Sono lieto di condividere con voi il comunicato stampa riguardante una notizia che mi vede protagonista di una scelta presa di pancia a ridosso del lockdown. Nei prossimi mesi, oltre al mio consueto girovagar enoico e ai racconti dell’Italia del vino, vi accompagnerò alla scoperta di un vitigno al quale sono particolarmente legato: il Ruchè.
Lo farò tramite approfondimenti tecnici sull’ampelografia e sulle peculiarità pedoclimatiche dell’areale di coltivazione del Ruchè e tramite degustazioni volte a mettere in risalto l’unicità dei vini prodotti con questo varietale unico al mondo.
Nel ringraziare tutti i produttori dell’Associazione del Ruchè di Castagnole Monferrato per la fiducia accordatami, vi lascio al C.S. e, a seguire, alla mia intervista in cui vi racconterò cosa farò nei prossimi mesi con e per il Ruchè:
MODERNO, DUTTILE, DINAMICO: IL RUCHÈ DI CASTAGNOLE MONFERRATO RISPONDE ALLE ESIGENZE DEI NUOVI CONSUMATORI
Partiranno a breve gli appuntamenti per conoscere, anche se a distanza, questo vino dalle mille sfaccettature, unico nel proprio genere
Si prospetta un anno speciale per il Ruchè di Castagnole Monferrato. Partirà a breve, infatti, il ciclo di seminari e incontri, per ora virtuali, dedicati a questo vino e ai suoi produttori. A curarli sarà Francesco Saverio Russo, wine blogger e wine educator. << Non esiste al mondo un vino come il Ruchè, e il nostro impegno è valorizzarlo per la sua unicità – Afferma con orgoglio Luca Ferraris, presidente dell’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato. Con questi incontri faremo conoscere i mille volti di questa varietà straordinaria, in modo originale, dando voce ai produttori>>.
Obiettivo è comunicare il Ruchè partendo dalla vigna e dal territorio, raccontandone le caratteristiche varietali, pedoclimatiche e la predisposizione a molteplici interpretazioni.
Francesco Saverio Russo diverrà così la voce dell’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato. Molti saranno i temi trattati.
<< Oltre a presentare i volti dei produttori, divertente sarà affrontare l’argomento “abbinamenti impossibili”: dote del Ruchè è reggere abbinamenti con cucine notoriamente difficili da accompagnare. In questo contesto verrà introdotto anche il concetto di “Ruchè by the glass”, per rispondere alle esigenze della ristorazione e dei gourmet italiani e internazionali” , afferma Francesco Saverio Russo.
Suo compito sarà evidenziare come il Ruchè risponda all’evoluzione del gusto nei mercati ai quali si rivolge, ma anche la duttilità che permette ai produttori di proporne differenti interpretazioni. << Le versioni di Ruchè più fresche vantano un profilo aromatico ricco nel frutto e fresco nel fiore e un’intrigante speziatura naturale, dovuta al Rotundone, molecola che determina l’aroma di pepe nero nel vino. Unito al buon equilibrio fra struttura e acidità e al tannino garbato, permette un approccio diretto, senza ostacoli. La vocazione varietale permette di ottenere anche grandi vini con lunghi affinamenti in legno e persino di venire prodotto in versione passito. Ho sempre creduto nel Ruchè, ma mai come in questo periodo in cui l’attenzione agli autoctoni meno noti e alle piccole produzioni è evidente sia in Italia che all’estero.>>
Qui di seguito la mia intervista integrale per l’Associazione dei produttori del Ruché di Castagnole Monferrato.
Come hai scoperto il Ruchè di Castagnole Monferrato?
La mia ricerca nei confroni dei vitigni autoctoni più rari inizia in concomitanza con la mia passione per la vigna, quindi sin dai primi passi del mio, ormai lungo, cammino enoico ho dedicato molta attenzione a varietali come il Ruchè. Nello specifico, ho “incontrato” i vini prodotti da questa straordinaria uva nell’ambito di una manifestazione in cui ho potuto assaggiare e comparare diverse interpretazioni di Ruché, ascoltandone l’emozionante storia e appurandone le potenzialità nel calice.
Se solitamente mi capita di arrivare dalal vigna al bicchiere, in questo caso l’iter è stato inverso e dopo aver assaggiato quei vini ho voluto approfondire la conoscenza del territorio di Castagnole Monferrato e dell’ampeolografia del suo vitigno principe di anno in anno, recandomi sul posto e cercando di incontrare i produttori in vigna, in cantina o in occasioni di aggregazione come l’annuale Festa del Ruchè, alla quale abbiamo dovuto rinunciare quest’anno a causa del covid 19 ma che l’anno prossimo tornerà ricca di novità e di iniziative per far conoscere al meglio il mondo del Ruchè.
Quali potenzialità ritieni abbia nel mercato contemporaneo?
Il Ruchè ha insite in sé alcune delle peculiarità più in linea con l’evoluzione del gusto dei mercati enoici di riferimento ma anche una duttilità che permette ai produttori di proporne differenti interpretazioni in base al target di riferimento.
I vini base Ruchè, generalmente, vantano un profilo aromatico ricco nel frutto e fresco nel fiore, ma soprattutto intrigante nella speziatura naturale (dovuta alla grande presenza di Rotundone, molecola che determina l’aroma di pepe nero nel vino) che unito al buon equilibrio fra struttura e acidità e al tannino garbato, permette un approccio diretto, senza ostacoli, ma mai scontato. Se nelle versioni più fresche e dinamiche il Ruchè esprime tutta la sua vocazione varietale alla duttilità in termini di fruizione e abbinamento, quest’uva può e sa essere declinata secondo canoni di struttura e di gusto che contemplano lunghi affinamenti in legno o persino l’appassimento. Questo spettro interpretativo potenzialmente infinito, la sua duttilità a tavola, il fascino della storia di Don Giacomo Cauda e la coesione delle realtà che fanno parte dell’Associazione dei produttori di Ruchè di Castagnole Monferrato, pongono questo vino tra le più interessanti nicchie enoiche del nostro paese e non solo.
Ho sempre creduto nel Ruchè, ma mai come in questo periodo in cui l’attenzione agli autoctoni meno noti e alle piccole produzioni è evidente sia in Italia che all’estero.
Come racconterai il Ruchè di Castagnole Monferrato?
Lasciami premettere che non avevo mai accettato ruoli di “ambassadorship” da altri consorzi e, tantomeno, da azienda private in quanto non ho mai voluto schierarmi mantenendo la mia totale indipendenza. Quando mi è stata proposta questa “carica” ho trovato nei produttori di Ruchè rappresentati, nell’interlocuzione, dal Presidente dell’associazione Luca Ferraris, un’apertura totale e una visione comune del da farsi. Nessuna mera operazione di marketing mi è stata richiesta e ogni mia proposta è stata accolta con grande positività e fiducia. La mia volontà è quella di comunicare il Ruchè partendo dalla vigna e quindi dal territorio, raccontandone le caratteristiche pedoclimatiche uniche, per poi passare all’ampelografia e alla predisposizione enologica del vitigno nei confronti di molteplici intepretazioni (come già accennato precedentemente), senza rinunciare al confronto diretto con winelovers e addetti ai lavori nelle masterclass e nei seminari. Masterclass e seminari che avremmo dovuto portare avanti fisicamente a partire dal Vinitaly 2020 e dalla Festa del Ruchè di questo mese, ma che confido di dover convertire in digitale solo per pochi mesi per poi ritrovarci a parlare di Ruchè de visu, con la possibilità di assaggiare i vini dei produttori in completa sicurezza.
Ovviamente, tutti i miei canali web e social saranno veicolo della comunicazione del Ruchè e non mancheranno comparative con vini di denominazioni importanti sia nazionali che internazionali volte a mostrare e dimostrare che le referenze prodotte da questo varietale possono giocarsela con “chiunque”.
Divertente sarà affrontare l’argomento “abbinamenti impossibili” che porrà l’attenzione sulla rara dote del Ruchè di poter reggere abbinamenti con cucine notoriamente difficili da accompagnare. In questo contesto verrà introdotto anche il concetto di “Ruchè by the glass” che risponde alle esigenze della ristorazione e dei gourmet italiani e internazionali.
Le idee sono tante e sarà un anno davvero speciale per il Ruchè!
Come è cambiato il mondo dell’informazione on line in epoca Covid 19?
Come accennato poc’anzi, uno dei cambiamenti più radicali è stato proprio quello relativo all’impossibilità di incontrarci nelle consuete occasioni enoiche, dagli eventi con migliaia di persone alle più contenute degustazioni guidate. Inoltre, per chi come me ha da sempre basato la propria comunicazione sulle visite in vigna e in cantina e sul confronto diretto con i vignaioli e con i tecnici il lockdown ha messo tutto in standby. Io, da par mio, ho voluto dedicare questo periodo di stop ai vignaioli italiani, compresi quelli del Ruchè, permettendo a tutti coloro che hanno aderito alle mie iniziative no-profit #CondividiLaTuaVigna e #PresentaLeTueNuoveAnnate di mostrare il proprio lavoro in vigna e di raccontare i propri vini in prima persona ovviando all’impossibilità di incontrarsi fisicamente e raggiungendo migliaia di persone in maniera diretta e senza filtro alcuno.
Queste iniziative sono state importanti per i produttori e lo saranno ad oltranza finché non sarà tornato tutto alla normalità, ma è stato vitale anche per me e per tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori che hanno potuto viaggiare, seppur virtualmente, di vigna in vigna e di cantina in cantina pur restando a casa.
Credo che questo periodo abbia messo in risalto le lacune della comunicazione diretta delle cantine e l’opportunismo di alcune tipologie di media che poco hanno badato alla situazione in cui versavano e si apprestavano a versare le realtà vitivinicole italiane ma, al contempo, sono certo che sia servito a fare un balzo in avanti che solo una scossa di questo genere poteva permettere.
Mi riferisco all’attitudine che molti produttori hanno scoperto di avere alla comunicazione sul web e sui social, all’attivazione di canali di vendita online fino a quel momento inesplorati e dalla maggior volontà di fare rete.
Sono certo che il mondo del vino uscirà anche da questa difficile situazione con grande forza e caparbietà e che saranno associazioni come quella dei produttori del Ruchè di Castagnole di Monferrato a fungere da esempio di positività e propositività. Lo conferma la scelta di affidare a me il ruolo di ambasciatore del Ruchè per un anno, impegno che porterò avanti con ancor più orgoglio e impegno data la situazione in cui tutti ci troviamo ad operare.
F.S.R.
#WineIsSharing
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.