Cantina Quercia al Poggio – Un Chianti Classico intriso di storia, rispetto e territorio

L’Italia è incastonata di preziosi
borghi e la Toscana è una delle regioni che vanta più cultura in
merito e, forse, quella che ha saputo valorizzare queste ricchezze e
dar loro nuova vita.
cantina quercia al poggio
Un esempio lampante di tutto ciò è
Quercia al Poggio, un’azienda agricola che in origine era un convento
che a sua volta nell’800 divenne un borgo rurale contadino
autosufficiente. Dal 1997, grazie ad una vera e propria tabula rasa
aziendale atta all’avvio di un nuovo corso, questo meraviglioso borgo
è stato ristrutturato, rimodernando la cantina e reimpiantando i
vigneti che oggi hanno tra i 12 ed i 18 anni e nei quali possiamo
trovare vecchi e nuovi cloni di Sangiovese, accuratamente posizionati
in base alla diversa natura ed esposizione dei terreni aziendali.
Come in ogni ristrutturazione che si rispetti anche nei vigneti di
Quercia al Poggio
è stata mantenuta una connessione con il passato,
che tutt’ora porta avanti un’identità storico-territoriale profonda
e vitale, ovvero la Vigna delle Cataste, un cru aziendale di 35 anni,
nel quale vengono man mano reimpiantate solo le fallanze.

Qui, a Quercia al Poggio, nel cuore del
Chianti Classico, si fa agricoltura da centinaia di anni e pensare
che oggi questa corsa affannata ed affannosa al progresso l’abbia
portata, nella sua evoluzione ultima, al “semplice” far Vino, è
qualcosa che mi rincuora e va di pari passo con lo spirito dei
proprietari che sono entrati sin da subito in simbiosi con questa
realtà e con la terra sulla quale è nata.
Un’azienda biologica, che ricorda il
ruolo dell’azienda agricola tradizionale come sentinella
ambientale, baluardo a difesa del territorio e sintesi tra economia
di mercato ed obiettivi sociali e culturali.
La volontà di esprimere una continuità
con la tradizione è data dalla scelta dei varietali impiantati,
tutti tipici del territorio del Chianti come il Sangiovese, il
Ciliegiolo, il Canaiolo, il Colorino, e le Malvasie Nera e Bianca
(per la produzione del Vinsanto assieme al S. Colombano-Verdea).
A Quercia al Poggio si fa Chianti
Classico
dal 1969 e per quanto riguarda il la Selezione Riserva e la
Gran Selezione Vigna Le Cataste parliamo di Sangiovese in purezza,
mentre Il Classico è la sintesi dei vitigni autoctoni presenti in
vigna.

“Bevendo un sorso del nostro
bicchiere ci piace pensare che una persona possa intraprendere un
viaggio con la mente per arrivare a capire la storia e la cultura
delle nostre splendide colline ed innamorarsi a sua volta
dell’aspetto più genuino di un prodotto, il vino, sintesi e
metafora (in Vino Veritas) della “Vitae” dell’uomo.”

Il Chianti in generale e il Chianti Classico nello specifico (seppur in forma minore) sono percepiti come una sorta di brand, come qualcosa di commerciale, di ormai privo di identità, ma non è così, è solo aumentata nel corso degli anni la difficoltà nel trovare cantine come questa, capaci di mostrare e dimostrare con passione e dedizione, nonché con estrema qualità e rispetto, un’identità territoriale forte di una storia gloriosa e di un cuore pulsante al quale l’Italia del vino intera deve molto. E’ per questo che continuo a cercare in questa splendida terra del vino realtà che sappiano coinvolgermi e trasmettermi un mix in parti uguali di passione, capacità ed emozione.
Nei due vini che ho avuto modo di assaggiare ho avuto la sensazione di aver fatto un salto nel passato per poi sentirmi come se quello fosse l’unico futuro.
vini chianti classico
Chianti Classico DOCG 2012: un Chianti che sa di Chianti! Il sangiovese si esprime in tutta la sua naturale vocazione alla freschezza, a quel tocco di intrigante speziatura, mentre i gregari storici ciliegiolo, colorino e canaiolo fanno la loro parte spingendo questo Vino verso il traguardo del piacere. Il Chianti volente o nolente, se ben fatto ed ancor più se ben fatto e pulito è un passepartout per le porte di uno spettro organolettico tanto semplice quanto elegante, che si fa fine con il tempo e sa concedere soddisfazioni rare a chi ha pazienza, come ne hanno a Quercia al Poggio sia nel far uscire il Classico, che ancor più per la Riserva.
Chianti Classico Riserva DOCG 2009: in questo caso la scelta è radicale, da puristi del sangiovese piuttosto che da tradizionalisti del Chianti e devo dire che questo Sangiovese 100% ripaga alla grande dell’accorta preferenza. Un Vino che ha un corpo sinuoso, dalle curve pronunciate, rotonde senza alcuna spigolosità, ma tanta golosità. Integro, profondo, speziato e minerale, pieno di sé, ma mai spocchioso. Un sangiovese a tuttotondo, che vanta una naturale eleganza, una spontanea attitudine allo stupire col passare dei minuti, col passare dei giorni e di certo col passare degli anni. Uno di quei grandi Vini che si concedono con la dovuta e voluta calma, ma che quando lo fanno non lasciano spazio ad altri desideri, se non a quello di aver una bottiglia ancora in cantina e magari, un’altra ancora… ed ancora… ed ancora… 
agriturismo chianti
Un bel viaggio quello che questi due Vini permettono a noi viaggiatori del bicchiere, che sottolinea quanto ancora il Chianti possa e sappia dare e quanto sia importante mantenere viva un’identità così forte e radicata, senza svenderla alla facile omologazione dei mercati o abbassarsi al volere dei poteri forti, bensì lavorando bene, con rispetto in vigna ed in cantina ed ancor meglio se con rese basse come quelle ottenute a Quercia al Poggio. Grande qualità e personalità spiccata, il tutto nato in un piccolo paradiso. Io, fossi in voi, una capatina ce la farei… 😉

F.S.R.
#WineIsSharing

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