Dopo critiche, sfottò, proteste e qualche invito non molto convinto ad andare, mi sono deciso e armato di tutti i buoni propositi di questo mondo sono andato all‘esposizione universale di Milano, o meglio quel bellissimo Luna Park tagabile con l’hashtag #Expo2015Milano.
Mi permetto di definirlo Luna Park non in forma denigratoria, ma per il semplice fatto che appena entrato sono tornato bambino… dal mercato con cibo finto di Dante Ferretti alle grandi luminarie che tempestano l’albero della vita ed i padiglioni, fino persino ad una sorta di ruota panoramica digitale! Un parco divertimenti, nel quale la cultura e l’alimentazione, temi focali della manifestazione, vengono meno, ma in fondo… non sapevamo già tutti sarebbe stato così? Come si può pensare che un evento che miri al turismo di massa ed a rafforzare la visibilità e la forza di un paese in termini commerciali, possa essere basato solo su convention culturali e temi umanitari? L’ipocrisia ed il qualunquismo hanno cercato di affossare l’Expo e sicuramente i detrattori avevano, hanno ed avranno ragioni da vendere, ma io voglio continuare a vederla come un grande Luna Park che comunque vada, a prescindere da ciò che leggo in alcuni quotidiani noti per la disinformazione e lo schieramento politico e politicante, di gente giorno e notte, ce n’è e ce ne sarà ed è inutile pensare che in una fiera che duri 6 mesi e con spazi enormi a disposizione si possa ottenere ogni giorno un pienone… sarebbe impensabile e tra l’altro anche negativo! Io ho avuto modo di girare i padiglioni, immensi dall’esterno, ma visitabili in 5 minuti cronometrati, al loto interno, e mi sono divertito, ho conosciuto paesi nuovi, trovato spunti interessanti, visto una quantità di persone di razze diverse che difficilmente potrà ricapitare di trovare tutte nello stesso luogo in Italia. Quindi non voglio criticare l’organizzazione o il concetto, non sta a me farlo, io sono andato lì solo per il piacere di esserci, da italiano medio, ma ancor più per visitare il padiglione del Vino, pur sapendo che non sarebbe potuto essere nelle mie corde. Eppure, vi dirò, nonostante l’assurdo concept per un winelover accanito come me, che avrebbe voluto vedere più interazione, magari produttori presenti random in qualità di relatori e di comunicatori del Vino italiano (cosa che probabilmente accadrà nel periodo dedicato al Vino) ho apprezzato l’eleganza e la qualità del progetto, che di certo manifesta una grande eleganza e propone il Vino italiano in una veste nuova, moderna e brillante. So che a molti di Voi, come a me, non potrà mai piacere l’idea di pagare 10€ per 3 campioncini striminziti di Vini che per la maggior parte possiamo reperire in GDO, ma si tratta di una fiera… questo è e questo rimane, quindi adattato la nostra forma mentis alle dinamiche di un evento espositivo, non possiamo che apprezzarne quanto meno lo stile. Per il resto, è palese che chi Ami il Vino debba andare in Cantina, debba girare l’Italia ed i suoi meravigliosi territori, debba avere contatti diretti con i produttori e lasciar perdere questo tipo di standardizzazione commerciale del prodotto, ma a che serve criticare a tutti i costi qualcosa che visiteranno milioni di turisti e che comunque non è nulla di più nulla di meno che promozione.
Io da par mio, devo ammettere che sono stato molto deluso dalla selezione dei Vini, ma in fondo, anche in questo caso, trattandosi di spazi a pagamento, era palese che molti piccoli produttori fossero tagliati fuori e che i grandi brands la facessero da padroni, ma devo ammettere che sono stato fiero di una regione e non lo dico per campanilismo… anzi… ne sono spesso il primo critico… bensì perché le mie Marche hanno portato davvero Vini degni di rappresentare il territorio e la varietà di culture e colture regionali, aiutati dalla quasi totale assenza di produttori prettamente industriali e dalla volontà di esserci di produttori che hanno davvero dovuto sostenere un grande sacrificio per avere la loro bottiglia in degustazione in quel Padiglione ed io non me la sento di criticare tutto questo, in quanto come mi ha detto giorni il grande Oliviero Toscani, tutti hanno bisogno di visibilità e, aggiungo io, soprattutto chi viene da una regione vitivinicola che solo ora sta avendo la fase di ascesa che meritava da tempo.
I miei assaggi, un Brut Riserva Garofoli 2008 di grande finezza e molto varietale, un altro metodo classico di Vallerosa Bonci tutto crosta di pane al naso e sapidità al sorso, “purtroppo” poi mi sono concesso una capatina in piemonte dove ho trovato interessante vedere un Barolo Pio Cesare 2010 ancora neonato, ma già di razza, quindi non ho potuto assaggiare altro, ma ho piacevolmente notato etichette molto rappresentative della mia terra come il Villa Bucci, la Lacrima di Morro d’Alba di Lucchetti e molti altri Vini d’eccellenza.
So benissimo che dovrei dare adito alle critiche relative agli investimenti mal gestiti, ai lavori ultimati in fretta e furia ed in alcuni casi neanche terminati, so che le nostre tasse, i nostri soldi ancora una volta sono stati presi e gestiti in maniera incauta e, spesso, fuori da una logica democratica e giusta, ma non credo che il reale problema sia l’Expo e non credo che valga la pena denigrare ora un evento che a tante piccole aziende, che hanno investito per esserci, serva almeno fino al suo termine… quando sarà tutto finito ci scateneremo e valuteremo ogni aspetto di questa esposizione, ma per una volta sentiamoci italiani e fieri di esserlo e remiamo tutti dalla stessa parte, ovvero quella contraria a chi non sa governare, chi non sa amministrare i nostri soldi, ma anche quella di chi critica a priori qualsiasi cosa avvenga sul suolo nazionale e sputa quotidianamente sul tricolore… io non sono fiero di essere preso per i fondelli, ma ho visto tante gente, di tutto il mondo, col sorriso ad Expo e non vi nego che guardando il tramonto calare sul Decumano, mi sono sentito sereno ed ho detto a me stesso che nonostante tutto e tutti, qualsiasi cosa, anche fatta male, in Italia avrà sempre una marcia in più… perché potranno anche rubarci le tasse, potranno fregarci con leggi farlocche e strani giochi di potere, ma se non saremo così idioti da dimenticarlo, a noi resterà sempre l’Italia ed il fatto di aver avuto la fortuna di nascere nel paese più bello del mondo… poi fate voi!
Per la cronaca, prima ancora che vi facciate idee strane, la mia visione del Vino resta la stessa, ovvero molto diversa da quella promossa ad Expo, tanto che sta nascendo proprio in questi giorni la mia prima guida itinerante non convenzionale, alla scoperta delle piccole Cantine e dei Territori del Vino Italiano.
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