l’apertura di catene come l’Ikea ha inciso… anche se la maggior parte delle persone ha sempre pensato che esistessero due nicchie, quella di quelli che amano i pezzi d’arte e quella di chi vuole risparmiare acquistando mobili “usa e getta” che di certo non erediteranno i propri figli… eppure anche in questo lui mi aprì la mente, perché sapeva che le cose sarebbero cambiate… lui, artigiano 2.0, non poteva pensare di mettersi contro la produzione industriale, doveva solo continuare a fare il suo… in maniera vera, onesta e senza ricorrere a chi sa quale forma di promozione distruttiva nei confronti di chi era solo destinata a crescere, come l’Ikea appunto. Ha atteso ed ha capito che l’uomo è così… parte a mille, è radicale, ma poi gli angoli si smussano, le situazioni ampliano le vedute ed ora vende mobili antichi a chi in casa ha sedie di design prodotte industrialmente in materiali come la plastica o l’alluminio e magari ha dei complementi proprio presi all’Ikea, che alleggeriscono quella pesantezza, spesso, anacronistica che potrebbe avere un intero arredo d’epoca. Scusatemi per questa assurda – per molti – digressione, ma questo pensiero ha molti parallelismi con la mia concezione di ciò che sta accadendo nel mondo del Vino, in cui il Vino considerato Naturale, spesso si pone come un’arma contro i vili produttori convenzionali, o come ritorno alle origini, ma in realtà, come potremmo anche solo pensare di fare Vino come i nostri antenati se il mondo stesso in cui viviamo è stato ormai modificato irrimediabilmente dall’uomo? Il vignaiolo utilizzerà botti d’acciaio impensabili secoli fa, farà analisi così dettagliate che anche solo 50 anni fa nessuno avrebbe potuto immaginare di poter fare, utilizzerà imbottigliatrici, etichettatrici ed è giusto che sia così! La stessa carta delle etichette e lo stesso inchiostro che utilizzerà saranno prodotti della modernità, ancor più se ecologici. Che c’è di male? Nulla! Non illudiamo, però, il consumatore con slogan che hanno poca attinenza con la realtà dei fatti e non continuiamo a guerreggiare contro chi la pensa in maniera diversa da Noi, sia da una parte che dall’altra… il Vino è e deve essere frutto del connubio uomo-Natura e non è possibile, purtroppo o per fortuna (decidete voi), tornare indietro, perché ormai la Natura stessa è mutata e l’unica cosa che l’uomo può fare e deve fare è tornare a rispettarla, ad accudirla e salvaguardarla, nonostante abbia inciso tanto su di essa e sull’intero ecosistema. Naturale è che l’uomo si senta frutto della Natura stessa ed in quanto tale la tratti come la propria Madre e che la Natura si lasci aiutare da esso quando non può farcela da sola, nella consapevolezza e nel rispetto reciproci. L’evoluzione deve andare verso una maggior fiducia nell’uomo ed una continua ricerca nella tutela della materia prima, parlando di Vino, e dell’intero ecosistema parlando in senso lato. Troviamo soluzioni ancora più affidabili per non utilizzare i fitofarmaci o ridurli al minimo, pensiamo a come eliminare i concimi chimici ovunque e comunque, abbassiamo i livelli di solforosa per tutti… a me va benissimo tutto questo… e me lo auguro… ma pensiamo anche ad educare chi il Vino lo beve, ad utilizzare il Vino come veicolo di messaggi positivi e comprensibili da tutti. E’ impensabile che un consumatore medio possa acquistare un Vino perché ne abbia letto le analisi chimiche e ne sia rimasto soddisfatto, no?!? E’, però, auspicabile che lo faccia perché nei social ha letto che quel Vino è davvero buono ed è fatto in una territorio stupendo e da persone vere, in maniera artigianale quanto basta e rispettosa dell’ecosistema quanto più sia possibile. Basta fazioni ed ancor più faziosità! siamo tutti sulla stessa barca… o meglio… sulla stessa Terra e tutti, anche il viticoltore più natural-ecologico-sostenibile chi più ne ha più ne metta hashtag bio qualcosa, ha guidato un’auto e prodotto co2 almeno una volta nella vita e se non la fatto con l’auto avrà fatto almeno un peto a causa di gas prodotti da cibi e bibite non del tutto naturali!!!😜
Rispetto! Rispetto! Rispetto! Sono certo che berremmo Vini sempre più buoni e sempre meno artefatti, ma se vogliamo davvero arrivare ad una visione democratica della sostenibilità i consumatori devono comprendere come scegliere e cosa scegliere quando decidono di bere Vino e questo a prescindere dalle certificazioni e dall’utilizzo di termini “inappropriati” in etichetta.
A prescindere da tutti i cambiamenti della Natura e della tecnologia, ciò che è cambiato radicalmente è il modo di pensare dell’uomo, l’approccio alla vita ed al lavoro, in quanto immaginiamo cose che anni fa non potevamo immaginare, parliamo in modo diverso, ragioniamo in modo diverso e sogniamo un mondo diverso. Viviamo con appendici e prolungamenti di noi stessi chiamati pc o smartphone, ci preoccupiamo di acquistare prodotti bio, confezionati in packaging di plastica con pellicole in pvc, andiamo a correre in parchi inquinati dallo smog, ma riusciamo ad essere felici di queste cose e soprattutto fieri ed è giusto così, perché la nostra mente si è adattata all’era in cui viviamo e sa ciò che per noi è giusto ora tempo fa era semplicemente l’ovvio e lo era in maniera decisamente più “naturale”.  Continueremo ad adattarci, è il nostro destino, cerchiamo di farlo coinvolgendo di più e senza creare nicchie destinate a rimanere tali o addirittura a scomparire nel tempo. L’industria esisterà sempre, ma c’è una bella differenza fra Vini industriali e Vini prodotti da vignaioli che di convenzionale hanno solo la volontà di accontentare il maggior numero di consumatori possibile e che sempre più spesso utilizzano metodologie ed accortezze alla pari se non superiori da alcuni altri che hanno in bella evidenza, in etichetta, certificazioni e bollini di ogni genere, dal bio al biodinamico, fino alle divertenti, ma contemporanee,  Vino vegan e  Vino gluten free.

Bah… ragazzi, di sicuro, preso dall’emozione e la commozione ho divagato e non sono stato molto chiaro in questo articolo, ma quando parlo della mia famiglia è così! Ormai avrete capito che per me la condivisione è tutto e spero apprezzerete quanto meno la mia buona volontà! 😋

Il presente è la storia del futuro… non viviamolo per inerzia, facciamo la storia!

F.S.R.
#WineIsSharing

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