La Romagna del Vino di Villa Papiano

Conosciuta l’anno scorso al Vinitaly,
in una degustazione lampo di tutta la linea, l’azienda Villa Papiano
mi colpì sin dal momento in cui misi il naso nel primo calice di
Vino, ma anche per l’indiscussa simpatia di Maria Rosa Bordini.
Simpatia tipica di quella Romagna nella quale troviamo incastonata
Modigliana, che oltre a vantare una notevole rilevanza
storico-artistica, “sembra” essere molto vocato per la
viticoltura!
cantina villa papiano
A qualche mese dal Vinitaly, volli
approfondire la conoscenza di questa realtà e lo feci attraverso le
parole di Maria Rosa e suo fratello Francesco socio-responsabile ed
enologo dell’azienda e se dovessi sinterizzare per punti le
peculiarità di questa realtà lo farei così:
  • agricoltura biologica (rame e
    zolfo e vigneti sono inerbiti);
  • produzione per ceppo bassissima
    (600-700g / pianta);
  • altissima densità in vigna (da
    6000 a 7700 piante per ettaro). Ne conseguono basse produzioni e
    minor sviluppo in altezza delle piante, che permette di tenere il
    grappolo più vicino alla sua terra;
  • espressività territoriale: a
    Villa Papiano si coltivano prevalentemente i vitigni autoctoni
    storici della Romagna, ovvero Albana e Sangiovese.
Queste caratteristiche, unitamente ad
una precisa volontà di lavorare in vigna per fare il meno possibile
Cantina, portano una palese manifestazione di quelli che sono il
territorio e la stagionalità. Mi è piaciuta molto la frase di
Francesco nella quale diceva “miriamo ad ottenere Vini
monoingrediente: uva”,
che in
quanto ad eloquenza non è affatto male!
Una realtà, quella di Villa Papiano,
che manifesta la sua piena consapevolezza non nel singolo “Vino di
punta”, ma nell’armonia generale dei suoi Vini, nei quali a
prevalere sono sempre freschezza e scheletro minerale, come nel caso
dei Rossi Le Papesse e I Probi di Papiano, ma ancor più nel bianchi Terra (Albana in Anfora georgiana – Kvevri), fino a garantire maggior
equilibrio e ad annullare la potenziale stucchevolezza della
vendemmia tardiva Tregenda.
vini papiano

Se del Terra vi avevo già parlato nel
mio articolo sui “Vini in Anfora”, mi piacerebbe
condividere con voi qualche impressione ed emozione riguardo gli
altri tre:


Le Papesse di Papiano – Romagna
Sangiovese Superiore Doc 2014: uva (sangiovese ed un piccolo saldo di
autoctoni del 5% ca.) + territorio, ecco cosa troverete in questo
Vino, che al naso resta fedele al varietale nella sua accezione più
fresca e che in bocca fende, ma mai offende, con la sua dritta
acidità e la sua buona mineralità, il tutto armonizzato da una
trama tannica da prima alla Scala, che per un Sangiovese solo
acciaio, così giovane e fresco è tutto un dire. Penserete che dopo
tutta questa sviolinata sia finita qui, invece no, la cosa più
interessante di questo Vino è la sua instancabile beva, forse
coadiuvata dal quel finale amarognolo che invoglia ad un altro
calice!
I Probi di Papiano – Romagna
Sangiovese Doc Riserva 2012: arriva l’affinamento in legno, ma non arriva
la “corruzione” della materia prima, anzi, tutt’altro! I Probi
rappresentano il trait d’union fra la vigna e l’uomo, con una maggior
libertà a pannaggio della vigna che si esprime nella sua naturale
prorompenza in un naso che è solo addolcito dalle note terziarie di
torrefazione, sigaro toscano e pepe bianco, in quanto il frutto c’è
e si sente, nitido e gustoso. In bocca quell’apparente “lotta”
fra gioventù ed esperienza, fra forza ed eleganza, si dimostra un
conflitto immaginario, mai nato, ma solo pensato per stuzzicare i
sensi e spiazzare con effetti speciali. Grande personalità e
profondità per un Vino che sa il fatto suo ed a mio parere può
reggere la maratona di Cantina molto lunghe.
Tregenda – Albana da Vendemmia Tardiva 2013: la
conferma che l’Albana è uno dei vitigni, in assoluto, più adatti
all’appassimento in pianta ed alla produzione di passiti, botrizzati
o vendemmie tardive
di grande piacevolezza, ma soprattutto di
indiscutibile armonia. Io amo i Vini da fine pasto, ma ancor più
quei passiti che portano con se quella dose di muffa nobile capace di
strizzare l’occhio ai Sauternes e di chiamare a gran voce degli
erborinati di quelli strong! Questo è uno di questi! Ottimo da solo,
ma brillantemente abili nel reggere confronti gastronomici
intriganti.
Insomma, bella esperienza enoica quella regalatami da Villa Papiano, che non fa altro che suggellare la mia convinzione che la Romagna sia senza ombra di dubbio il territorio italiano che ha avuto la maggior evoluzione in termini di qualità ed autenticità negli ultimi 10 anni.

F.S.R.
#WineIsSharing

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