Fabio Cagnetti racconta Vino Nostrum

In molti mi scrivete sui social o via email chiedendomi informazioni sulla commercializzazione dei vini, sui prezzi e sulle dinamiche correlate alla distribuzione, ma “purtroppo” io sono completamente ignaro riguardo questo aspetto enoico, quindi, come già fatto in passato, preferisco lasciare la parola a chi ne sappia molto più di me.
Oggi è la volta di una persona che stimo molto e che ho conosciuto grazie ad amici comuni, non troppo tempo fa, scoprendo di avere in comune non solo quegli amici, ma anche i natali – tant’è che questo pezzo non è da considerarsi mero marketing, bensì una sincera azione di “marche-tting!” – e la visione del vino in un contesto di rispetto a 360°con una forte identità, una nitida riconducibilità territoriale ed una consapevole ed accorta artigianalità, senza storpiature e storture di genere e che mirino ad un palato più contemporaneo, votato alla fresca verticalità ed alla salina mineralità, capaci di essere piacevoli oggi e, magari, di stupire alla distanza.
E’ un piacere lasciare spazio e parola a Fabio Cagnetti, che vi racconterà il progetto, ormai diventato concreta realtà, di Vino Nostrum, e-commerce internazionale davvero interessante e per nulla banale che mi incuriosì in fase “beta” e che oggi sono lieto di ospitare nel mio wine blog.
Ciao Fabio, ti presenteresti a quei pochi… pochissimi che non ti conoscono?
Trentacinque anni, natali marchigiani,
romano d’adozione, spesso in viaggio. Ex critico musicale, ex
giornalista enogastronomico, dal 2013 importatore e distributore con
la mia azienda NOW – Non Ordinary Wines ( www.now-wines.com ) e dal
2014 collaboro anche con Vino Nostrum.



Cos’è Vino Nostrum?
Vino Nostrum nasce come e-commerce per
i mercati di Finlandia e Svezia nel 2014, approfittando di una
legislazione che permette di aggirare i limiti del monopolio a
determinate condizioni (sede legale all’estero, rappresentanza
legale e pagamento di tutte le tasse nel Paese di destinazione). Il
presente è una classica storia di retro-innovazione, con l’apertura
di due wine bar a Tallinn e a Parigi, mentre ora il sito è in grado
di servire tutti i Paesi europei.


Chi sono i tuoi “compagni di
viaggio”?
L’idea è di due finlandesi, Thomas e
Saara Pahlberg, che mi hanno selezionato leggendo i miei articoli e
guardando i miei video su Internet. Dopo il primo colloquio ci siamo
subito trovati e ho iniziato a mettere la mia personalità, la mia
esperienza e la mia anima nel progetto.
Lo staff è cresciuto parecchio, e il
progetto coinvolge complessivamente una ventina di persone, tra
tecnici, responsabili della comunicazione e dei social, sommelier dei
due locali e altre figure. Il fatto che l’idea del sito sia
diventata progressivamente paneuropea ha creato un effetto Babele per
cui le lingue che si parlano dentro Vino Nostrum al momento sono
inglese, finlandese, svedese, estone, tedesco, italiano e francese! E
questo sia per quanto riguarda il sito sia per tutti i contenuti che
vengono proposti sui social.
fabio cagnetti
Qual è la mission di Vino
Nostrum?
L’obiettivo è quello di comunicare e
commercializzare in tutta Europa
(per il momento!) vini che
corrispondono alla nostra visione: prodotti di artigiani che lavorano
in modo rispettoso dell’ambiente, rappresentativi di un territorio,
con una storia da raccontare. Spesso provenienti da cantine piccole o
piccolissime, e quindi di scarsa reperibilità. Non vogliamo essere
né soloni né fricchettoni, vogliamo coniugare etica ed estetica,
comunicando l’idea di un vino “naturale” ma soprattutto buono,
senza dover scegliere ma pretendendo entrambe le cose, e riportando
la viticoltura e la vinificazione nel loro luogo, ossia quello di
atti agricoli. E ci piace l’idea che anche un totale neofita possa
acquistare sul nostro sito (o nei nostri negozi) un vino che gli
piaccia, lo emozioni e lo incuriosisca a saperne di più.


Cos’ha Vino Nostrum che gli altri
“wine-shop” online non hanno?
Innanzitutto il progetto tecnico e
grafico del sito è veramente accuratissimo, facilmente navigabile,
ottimizzato per qualsiasi dispositivo, tradotto in sei lingue e con
il riconoscimento automatico del Paese di provenienza per cui al
visitatore vengono mostrati, nella sua lingua, solo i vini
disponibili per il suo Paese. Senza dimenticare la chat dal vivo. Poi
una selezione rigorosa di vini artigianali, prodotti rispettando
l’ambiente e il territorio, con tanti nomi underground, in continua
evoluzione. E un sacco di contenuti, video e non solo, destinati ad
aumentare in modo drastico nei prossimi mesi (sempre che la mia
attività principale me lo conceda!).
Quali sono i criteri di selezione
delle Cantine nel portfolio di Vino Nostrum?
In tre parole, il mio gusto. I limiti
oggettivi entro cui ci muoviamo sono tre: l’adozione, come minimo,
dell’agricoltura biologica in vigna, l’assenza di trattamenti di
cantina invasivi e la dimensione puramente agricola e artigianale
delle aziende (con un certo zelo, escludiamo a prescindere chi
produca più di 200.000 bottiglie l’anno). Da qui in avanti
subentra, per l’appunto, il gusto.
Sono cresciuto in un’epoca in cui
tutti amavano i “vini dell’enologo”, mentre dopo un breve
svezzamento ho sempre preferito quelli di territorio. Ora che il
gusto del mercato è dalla mia, mi preme restare a fuoco su un’idea
di vino non estremista e figlia dei nostri tempi, o di quelli che
vorrei lo fossero. Veronelli disse “un vino è grande quando mi
emoziona”
e non potrei essere più d’accordo. Generalmente
prediligo vini eleganti e fini, freschi e sapidi, di facile
bevibilità, ma ho selezionato anche vini di grande struttura,
laddove senta che questa è la naturale conseguenza dei fattori
ambientali, piuttosto che di quelli umani.
Come vedi il mondo del commercio
del vino online all’estero e come in Italia?
In generale, nei Paesi nordici, dove
prima arrivavano solo i grandi marchi, forse per il fatto di non
essere produttori né di avere una qualche tradizione vinicola come
consumatori trovo una grande curiosità e apertura mentale verso i
vini di vignaioli, oltre che una minore facilità ad essere
abbagliati dalle mode. In Scandinavia, in particolare, la sensazione
è che si attenda solo la fine del monopolio, e non sarei troppo
sorpreso dal leggere qualche notizia in questo senso nei prossimi
anni. Il vino italiano, in generale, è molto bene accolto e gode più
o meno di pari reputazione rispetto a quello francese.
In Italia credo ci sia una bolla per
cui improvvisamente siamo diventati un popolo di poeti, santi,
navigatori, allenatori di calcio… e distributori e importatori di
vini. Tutto questo mentre i canali tradizionali sentono la
concorrenza dell’online, anche se per ora il servizio dell’enoteca
non può essere completamente sostituito. Credo che comunque
sopravvivrà solo chi riuscirà a ritagliarsi una propria nicchia e
dare un valore aggiunto ai propri clienti: vedo in giro molti
operatori che non riesco a distinguere l’uno dall’altro e si
fanno solo guerra di prezzo. Questa credo sia una strategia perdente.


Cos’è il vino per te?
Ti sei tenuto la domanda alla Marzullo
alla fine, eh? Il vino è la mia passione, il mio lavoro, il mio bene
rifugio, ha un ruolo centrale nella mia esistenza pur essendo ben
lungi dal cannibalizzarla. Quando ne parlo cerco di essere
completamente me stesso, del tutto trasparente, smettere ogni
maschera e parlare dalla fonte, mettendoci le viscere. Ma al tempo
stesso cerco di stare attento a non trasmettergli sovrastrutture che
non ha (cosa che a volte faccio per mera esigenza narrativa, ma
conscio della finzione) e ricondurlo a prodotto agricolo,
artigianale. Proveniamo dalla cultura contadina e abbiamo delle
responsabilità verso di essa.


– – – – – – – – – – 
Credo che un intervento come quello di Fabio, qui su WineBlogRoll, possa tornare molto utile sia ai produttori ed ai vignaioli che mi seguono che ai winelovers interessati e curiosi, così come agli addetti ai lavori di ogni categoria enoica, che, sin troppo spesso, in Italia non hanno modo di comprendere alcune dinamiche correlate alla distribuzione online, specie, quella internazionale.


F.S.R.


#WineIsSharing

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