I Vini più freschi dell’estate – In frigorifero dal Colfondo al Pinot Nero

Caldo, caldo, caldo! Solitamente sono uno di quelli che non ama lamentarsi delle condizioni atmosferiche, amo il caldo d’estate quanto il freddo gelido d’inverno, ma di certo questa estate si sta dimostrando torrida come poche! Nell’auspicio che faccia meglio alle vigne che a noi esseri umani, se pur dotati di aria condizionata e ventilatori con vaporizzatori incorporati ed altre diavolerie del genere, vorrei condividere con voi i Vini che mi hanno aiutato a sopportare meglio questo caldo africano, facendo alcune dovute premesse.


In molti mi scrivono che d’estate non riescono a tollerare i Vini Rossi e che si dedicano completamente a bollicine, bianchi e rosati bevuti ai limiti della soglia di congelamento e… come biasimarli? E’ pur vero, però, che c’è un errore di fondo quando parliamo di temperatura di servizio dei Rossi, in quanto molti pensano che vadano serviti a temperatura ambiente, anche là dove la temperatura della propria abitazione o del giardino in cui si apprestano a bere il proprio Vino sia di gran lunga superiore ai 20°.(qui troverete un articolo sulle temperature di servizio dei Vini e su come temperarli)
Ecco perché, in assenza di una Cantina a 12° costanti o in mancanza di una cantinetta frigo a temperatura controllata, il consiglio di mettere i rossi per una mezz’oretta nel vostro comune frigorifero di casa non è poi così balzana! Dai… ovvio… non vi consiglierei mai di mettere un Rosso invecchiato in frigo e di tentare curiosi e rischiosi (se pur potenzialmente goduriosi) abbinamenti estivi col pesce, ma di certo mi sento di sfatare un mito, ovvero quello che il Rosso fresco sia un peccato mortale a prescindere! Se il Chianti Cool qualche estate fa diventò persino una campagna di marketing, di certo non è il solo Vino Rosso che si presti ad essere gustato intorno ai 16° (ricordate che con 36° percepiti dal vostro corpo i 16° vi sembreranno i 20° della temperatura ottimale di servizio in un ambiente con una temperatura più agevole, magari in autunno o inverno), quindi non temete se al momento in cui lo stapperete sarete scesi anche fino a 12°/14°… il Vino non subirà alcuna variazione, dato che si tratta della temperatura di molte cantine, perfetta per la conservazione a lungo termine. In poco tempo tornerà a temperature fra i 16/18° e sarà perfetto.
Se pensate che servire un Vino rosso freddo ne chiuda il naso eccessivamente, ricordate che i Vini da bere più freschi sono, preferibilmente, quelli più giovani dotati di un impatto olfattivo importante, che non verrà intaccato particolarmente dal freddo, anzi, in alcuni casi, per esperienza, posso dirvi che roteando nel calice un Vino fresco si crea una reazione fra le pareti del bicchiere, ovviamente, più calde ed il liquido che sembrano far vaporizzare alcuni aromi in maniera differente e più gradevole. Detto questo il rosso che ho scelto io non rientra propriamente in questi parametri, ma non potevo essere così scontato, volevo l’eccezione che confermi la regola! 😉
Fatta questa premessa, doverosa sui Rossi, condividerò con voi le mie etichette più “cool” (nel senso di freddo, s’intende!) dell’estate 2015: 

Zanotto Colfondo: nel periodo d’oro dei
“Colfondo” (nulla di moderno, in quanto si tratta di un metodo
chiamato anche rustico o sur lie, usato per anni, ma poi accantonato
in favore di metodologie più convenienti e di più facile mercato,
soprattutto per quanto concerne l’aspetto). Quello di Zanotto, fra
tutti quelli che ho provato è uno dei meno torbidi e la sua velatura
leggermente opaca mi piace molto, ricorda proprio la bottiglia di
vetro estiva sulla quale si forma la condensa per via dell’escursione
termica, quindi è sinesteticamente perfetto per combattare il caldo!
Scherzi a parte, a mio parere il prosecco Colfondo è davvero ciò
che di più piacevole e dissetante si possa bere in Italia, alla
stregua dei migliori sidro francese (in termini di bevibilità), ma
in questo caso specifico alla beva fresca, si antepone un naso più
complesso ed appagante anche per il winelover più esigente, in
quanto i lieviti non sboccati conferiscono sottili note di crosta di
pane, che si amalgamano alla perfezione con cesti di mele e mazzi di
fiori bianchi.
Un Vino che grazie ai terreni calcarei
di Riccardo Zanotto aggiunge all’acidità del sorso una mineralità
che ne rende ancora più “estiva” la beva. Attenti solo al
difetto più noto dei Prosecco Sur Lie… anche se non amate il
prosecco… di questo nello specifico, ma anche di altri (vedi
Costadilà e Bele Casel), faranno diventare voi senza fondo!

Rosa del Castagno Fabrizio Dionisio
2014:
bevuto pochi giorni fa seguendo l’unica dritta che il caro
Fabrizio mi ha dato riguardo questo suo rosato da uve Syrah (come
poteva essere altrimenti?!?):
“Bevilo quasi ghiacciato! Io lo bevo
così!”.
Lì per lì mi preoccupai un po’… a
me il Rosato, quello buono, piace sentirlo, piace anche a temperatura
di servizio da rosso (ma io sono così e lo stesso vale per i
passiti, che se posso evito di raffreddare), figuratevi… ma, al
contempo, mi fido sempre dei produttori, in particolar modo quando si
tratta di persone di qualità capaci di fare Vini di qualità e di
dimostrare competenza e conoscenza tali da far acquisire un senso a
qualsiasi cosa dicano, anche se inattesa.
Alle note di rosa e di frutta rosa
freschissima, si aggiunge una lievissima speziatura naturale e
nonostante il freddo l’intensità è coinvolgente ed invitante.
Il sorso gioca tutto sull’equilibrio
fra freschezza, struttura e finale leggermente sapido.
Un Vino pulito, gioioso, libero da
vincoli e da sovrastrutture, ma di grande finezza nel complesso. Mi
divertono e mi emozionano i Vini capaci di aver classe, senza
ostentarla, di poter indossare un paio di jeans ad un vernissage
senza destare critica alcuna.

Vigna Bindesi Pinot Nero 2013 – Maso
Grener:
con questo Vino già so che mi esporrò a facili critiche, ma
io sono “parafulmine” e vi stoppo in partenza dicendo che è solo
la condivisione di una mia opinione personale assolutamente
opinabile, frutto di un’esperienza diretta che mi ha dato buonissime
sensazioni. Dico questo perché pensare di abbassare di temperatura
un Pinot Nero, secondo me, non è poi così drammatico (lo fanno
anche i francesi) ed in realtà la sua è già una temperatura di
servizio più bassa di molti altri Vini Rossi, ma di certo farlo con
un Pinot Nero che fa un passaggio in legno piccolo e si presume
arrivi all’apice non prima di 4/6 anni, magari può sembrare
azzardato. Secondo me ci sono due fattori che rendono questo Vino
perfetto da servire intorno ai 14°, il primo è che ho sempre
pensato che l’uva viva ancora nel Vino e che quindi ci siano
varietali che sopportino ed addirittura apprezzino temperature più
basse in vigna come in bottiglia, come appunto il Pinot Nero. Il
secondo motivo è geografico, ovvero la temperatura ambiente del
trentino è generalmente più bassa di quella di gran parte delle
altre regioni d’Italia, quindi l’abitudine a bere Vini più freschi
c’è più che in Sicilia!
Inoltre, il Vino è davvero di grande
qualità e piacevolezza, essendo capace di mantenere l’eleganza del
Pinot Nero con il suo naso leggero di piccoli frutti rossi e le sue
intriganti sfumature di pepe e zenzero. Quei 2° in meno, a mio
parere, smussano ed arrotondano anche il legno, che altrimenti
dovremmo attendere qualche anno per una completa armonizzazione.
In bocca la freschezza si esalta ed è
come se riacquistando una temperatura più elevata solo una volta
giunto in bocca sia in grado di sprigionare maggiormente le proprie
peculiarità. Una nota sapida chiude in mineralità.

Raboso Spumante Dry IGT DelleVenezie – Corvezzo: uno spumante rosso a tutto pasto, sembra fatto a posta per me! C’è chi lo paragona ad una bonarda, chi ad un
Lambrusco… ma non ha nulla a che vedere con questi 2 noti vini rossi
spumantizzati. Ikaro è un vino di grande fascino, unico nel suo
genere…che ha saputo tenere a bada l’irruenza di un vitigno
“selvaggio” come il Raboso, per elevarla ad un concept più
moderno, piacevole e, sicuramente, accattivante.
Violaceo, fragoloso, con sentori di
frutti di bosco ed una punta di Rosa canina.
L’attacco in bocca è
prorompente, ma subito tenuto a bada da un buonissimo equilibrio.
Nonostante il vitigno non lo lasci auspicare, l’Ikaro è persino
elegante, nella sua consapevolezza di sè… un vino duttile e di
grande piacevolezza.

Aggiungo che il Raboso in genere a me piace leggermente più fresco della norma. Ho provato di recente quello dell’Azienda Agricola Gris e mi è piaciuta molto la sua schietta leggerezza! Ottima anche la loro bolla rosé sempre da raboso!

Non ho citato i bianchi, perché a mio parere il gioco sta solo sulle temperature e sull’abbinamento, ma in linea di massima il bianco che preferiamo d’estate fa sempre bene! Io ad esempio farei il giro d’Italia in 3 bianchi, partendo dalla Vitoska (Zidarich ad esempio), passando per l’albana secca (quella di Villa Papiano è favolosa) ed il Verdicchio (tra i più “estivi” sicuramente Utopia di Montecappone ) fino ad arrivare a Falanghina del Taburno (magari quella della Fattoria la Rivolta) e Zibibbo secco (quello di Gorghi Tondi è una brezza marina carica dei profumi degli agrumi di Sicilia che vi rinfresca nelle serate più calde di questa torrida estate).
In ultimo ci tengo a precisare che tutti i Vini li ho provati anche in abbinamento con piatti estivi di pesce e, sono certo, vi riserveranno grandi sorprese!

Godetevi l’estate ed ogni tanto una bella birretta non disdegnatela! :-p 

F.S.R.
#WineIsSharing

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