Una piccola, “nuova” ed interessante produzione di Vino biodinamico in Sicilia: Az. Agr. Rigoria

In questo periodo mi sto dedicando molto ai Vini del Sud, da anni considerati il futuro dell’enologia italiana, ma che in alcuni casi hanno dimostrato dei limiti dovuti al contesto storico-economico-sociale di alcune particolari Regioni, nonché al repentino passaggio dalle grandi ed improprie produzioni, ad una viticoltura sempre più votata alla qualità.

Questo è il caso della Sicilia, terrà vocata per eccellenza…a me piace dire che “in Sicilia si potrebbe piantare anche un tappo e ne uscirebbe una vite”, tanto è ricca di terroir di ogni genere, tanto è meravigliosamente mite il suo clima e tanto è varia la biodiversità di questa splendida regione. 
Fatta questa premessa, oggi mi piacerebbe parlarvi di una piccola realtà, trovata quasi per caso, ma che mi ha sin da subito dato buone sensazioni…e sapete quanto per me contino le sensazioni e le emozioni, anche a “pelle”: l’Az. Agr. Rigoria.
Creata nel 2013, quando tre soci Katia Ganci, Sebastiano e Vincenzo Costantino rilevarono parte di una già attiva azienda agricola, l’Az. Rigoria si occupa
della produzione di olio extravergine di oliva e di vino a
denominazione d’origine e a indicazione geografica. Nasce tra le
colline della piccola Ferla, alle porte della Necropoli rupestre di
Pantalica, Patrimonio dell’Umanità Unesco, dove sorgono i nostri
uliveti, e le distese di Contrada Bufalefi di Pachino dove si trova
la nostra vigna.

Territorio collinare il primo, coi suoi 600 mt sopra il livello del
mare, regala un clima dalle fresche temperature, che favoriscono
un’importante escursione termica. Area fortemente vocata
all’olivicoltura, Ferla occupa un posto di rilievo per la
produzione del vero extravergine. La varietà da noi coltivata è la
Tondaiblea, che rientra nella zona Olio D.O.P. Monti Iblei.
Ciò che ci interessa di più, però, sono ovviamente i vigneti, che si
trovano in una delle aree più vocate per la viticoltura di qualità di tutta
la zona Eloro D.O.C., ovvero la contrada Bufalefi di Pachino. “Bufalefi l’aria fini”, dicono gli anziani contadini del posto, a conferma della predisposizione della zona.
Per quanto l’azienda sia giovanissima e non abbia quindi uno storico che possa darci uno spettro più ampio di ciò che questa realtà possa offrire, in realtà già dai Vini che ho avuto modo di assaggiare si comprende la grande passione di chi ha deciso di imprendere, in maniera consapevole e decisa, andando per la propria strada e pensando in grande, ma solo in termini di qualità, in quanto parliamo di una produzione piccola. Una produzione che si basa sui principi della biodinamica e che mira alla conversione al biologico, nonostante già da ora non sono utilizzati prodotti chimici in vigna e si rispetti il prodotto in tutto e per tutto in Cantina. 
Un esempio, che ho trovato molto interessante, riguardo l’attenzione all’ecosostenibilità dell’Azienda nel lavoro in vigna, è l’utilizzo di speciali infusi di erbe fra gli alberelli.

Passiamo ai Vini dell’Az. Agr. Rigoria che ho potuto degustare in questi ultimi giorni:
Dei due bianchi, “Nenia”, un’Inzolia (o Ansonica) in purezza molto fresco e varietalmente coerente e “l’Eleganza”, un Grillo,  anch’esso in purezza, davvero piacevole con i suoi profumi tipicamente siciliani (agrumi fra tutti) e la sua sapidità quasi marina.
Un’attenzione particolare vorrei dare ai Rossi, che mi hanno colpito per il loro equilibrio e la loro naturale bevibilità.
Il primo, “Costantè”, nasce da un uvaggio Nero d’Avola, Syrah e Merlot e la sua peculiarità è sicuramente la prontezza, elevata e resa meno scontata dal buon bilanciamento fra acidità e morbidezza, che in questi Vini a mio parere è tutto, e da un’appagante lunghezza. Intrigante la leggera speziatura conferita dal Syrah. Una danza di tre uve che portano nel calice la loro identità marcata, pur tenendosi amorevolmente per mano, senza cedimenti. Il Nero d’avola conduce maestralmente i balli, ma Syrah e Merlot manifestano tutta la loro classe, passo dopo passo.
Il secondo è il Vino di Punta dell’Azienda Rigoria, ovvero “il Canto delle Sirene”, poco caro ad Ulisse, ma molto caro a me, in quanto rappresenta una piacevole sorpresa. Parliamo di una vendemmia oculatamente tardiva e selezionata di Nero d’Avola 100%, che vanta un gran bel corpo, quasi da mordere, ma che gioca tutto sull’equilibrio fra le spiccate note giovani e fresche di frutta matura, ma mai cotta (prugna e ciliegia), e quelle già più complesse di spezie ed un accenno balsamico di mentolo. Profumi in bocca vengono tutti confermati e nobilitati da un buon nerbo acido e dalla notevole persistenza. Un canto delle Sirene che non farà perdere la strada di casa, ma di certo potrebbe far perdere la testa agli amanti del Nero d’Avola, tenendolo qualche anno in Cantina! E’ palese che sia un Vino che meriti di prendere parecchia polvere senza temere l’inesorabile passaggio del tempo.

In ultimo, ma solo perché mi piace finire in dolcezza, cito il Passito “Siciliano”, mai nome fu più identificativo, un moscato che spesso tende ad essere stucchevole nelle sue versioni “sicule”, ma che in questo caso vanta un buon equilibrio, che lo rende davvero un godimento del corpo e dell’anima, almeno per chi ha sempre bisogno di dolci coccole come me!
Il mio punto di vista sull’azienda Rigoria e sui suoi Vini termina qui, con un pensiero, un verso tratto da “Sarudda”, noto componimento poetico del poeta dialettale siciliano Giovanni Meli (1740-1815) dedicato a tutti coloro che continuano a denigrare i Vini del Sud ed in particolare quelli di Sicilia, sostenendo tesi anacronistiche e fuori luogo, con la volontà di alleggerire i toni e comprendere che il Vino, in quanto tale, deve essere motivo di gioia e condivisione e non di inopportuni sproloqui o improduttive invidie: 

…”Vi lassu ’ntra lu vinu, o cari amici,
L’unicu gran segretu impareggiabili,
Pri cui putiti farivi felici
Ad onta ancora di la sorti instabili.
E quannu arriviriti a ’mbriacarivi,
Stu munnu, tuttu guai ’mbrogghi e spurcizii,
A modu di purtentu ed arti magica
Divintirà teatru di delizii.”…

(All’azienda)
F.S.R.
Wine is sharing!

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