Chianti Classico Collection 2024 – Selezione dei migliori vini in anteprima, le annate e alcune considerazioni sulla denominazione

L’edizione 2024 della Chianti Classico Collection è stata l’occasione ideale per festeggiare il centenario del più antico Consorzio d’Italia. All’anteprima hanno partecipato 211 aziende, produttrici dei ben 773 vini in degustazione per operatori e stampa nella consueta sala a essi dedicata, con un servizio sommelier rapido e sempre professionale.

100 anni e ancora in forma: il Gallo Nero è un esempio di come una lunga storia e una consolidata tradizione possano rimanere sempre attuali. Il Consorzio del Gallo Nero, fondato nel 1924 da 33 viticoltori visionari, continua a portare avanti la sua storia con orgoglio ma senza lesinare novità e visione prospettica. Interessante come la nascita delle UGA (dal 1 luglio 2023 riportabili in etichetta per le Gran Selezione) abbia portato alla nascita in seno al consorzio ma senza velleità secessionistiche (anzi, mostrando un’ulteriore volontà di coesione) di numerose associazioni legate proprio all’unità geografica aggiuntiva di riferimento. Il Consorzio del Chianti Classico, forte dei suoi 7.200 ettari di vigneto tutelati e allevati dai suoi 482 soci mette in risalto quanto l’identità dell’intero areale e delle sue singolarità zonali possa e debba essere l’unico reale obiettivo per il successo degli oltre 35mln di bottiglie prodotti ogni anno.

gallo nero chianti classico anteprima

Uno zero in meno per la vera grande scommessa del vino toscano degli ultimi anni: la Gran Selezione. Una decade in cui si è fatto tanto parlare di questa menzione intervenuta nel disciplinare del Gallo Nero, ma che evidenzia un successo crescente. Successo riscontrato anche nei numeri ben rappresentati dalle 169 aziende vitivinicole che producono almeno un Chianti Classico Gran Selezione Docg. Una leva capace di ritoccare verso l’alto il posizionamento dell’intera denominazione, sia in termini pecuniari che e soprattutto di percezione di valore dei vini ivi prodotti.

Di seguito i migliori vini assaggiati alla Chianti Collection 2024 e i report delle singole annate in degustazione, con particolare attenzione riservata alla 2022, vera anteprima di quest’anno.

i migliori vini chianti classico francesco saverio russo

I MIGLIORI CHIANTI CLASSICO “ANNATA”, RISERVA E GRAN SELEZIONE DEGUSTATI ALL’ANTEPRIMA CHIANTI CLASSICO COLLECTION 2024

Annata 2022

A differenza di alcune delle ultime annate, fortunatamente nel 2022 non si sono verificati episodi di gelate tardive o grandinate. La siccità registrata nei mesi estivi non ha influenzato lo sviluppo dei grappoli, grazie alle piogge primaverili che hanno consentito alle viti di accumulare adeguate riserve d’acqua e nutrienti minerali durante la fase più arida. Inoltre, le temperature, pur restando elevate di giorno, hanno mostrato un calo durante le ore notturne, generando un’escursione termica benefica per il corretto sviluppo fenolico del Sangiovese. A metà agosto si sono verificati anche episodi piovosi prolungati, garantendo temperature più moderate e una supplementare riserva idrica fondamentale per raggiungere la maturazione ottimale delle uve. In conclusione, lo stato sanitario dei grappoli raccolti in cantina è risultato molto positivo: le temperature elevate persistite e l’umidità moderata fin dalle prime ore del giorno hanno agevolato la gestione delle difese sanitarie, minimizzando i rischi di malattie. Il Sangiovese ha visto la sua raccolta iniziare leggermente in anticipo, intorno al 10 settembre, concludendosi, come consuetudine, dopo circa un mese.

Chianti Classico “Annata” anteprima

Castellinuzza e Piuca – Chianti Classico Docg 2022

Castello di Ama – “Ama” Chianti Classico Docg 2022

Castello di Monsanto – Chianti Classico Docg 2022

Castello di Vicchiomaggio – “Guado Alto” Chianti Classico Docg 2022

Cigliano di Sopra – Chianti Classico Docg 2022

Istine – Chianti Classico Docg 2022

Ormanni – Chianti Classico Docg 2022

Ricasoli – “Brolio” Chianti Classico Docg 2022

Annata 2021

L’andamento stagionale è stato abbastanza regolare. Le piogge del periodo primaverile hanno permesso un buon sviluppo vegetativo e fornito una riserva idrica importante Un lieve timore per le sempre più frequenti gelate primaverili si è avuto ad aprile, ma non ci sono stati danni particolari se non una leggera difformità nei tempi di crescita dei germogli, dovuta a un parziale arresto del ciclo vegetativo con particolare riferimento alle zone tipicamente più fredde del Chianti Classico. Per quanto concerne la pressione delle fitopatologie l’areale non ha riscontrato particolare problemi di malattie fungine (oidio e peronospora). La stagione estiva è stata asciutta con solo qualche sporadica pioggia nel mese di agosto, ma le riserve idriche accumulate tra inverno e primavera hanno evitato lo stress; per quanto riguarda le temperature, l’andamento dei mesi estivi è stato abbastanza regolare senza eccessivi picchi di calore. A partire dalla fine del mese di agosto le temperature (seppur alte durante il giorno) hanno manifestato una buona escursione termica notturna, favorendo maturazioni più lente. L’epoca vendemmiale è stata in linea a quella delle ultime annate, con l’inizio della raccolta delle uve di Sangiovese intorno al 20 di settembre per finire a ottobre inoltrato nelle zone a maturazione più tardiva. Ci sono tutti i presupposti per avere vini equilibrati e di buona prospettiva.

Chianti Classico “Annata”

Bertinga – “La Porta di Vertine” Chianti Classico Docg 2021

Castello della Paneretta – Chianti Classico Docg 2021

Castello di Verrazzano – Chianti Classico Docg 2021

Cinciano – Chianti Classico Docg 2021

Fontodi – “Filetta di Lamole” Chianti Classico Docg 2021

Podere Castellinuzza di Paolo Coccia – Chianti Classico Docg 2021

Pomona – Chianti Classico Docg 2021

Tenuta di Carleone – Chianti Classico Docg 2021

Terreno – “Le tre vigne” Chianti Classico Docg 2021

Chianti Classico Riserva

Fattoria San Giusto a Rentennano – Chianti Classico Riserva Docg 2021

L’Erta di Radda – Chianti Classico Riserva Docg 2021

Querciabella – Chianti Classico Riserva Docg 2021

Monteraponi – Chianti Classico Riserva Docg 2021

Poggerino – Chianti Classico Riserva Docg 2021

Riecine – Chianti Classico Riserva Docg 2021

Chianti Classico Gran Selezione

Fèlsina – “Rancia” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2021 (Castelnuovo Berardenga)

Castello di Fonterutoli – “Badiola” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2021 (Castellina)

Annata 2020

L’annata 2020 si presenta con una primavera abbastanza fresca seguita un’estate calda e lunga ma con buone escursioni termiche fra il giorno e la notte (le temperature minime sono state sempre contenute sia a luglio che ad agosto) consentendo di protrarre in maniera ottimale le maturazioni. Da evidenziare anche l’assenza di stress idrico grazie alle piogge di giugno e di settembre. Sicuramente un’annata di struttura e profondità, con tannini ben maturi per quanto sia sempre più complesso portare la maturazione fenolica a ridurre il gap con quella tecnologica (sempre più anticipata).

Chianti Classico “Annata”

Castellinuzza – Chianti Classico Docg 2020

Tenuta la Novella – “Casa di Colombo” Chianti Classico Docg 2020

Vecchie Terre di Montefili – Chianti Classico Docg 2020

Chianti Classico Riserva

Casa al Vento – “Foho” Chianti Classico Riserva Docg 2020

Casa Emma – “Vigna al Parco” Chianti Classico Riserva Docg 2020

Podere Lecci e Brocchi – “Il Chiorba” Chianti Classico Riserva Docg 2020

Pomona – Chianti Classico Riserva Docg 2020

Quercia al Poggio – Chianti Classico Riserva Docg 2020

Istine – “Le Vigne” Chianti Classico Riserva Docg 2020

Castello di Monsanto – Chianti Classico Riserva Docg 2020

Chianti Classico Gran Selezione

Casa Emma – Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020 (San Donato in Poggio)

Castello di Ama – “San Lorenzo” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020 (Gaiole)

Riecine – “Vigna Gittori” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020 (Gaiole)

Querceto di Castellina – “Sei” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020 (Castellina)

Ricasoli – “Castello di Brolio” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020 (Gaiole)

Terreno – “A Sofia” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2020 (Greve)

Annata 2019

La 2019 si è dimostrata un’annata vicina alla concezione più classica dell’andamento stagionale. Il germogliamento è regolare, la primavera ha concesso ai terreni riserve idriche importanti per affrontare un’estate calda e abbastanza parca di precipitazioni, come sempre più accade. Il ciclo vegetativo è stato abbastanza lento ma regolare. Il resto lo ha fatto la fase in cui ci si gioca molta della qualità e della sanità delle uve, ovvero quella a ridosso della vendemmia, con un settembre caratterizzato da bel tempo e grandi escursioni termiche, fra giorno e notte, che hanno permesso la perfetta maturazione fenolica delle uve e il generale innalzamento del profilo aromatico. La vendemmia del Sangiovese è iniziata, a seconda delle diverse zone, verso il 20 settembre e si è conclusa nella seconda decade di ottobre. Uve in generale sane e di ottima qualità. Qualità e resa ottimale, per un’annata più propensa all’equilibrio e all’eleganza che alla struttura e alla potenza, con vini tendenzialmente meno alcolici, acidità più alte e tannini più fini.

Chianti Classico “Annata”

Castell’in Villa – Chianti Classico Docg 2019

Chianti Classico Riserva

Cantalici – “Baruffo” Chianti Classico Riserva Docg 2019

Chianti Classico Gran Selezione

Bindi Sergardi – “Mocenni ’89” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (Vagliagli)

Castello di Monsanto – “Vigna Il Poggio” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (San Donato in Poggio)

Fattoria Santo Stefano – “Santo Stefano” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (Greve)

I Fabbri – Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (Lamole)

Lamole di Lamole – “Vigneto Campolungo” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (Lamole)

Podere Castellinuzza di Paolo Coccia – “Vecchie Vigne” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2019 (Lamole)

Annata 2018

L’annata 2018 è stata un’annata dalle connotazioni classiche come non se ne vedevano da lustri: inverno freddo con abbondanti nevicate e temperature ben al di sotto dello “0” che hanno permesso alle piante di riposare in attesa di una primavera altalenante, molto piovosa. L’estate ha mantenuto una certa incertezza, alternando a giornate di sole e picchi di calore nei regimi stagionali a forti piogge, che in alcune aree si sono protratte fino a ridosso della vendemmia, causando non pochi problemi. In generale, però, il settembre è stato sereno, con le temperature e le ore di luce ideali alla perfetta maturazione delle uve, agevolate nello sviluppo aromatico da nette escursioni termiche giorno-notte. Ne risultano vini molto freschi, dinamici e dal buon potenziale evolutivo. In alcuni casi, per quanto sia prematuro giudicare vini così giovani, a mancare è, comprensibilmente, quel quid in più di struttura e di fierezza che l’annata non ha permesso di vantare. In compenso emergono note fresche floreali, balsamiche e minerali che sono sempre più rare da percepire nelle ultime annate.

Chianti Classico “Annata”

Solatione – Chianti Classico Docg 2018

Chianti Classico Riserva

Casa Sola – Chianti Classico Riserva 2018

Castellinuzza e Piuca – “Vigna Piuca” Chianti Classico Riserva Docg 2018

Chianti Classico Gran Selezione

Castellinuzza – Chianti Classico Gran Selezione Docg 2018 (Lamole)

Cinciano – Chianti Classico Gran Selezione Docg 2018 (San Donato in Poggio)

Tenuta Cappellina – “Canto Dieci” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2018 (Vagliagli)

Annata 2017

L’annata 2017 è stata è da considerarsi, a ragion veduta, opposta alla 2018 per siccità e picchi di calore. Se l’estate è stata calda e siccitosa, però, a fare paura sono state le gelate tardive di aprile che, in molte zone, hanno causato la perdita di molti germogli – già molto avanti – e, quindi, della produttività parziale delle piante.
Per i vitigni semi-tardivi come il Sangiovese sono state provvidenziali le piogge e le maggiori escursioni termiche di settembre, capaci di ridare polpa alle uve e di preservare una buona acidità totale. La produzione è comunque stata decisamente più bassa della 2018.
Se è proprio la freschezza percepita in alcuni vini di questa annata a stupire, è altrettanto vero che a fare la differenza fra i migliori assaggi e i vini meno performanti sono state due peculiarità da addurre alle condizioni particolari del 2017: toni fruttati surmaturi ai limiti della cottura e tannini duri e ruvidi, dovuti ad un evidente gap fra maturazione tecnologica e fenolica.

Chianti Classico “Annata”

Fattoria di Lamole – “Castello di Lamole” Chianti Classico Docg 2017

Chianti Classico Riserva

Castell’in Villa – Chianti Classico Riserva Docg 2017

Solatione – Chianti Classico Riserva Docg 2017

Annata 2016

L’andamento dell’annata 2016 è stato regolare e non ha fatto registrare particolari incidenze di problematiche fitosanitarie in vigna. L’unico evento che ha destato l’attenzione dei vignaioli sono state le scarse precipitazioni sul finire del mese di luglio al momento dell’invaiatura, ma lo stress idrico è stato superato grazie alle piogge di fine agosto e di inizio settembre. Un’annata che potremmo definire classica, nella migliore accezione post-cambiamenti climatici del termine.

Chianti Classico Gran Selezione

Fattoria di Lamole di Paolo Socci – “Vigna Grospoli” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2016 (Lamole)

Podere Lecci e Brocchi – “Celerarium” Chianti Classico Gran Selezione Docg 2016 (Castelnuovo Berardenga)

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Considerazioni sullo stato dell’arte della denominazione alla luce degli assaggi fatti

In conclusione, il Chianti Classico esce ancora una volta in crescita sotto tutti gli aspetti da un’anteprima che permette, come nessun’altra, un confronto a 360° con vini e produttori (probabilmente ci vorrebbe solo una giornata extra per la stampa, al fine di poter degustare tutti i vini con le giuste tempistiche) offrendo una fotografia chiara e ben definita dello stato dell’arte della denominazione e della proiezione futura del vino delle sue 11 Unità Geografiche Aggiuntive. Da par mio, mai come quest’anno ho trovato un equilibrio fra le varie UGA. Nonostante, infatti, sia evidente la predisposizione di alcune zone a mitigare gli esiti dei cambiamenti climatici in atto – anche in annate complesse – è altrettanto vero che le capacità interpretative, in campo e in cantina, dei produttori di zone notoriamente più calde e più esposte a criticità legate a stress biotici e abiotici ascrivibili a eccesso di radiazione solare e stress idrico, permettono non poche sorprese in termini di dinamica di beva e raffinatezza tannica. Una più accorta gestione dei suoli e della loro vitalità (nonché capacità di ritenzione idrica) e della chioma, da un lato, e una più ponderata e modulata estrazione in vinificazione sono solo alcuni degli aspetti che dimostrano quanto i produttori del Chianti Classico si stiano adattando a uno scenario climatico e di gusto che potrebbe esporre evidenziare non solo criticità di campo e analitiche ma anche e soprattutto di sensibilità e prontezza nella lettura dell’annata. Credo, inoltre, che se per zone come Radda il connubio fra territorio e picchi interpretativi (nonché maestria degli stessi interpreti nel veicolare con una certa coesione il “brand” zonale ancor prima dell’arrivo delle UGA) sia ormai acclarato, probabilmente sono realtà come quella di Lamole a permettere, oggi, di raggiungere la più nitida riconoscibilità zonale senza essere inficiata da particolari incidenze stilistiche (fatte le dovute eccezioni relative, ad esempio, ai più o meno lunghi affinamenti), con un’eleganza spontanea di fondo che va ben oltre l’interpretazione del singolo e, soprattutto, non scadendo più nell’esilità, bensì portando nel calici vini complessi e completi, armonici e non immaturi aromaticamente ed equilibrati in struttura e acidità. Ecco quindi che non si tratta di elogiare altitudine e freschezza come viatici per una maggior eleganza ma l’equilibrio e la completezza oggi raggiungibile anche in zone in cui anni fa non era così semplice raggiungerli. Equilibri che si evidenziano in maniera coerente e costante, nell’ultimo lustro, anche in UGA quali San Donato in Poggio e Greve. Tornando alla tesi iniziale, però, reputo fondamentale ribadire quanto la singolarità dei vigneti e dell’interpretazione che di essi se ne fa da parte di ogni realtà del Chianti Classico sia determinante nello sviluppo di un progetto vino coerente con i parametri di equilibrio ed eleganza che non possono essere relegati a sole poche zone, per quanto esse manifestino una maggior attitudine “naturale” ad anelare a questi picchi espressivi. Lo dimostrano i baluardi del classicismo (nella sua duplice accezione stilistica e zonale) presenti tanto a Panzano quanto a Castellina, a Castelnuovo Berardenga come Gaiole. Intriganti alcune espressioni di Vagliagli e prospettiche quelle di Montefioralle, con San Casciano che non spicca con i solisti ma mostra una buona qualità media.

Sono comunque le cifre stilistiche che fanno la differenza anche, e soprattutto, nelle cangianti declinazioni della Gran Selezione che sembra, però, essere sulla buona strada per realizzarsi a pieno sia in termini di gusto che di posizionamento. Crescita ottenuta dopo qualche anno in cui era palese la dicotomia interpretativa fra chi la voleva come una riserva alla seconda e chi invece (molto più appropriato, a mio parere) l’aveva, sin da subito, inquadrata come precisa lettura di un singolo vigneto e delle sue peculiarità. Di certo le UGA (per quanto, come già detto più volte, non avrei disdegnato la possibilità di adottarle su tutte le tipologie di Chianti Classico) aiuteranno a consolidare quello che è un progetto partito con tante perplessità ma, oggi, sempre più a fuoco. A “discapito” del suo nome il Chianti Classico continua ad essere una delle denominazioni più in movimento nel panorama enoico italiano, cosa che fa ben sperare per il futuro.

F.S.R.

#WineIsSharing

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