Modigliana – La stella dell’Appennino che si staglia, in Romagna, per identità, futuribilità ed eleganza dei Sangiovese e dei “nuovi” bianchi.

Che Modigliana fosse una terra eletta in termini vitivinicoli non vi erano molti dubbi, ma che l’incedere della sua avanzata enoica sarebbe stato così concreto e rapido non lo si poteva dare di certo per scontato.
Un territorio capace di esprimere le proprie peculiarità micro-climatiche e pedologiche parcellari attraverso molteplici traduttori varietali e non solo dal più tipico Sangiovese, che resta alfiere e riferimento per tutte le aziende locali.

Un’area di alta collina, a tratti più simile alla montagna, in cui le argille incontrano le marne, con microclimi cangianti a seconda dell’altitudine e della valle di riferimento.

Sono proprio le tre valli a delineare una sorta di zonazione dell’areale che conta ca. 350ha in totale:

carta mappa mga romagna modigliana vino

Ibola: si tratta della valle più fredda e più boschiva e anche della più corta e stretta, con vigneti che raccontano in maniera nitida quanto, in questo territorio, la viticoltura si sia integrata con rispetto e non poca fatica al contesto paesaggistico locale, mantenendo integra la grande dotazione di biodiveristà. Qui i vini sono generalmente più severi, introspettivi, ma anche freschi e intriganti grazie a frutto e al fiore mai spinti a maturazioni eccessive e alla speziatura naturale tipica di zona in cui il Sangiovese può avere un ciclo vegetativo più dilatato e arrivare a vendemmia con forti escursioni termiche. Diverse sono le interpretazioni ma resta il comun denominatore che li rende netti, forti del proprio nerbo acido, fini ma non esili. La chiusura è tipica della zona e persiste con l’ematicità che rende così eleganti questi vini.

Tramazzo: è la valle più ventilata e anche qui le escursioni termiche non mancano. I vini di questa zona sono integri, ben bilanciati fra frutto, fiore e spezia, con folate mentolate e accenni ematici sin dal primo naso. Vini che coniugano una buona dotazione materica a una tessitura tannica ben definita, mantenendo un’ottima dinamica di beva e chiudendo lungamente saporiti.

Acerreta: la valle più vasta e quella che vanta le esposizioni più importanti. In questa zona il Sangiovese può raggiungere maturazioni più importanti ma sempre bilanciate fra struttura e acidità, con profumi più orientati alle espressioni fruttate, ma mai eccessive, grazie alla consueta speziatura e mineralità. L’aziende delle correnti provenienti dal mare mitiga le escursioni termiche solo parzialmente. Integri, fieri e ampi ma non di certo potenti o opulenti, vantano l’agilità tipica dei vini di Modigliana senza lesinare centro bocca ed ematicità spiccata. La tessitura tannica è finemente delineata.

Espressioni e di Sangiovese che rendono l’enclave a cavallo fra Romagna e Toscana una delle area più futuribili per la produzione della varietà che, in Italia, è più diffusa e, dunque, quella che vanta il maggior numero di declinazioni pedologiche, meso e micro climatiche, nonché stilistiche. Terre, vigne, menti e mani che possono proiettarsi in avanti consapevoli di poter gestire meglio di altri l’incidenza dei cambiamenti climatici che, però, purtroppo hanno manifestato tutta la loro imprevedibilità con le alluvioni di quest’anno, mettendo a dura prova Modigliana, provocando gravissimi danni alla viabilità, alle abitazioni e alle attività (comprese, ovviamente, quelle vitivinicole con frane che hanno interessato ampie porzioni di vigneto) e che, ancora oggi, ridisegnano il paesaggio della zona in maniera nefasta.

Vini dalla duplice attitudine alla freschezza e alla prospettiva, in grado di mantenere salda la propria peculiare identità varietale e territoriale, conferendo percettibile riconoscibilità e riconducibilità a ogni referenza degustata negli ultimi anni. Oltre ai Sangiovese di Modigliana, però, a stupire durante l’ultima edizione di Modigliana Stella dell’Appennino è l’attendibilità delle traduzioni in bianco con vitigni storici (Trebbiano – min. 60% – e Albana) e varietà alloctone, ormai completamente acclimatate (Chardonnay e Sauvignon), che danno vita a incontri e varianti di grande contemporaneità e finezza, in cui slancio, agilità e sale vertono verso una conviviale eleganza. A fare da madrina al lancio della prima annata del Modigliana Bianco (tutti i produttori rivendicano la “sottozona” in etichetta per questa new entry a disciplinare) è sta la giornalista svedese Åsa Johansson, che definisce questa tipologia come emblema di libertà e della volontà di andare oltre i vitigni, anteponendo loro il territorio (riflessione che mi trova d’accordo come già scritto in passato qui wineblogroll.com/2022/11/vitigni-territori-identita-vino-italiano).

Ulteriore conferma della vocazione di questo piccolo grande areale, poi, ci sono le “scommesse” ardite come il Pinot Nero o il Cabernet Franc selettivi per natura e ancor più se si richiede loro di anelare a quella forma completa e complessa, non stereotipata, che fa dell’equilibrio e della finezza le proprie imprescindibili doti.

produttori modigliana stella dell'appennino

Un evento, quello organizzato dall’Associazione di produttori “Modigliana stella dell’Appennino”, che vede, ogni anno (da 7 anni), protagonisti vigne, vini e cantine di questo sfaccettato “cru” romagnolo, capace di elevarsi a ben più di una nicchia produttiva (con il 3% delle vigne di Sangiovese dell’intera Romagna Modigliana produce ca. il 25% dei vini che rivendicano la MGA), dimostrandosi atta alle sfide della viticoltura e dell’enologia contemporanea, portando nel calice vini mai stereotipati, fortemente identitari che fanno dell’equilibrio, dell’agilità di beva e della propensione all’eleganza le proprie peculiarità distintive. Il tutto senza le poco utili comparazioni con la sponda toscana e favorendo, piuttosto, il confronto tra le singolarità zonali e parcellari dell’areale, mostrando e dimostrando quanto, anche e soprattutto attraverso un sensibile e fedele lettore di terroir come il Sangiovese, si può anteporre la disquisizione di territorio a quella meramente varietale.

Questa settim edizione ha proprio il sapore della consacrazione indiretta, sussurrata dagli addetti ai lavori tra i banchi d’assaggio, ma di cui i produttori hanno solo parziale contezza, com’è giusto che sia per chi non vuole smettere di crescere e di puntare in alto. Parliamo pur sempre di una “stella”!

Posso già anticipare che alcune delle referenze degustate in occasione dell’evento, alcune saranno segnalate nelle mie selezioni di fine anno sia tra i rossi che tra i bianchi.

Infine, a chi volesse approfondire le storie del territorio e delle singole realtà unite dal progetto di valorizzazione Modigliana Stella dell’Appennino consiglio il libro, appena presentato, “Modigliana Storie di gente, Appennino, vini”, curato da Giorgio Melandri (già ideatore e primo fautore dell’associazione, nonché produttore) e al quale, assieme a ben più autorevoli firme, ho avuto modo di contribuire con una mia breve narrazione.

F.S.R.

#WineIsSharing

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