Muttos – L’incontro con un grande Vino sardo del contadino/vignaiolo Fabrizio Sassu

Ora vi confido una cosa… io sono un
disordinato cronico, ma quando si tratta di Vino tutto torna sempre
nella mia mente. Ho sempre avuto una buona memoria riguardo tutto ciò
che riguardi l’ambito enoico, eppure, capita, a volte, che
qualcosa mi sfugga e ieri è accaduto proprio questo, trovando delle
bottiglie ancora imballate, delle quali non sapessi nulla, neanche di
averle in cantina. Mea culpa… sì, ma una colpa che si è
dimostrata essere una manna dal cielo perché l’aver stappato una
bottiglia senza saper assolutamente alcunché sul vignaiolo, sulla
conduzione in vigna e sulla vinificazione mi ha portato a fare una
sorta di ossimorica degustazione alla cieca “scoperta”.
Guardo il tappo sigillato in
gommalacca, recante le iniziali del mio nome F.S. e sorrido, pensando
tra me e me “e questa?!?”, giro la bottiglia e leggo in
controetichetta un nome, quello di Fabrizio Sassu ed inizio a
ricordare qualcosa, ma nulla di nitido, quindi stappo ed assaggio.
muttos vino
Mi basta mettere il naso nel calice per
essere letteralmente ammaliato da un’inattesa spontanea e naturale
finezza, piena, voluttuosa eppure con tratti di leggerezza che
sembrano rendere inafferrabile la sua vera essenza. Un po’ come
quando da bambini si provava a imprigionare la luce del sole fra le
mani…
Faccio un sorso e quel Cagnulari che
avevo già apprezzato in passato sotto altre vesti, lo trovo in
questa interpretazione delle vigne di Fabrizio, davvero incisivo nel
varietale, ma coerente con l’eleganza e l’armonia del naso.
Inizio a ricollegare quel nome ad un
Vino del quale avevo solo sentito parlare, di una piccola produzione
fatta da un vignaiolo sardo, anzi da un contadino – così ama
definirsi – di Alghero e della sua cantina il Grappolo d’oro.
Non ne sapevo molto, così dopo uno,
due, tre sorsi, scrivo questo su facebook:
Che
grande terra la Sardegna… sincera, verace e calorosa come
l’abbraccio di una saggia nonna. Una nonna di quelle che non si
fermerebbero mai, che hanno sempre qualcosa da insegnarci, una parola
di conforto, ma anche di quelle che non te le mandano a dire, se
devono alzare il tono!

Lo
so, è strano assimilare una terra ad una nonna, ma oggi, ho bevuto
saggezza, calore, spontaneità, tanta tanta semplice complessità.
Quella di mia nonna, che a 90 anni vorrebbe fare ancora 5km al giorno
e se potesse si iscriverebbe a facebook, quella che, dietro
quell’apparente dolcezza e gentilezza celi una forza d’animo
inesauribile, instancabile, al di là del tempo.


Oggi ho bevuto un
grande Vino, come grande e mia nonna, e mi viene da sorridere, perché
ora, dopo l’ennesimo sorso, sento una nota piccante un gola che mi
ricorda quando, da piccolino, le feci uno scherzo, mettendole una
copiosa dose di peperoncino nella minestra e lei sbuffò, orgogliosa
bevve un litro d’acqua poi mi guardò e… rise!…”


A
quel punto cerco il vignaiolo sui social per coinvolgerlo e mi rendo
conto che la mia memoria ieri mi stesse giocando proprio brutti
scherzi, perché io avevo già letto di lui, avevo apprezzato la sua
grande attenzione ed il suo grande rispetto per una terra
meravigliosa e per le sue vigne. Avevo letto di quel Vino, ma per
fortuna, a questo punto, non ricordavo nulla a riguardo.
Forse
inizio ad avere l’hard disk enoico saturo, dovrei iniziare a
cancellare qualcosina, a far un po’ di spazio, non so… ma continuo
a sperare di ricordarmi tutto, se non mentalmente, almeno
emozionalmente, ma fatemi dire due cose in più su Fabrizio Sassu ed
il suo Muttos.
fabrizio sassu vignaiolo
Fabrizio gestisce la sua cantina Il
Grappolo d’Oro insieme ad Anna, sua moglie, e la viticoltura, come
l’appartenenza al suo territorio, sono da sempre scritti nel suo DNA.
Suo nonno fu un grandissimo vignaiolo della Nurra e suo padre è uno
di quelli che alla terra hanno tutto con forza, dedizione e senno. La
sua storia vitivinicola, però, non è totalmente legata alla
Sardegna, bensì passa per il Piemonte, dove acquisisce le nuove
tecniche dei produttori del Monferrato. E’ nel 2011, però, che
Fabrizio decide, dopo esser tornato in Sardegna ed aver collaborato
con un’importante realtà del luogo, di produrre il suo vino, o
meglio il Vino di un territorio meravigliosamente vero, selvaggio,
incontaminato, come quello di Sos Laccheddos, ad Usini, dove dimora
il vigneto storico di Cagnulari dal quale nasce il Muttos.
Il “Muttos”, per chi non lo
sapesse, è un canto popolare sardo, di grande impeto e forza, che
vuole rappresentare al meglio la volontà la caparbietà del
vignaiolo e la potenza del Vino, ma con la spontanea eleganza della
tradizione.
Tradizione che prima ancora di finire
in etichetta, parte dalla vigna dove l’approccio è quello della
viticoltura rispettosa, cosa che si prolunga in cantina, dove
l’utilizzo del cemento per la vinificazione si dimostra ancora una
volta un viatico di eccezionale coerenza all’espressività.
Un breve passaggio in legno permette al
Cagnulari di addolcire il tannino, ma di mantenere una sua
personalità ben marcata.
logo vino cuore
Detto, questo, a prescindere dal Muttos, la Sardegna sta tornando, grazie a vignaioli e produttori lungimiranti ed innamorati del territorio, a fare qualità con grande identità. Inoltre, è fondamentale la riscoperta del Cagnulari, vitigno dalla grande potenzialità, che avremmo rischiato di perdere del tutto se non fosse stato per persone come Fabrizio Sassu ed altri produttori sardi, soprattutto giovani, che stanno preservando un varietale dal corredo genetico di rara importanza, che gli stessi francesi anni orsono importavano per conferire struttura e carattere ai proprio vini.
Da quest’esperienza ho dedotto due
cose:


  • dimenticarsi
    qualcosa a volte può aumentare l’effetto sorpresa e donare emozioni
    inattese ed incondizionate;😋
  • il Muttos è un
    Vino che, come pochi altri, sa dimostrare che la massima espressione
    di un terroir, ancor più se incontaminato e selvaggio, può e deve
    essere l’equilibrio.
Natura è equilibrio e saggezza, non
casualità e approssimazione. La Natura è meraviglia e l’uomo deve
essere in grado di traslare questa innata meraviglia dalla terra al
bicchiere. Fabrizio Sassu è uno di quei vignaioli che sa come si fa.

F.S.R.
#WineIsSharing

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