Comunicare il Vino – Intervista al consulente Riccardo Gabriele

Come molti di voi sanno in questo WineBlog siamo solo io, me e me medesimo a scrivere, in quanto considero queste pagine alla stregua del mio diario.
In questa settimana di eventi, nella quale non avrei potuto produrmi nei miei soliti prolissi articoli, ho deciso, però, di ospitare degli amici, non tanto per promuovere le proprie attività, bensì per permettermi, tramite loro, di approfondire argomenti che altrimenti farei fatica a trattare con tale professionalità e dovizia di particolari.
Oggi, è la volta di Riccardo Gabriele di Pr-Vino – Comunicare il Vino, un’agenzia che si occupa, come dice il nome stesso, di
comunicazione
nel settore vitivinicolo e di consulenza manageriale per cantine e consorzi.
Sapete che io non sono uno di quelli che si fa imbambolare facilmente dai curriculum, ma di certo Riccardo vanta un’appurata esperienza, ciò che mi ha portato, però, ad intervistarlo per WineBlogRoll è stato, come sempre, il fattore umano, che rappresenta sempre un valore aggiunto ed ancor più nel suo settore.
Ora vi lascio all’intervista…
– Chi
è il consulente del Vino? Di cosa ti occupi nello specifico, cosa
puoi apportare ad una realtà vitivinicola con il tuo know how,
perché dovrebbero affidarsi ad un professionista del tuo settore?
Parto
da un concetto per me fondamentale. L’idea di consulenza che sta
alla base del mio lavoro ha la sua base nel prodotto. Una cosa che
ritengo fondamentale è la conoscenza dei vini delle aziende con le
quali collaboro. Infatti i fattori sono le persone, il territorio ed
il vino che, se vuoi, è la sintesi delle due cose precedenti. La
consapevolezza di ciò che l’azienda produce è un valido ausilio
quando si deve interloquire con giornalisti, sommelier, appassionati
ed anche buyer. Perché il nostro lavoro è quello di far conoscere
il nostro cliente ed i suoi prodotti, se posso semplificare.
Realizziamo infatti progetti per accrescere la conoscenza del brand
attraverso processi di relazioni pubbliche. Un’azione che comporta
anche una consulenza strategica su vari livelli. Lavorando poi
esclusivamente nel settore vino, ogni giorno per tutto l’anno,
portiamo anche il valore aggiunto di persone che guardano con occhio
esterno e che relazionano il cliente con il mondo. Spesso e
giustamente le aziende devono occuparsi di molte cose ed una figura
come la nostra può essere un valore aggiunto.

– Il tuo hashtag sui social è #vitadaconsulente, quindi la domanda mi sorge spontanea:- Qual è la tua giornata tipo?
Dipende.
Se non sono in un’azienda per i meeting (cerchiamo di farli a
cadenza massima di 30 giorni) la giornata in ufficio è scadenzata da
una sveglia di buona mattina, lettura delle notizie e monitoraggio
della rassegna stampa enoica, mailing, telefonate, verifica dei progetti in
corso e attività di relazioni. La sera quando sono a Livorno, la mia
città, un piccola pausa serale in famiglia, un ultimo occhio alle
mail ed rss varie (oltre che ai social) ed un po’ di riposo. Spesso
però sono fuori tra eventi da realizzare e seguire o all’estero
dove stiamo ampliando il nostro lavoro andando direttamente nelle
principali aree per incontrare stampa ed wine influencers. Lo scorso anno
ho fatto 60mila chilometri in macchina e preso circa 45 aerei… una
vita dinamica che mi piace molto e mi arricchisce di incontri e, se
mi permetti, utilissima alla crescita professionale. Toccare con mano
mercati e situazioni e parlare con i players direttamente è di
grande utilità.
– Qual
è il tuo punto di vista sul Vino italiano in genere? Cosa ci rende
migliori e cosa ci manca?
Io
amo il vino italiano. Abbiamo una varietà incredibile con storie di
persone e territori che sono uniche. In questi anni, ho avuto modo di
muovermi un po’ ed ho visto che si mangia italiano, si beve
italiano, si veste italiano, si guida italiano, si studia
l’italianità… tutto questo è un valore grandioso che alcune
volte un po’ dimentichiamo. Forse questo ci manca un po’: siamo
un grande paese con grandi prodotti, ma non lo diciamo così spesso e
così chiaramente.

– Quali
sono i consigli che daresti ad una cantina per comunicare meglio il
proprio lavoro?
Comunicate…
scusa il gioco di parole. Non per tirare l’acqua al proprio mulino,
ma farsi conoscere è importante.
Ogni
azienda ha qualcosa da dire di unico, basta che trovi le forme giuste
per farlo. Certo ci sono professionisti che possono ausiliare in
questo lavoro (e in Italia ne abbiamo di veramente bravi con colleghe
e colleghi con professionalità eccezionali), ma bisogna che
l’azienda sia convinta per prima. Questo è il vero nodo della
questione.
Per un comunicatore come me è importante avere un contatto diretto con le cantine, ma Riccardo ha detto una cosa sacrosanta “i produttori devono occuparsi anche di altre cose”, tra le quali metterei al primo posto FARE IL VINO, che non è mai così scontato! Scherzi a parte, il segreto sta proprio nella capacità di un tramite, come un consulente, di veicolare lui stesso il messaggio aziendale attraverso eventi, degustazioni e pr, ma anche di mettere i produttori stessi nelle condizioni ideali di comunicare personalmente il proprio lavoro, senza dispersione di tempo, energie e denaro. Non è sempre facile per un Wine Blogger rapportarsi con ogni cantine ed ancor meno con chi ne fa le veci, ma come ho già avuto modo di dire e non mi stancherò mai di ripetere, la professionalità da sola non basta, ciò che fa davvero la differenza è il valore umano di una persona e nel settore rappresentato da Riccardo lo è ancor di più. Di certo il fatto che anche Riccardo abbia compreso l’importanza di comunicare il Vino in maniera più emozionale, accompagnando all’aspetto meramente tecnico un filo conduttore fatto di storytelling e momenti conviviali, mi ha spinto a scrivere questo articolo.
Per dipanare ogni dubbio sul nascere, ci tengo a sottolineare non è in alcun modo uno sponsor post, anzi la richiesta è partita da me e sono stato molto lieto che Riccardo Gabriele abbia accettato.

F.S.R.
#WineIsSharing

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