Il Prosecco armonico di Siro Merotto

Saranno le feste, sarà la voglia di andare contro i preconcetti, ma ultimamente mi ritrovo spesso con del Prosecco nel calice! Se è vero che non sempre la produzione di quello che rappresenta attualmente la vera macchina da business dell’enologia italiana (con i suoi pro ed i suoi tanti contro) sia portata avanti con attenzione e rispetto, è altrettanto vero che c’è ancora chi riesce a produrre Prosecco in maniera meno intensiva e più rispettosa.
Questo è il caso dell’Azienda Siro Merotto, nata nel 1960 grazie al nonno Giovanni ed il figlio Siro, ai quali sono succeduti i nipoti Mirko e Nicola, che si occupano della gestione e della preservazione dei vigneti di proprietà situati
sulle colline di Col San Martino (TV).
Parliamo di vigneti coltivati per lo più a Glera/Prosecco, ma che vantano ancora vecchie piante di altre varietà tipiche della zona (Perera, Boschera, Verdiso, Bianchetta), cosa rara in zona.
Altra “rarità” è sicuramente la raccolta a mano che abbinata ad una grande attenzione in vigna, porta in bottiglia un livello qualitativo notevolmente superiore.
Se in vigna si persegue un approccio organico e naturale, in cantina si utilizzano metodi tradizionali e lunghi affinamenti della basi sui propri lieviti, al fine di ottenere il giusto equilibrio tra acidità , mineralità e
struttura. Mentre la rifermentazione avviene a bassa temperatura per poter sviluppare una bollicina fine ed una maggior armonia degli aromi.

Io personalmente ho molto apprezzato il:
Prosecco Superiore Brut DOCG Conegliano
Valdobbiadene
, che si fa guardare nel suo perlage elegante, ma non eccessivamente “fighetto” (passatemi il termine, ma io bevo Vino non degusto anidride carbonica). Il naso stupisce nel suo essere glera, ma giustamente “pera”, con persino un corroborante accenno lievitoso, che prepara ad un sorso più “nature” di altri, nonostante non sia un colfondo.
La bollicina in bocca avvolge e non attacca, sa esprimersi in un’eleganza inattesa, pur mantenendo il brio intrinseco alla natura del Prosecco, con una freschezza ben dosata ed un anima mai troppo sdolcinata. Vino dai grandi equilibri e dalla piacevolissima beva. Un Prosecco che rispolvera la mitica istruzione per l’uso “a tutto pasto”.

Da assaggiare anche il “in un Sol Bianco”, Vino bianco frizzante prodotto con uve locali provenienti ovviamente dai propri vigneti e il Prosecco tranquillo, molto beverino e di grande duttilità a tavola.
Il Prosecco va e può essere rispettato in toto, partendo dai produttori (e la Cantina Siro Merotto lo dimostra), dai comunicatori e dai consumatori, in quanto rappresenta un cavallo di troia per un intero settore che ha bisogno di notorietà e necessità di nuovi sbocchi sui mercati esteri, quindi ben venga il grande successo di questa bollicina e del “brand” Prosecco, soprattutto là dove c’è qualcuno che riesce a produrlo in maniera così rispettosa.

F.S.R.
#WineIsSharing

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