Lacrima di Morro d’Alba un Vino unico in una terra unica

Le Marche una regione che ha la pluralità nel nome e che fa delle diversità, dei frazionamenti, dei piccoli borghi e dei mille dialetti, delle quattro province così diverse, del mare, dei monti e delle dolci colline il suo prezioso mosaico. I romani dicevano “dividi et impera”, i moschettieri “uno per tutti tutti per uno”, ma io dico che la ricchezza di una regione che non ha grandi metropoli e può “solo” contare sulla sua variopinta totalità risiede proprio nello scindere ogni zona per esaltandone le proprie peculiarità e di vedere unirsi, congiungersi e sostenersi in ogni singola zona persone e produttori che possano, nel caso del Vino, creare un veicolo per comunicare eccellenza, bellezza e rara umanità. Non vado oltre parlando di integrazione, dati gli ultimi accadimenti, ma… dico solo questo… sappiate che i valori primari di questa regione sono da sempre l’ospitalità e l’accoglienza ed il mondo del Vino incarna questi valori al meglio.

L’alba di nuovi giorni per Morro d’alba ed il Vino Lacrima… i Lacrima Wine Days

lacrima wine days
Ormai sapete che ho un occhio di riguardo per la mia terra natìa, ma come in tutte le cose, questo legame profondo con le Marche mi porta anche ad essere molto pretenzioso ed ipercritico, là dove ne veda sprecate le potenzialità… non è questo il caso! Ieri a Morro d’Alba, bellissimo borgo fortificato, come ce ne sono tanti eppure con un cuore che batte ad un ritmo diverso da quello di gran parte degli altri paesini di provincia, si è tenuto un evento speciale, la prima edizione dei Lacrima Wine Days e come si dice in questi casi “buona la prima!”. Un evento nato dalla sinergia di 17 produttori sui circa 22 totali della DOC Lacrima di Morro d’Alba, che ha dato vita ad una due giorni che, per la prima volta nella storia di questo Vino, ha visto riuniti così tante Cantine ed ha permesso l’assaggio e la comparazione di così tanti Vini. Vini che ho avuto modo di assaggiare in primo luogo durante la degustazione alla cieca che annoverava 34 referenze, quindi 2 per ogni singolo produttore, ben distribuite fra Lacrima classico e superiore, con qualche bottiglia più attempata a voler mostrare e dimostrare le potenzialità del vitigno in termini di longevità ed un passito ad esprimerne l’estrema duttilità nella sua sfumatura più solare.
Non starò qui ad elencarvi punteggi (che come sapete io non do mai) e non elencherò una per una le mie impressioni e sensazioni riguardo i 34 assaggi in quanto non avrebbe molto senso, dato che l’evento e questa degustazione nello specifico non nascono per far emergere il singolo produttore, bensì per dar modo a chi comunica ed ha uno spettro più o meno ampio del panorama enoico italiano ed internazionale, quindi a media, addetti ai lavori e winelovers in genere di prendere atto del livello complessivo raggiunto da questa denominazione e dai suoi produttori.
produttore vino lacrima morro d'alba

Ciò che posso dirvi è che io sono solito mettere degli smile, si proprio delle faccine in stile emoticon, per i Vini capaci di donarmi un sorriso e dei cuori per quelli che sanno andare oltre, sino a smuovere qualcosa dentro di me ed emozionarmi. Beh… ieri ogni singoli Vino, con mio immenso stupore, fatta eccezione per un paio di campioni probabilmente con piccoli problemini che forse sono serviti a far apprezzare ancor di più gli sforzi e la voglia di rischiare e di sperimentare dei, per lo più, giovani produttori di Lacrima, ha suscitato in me sorrisi convinti ed in una percentuale assurda per una degustazione del genere, ovvero il 20% degli assaggi, ho provato sincere emozioni, vuoi per sinestetiche rievocazioni di ricordi legati al mio trascorso nelle Marche, vuoi per la capacità di alcuni produttori di elevare questo vitigno, in passato sin troppo bistrattato, ad un livello che persino io, che l’ho sempre portato nel cuore, facevo fatica ad idealizzare.

E’ per questo constatazione di una qualità media dei Vini Lacrima degustati così alta, che vorrei citare uno per uno i produttori, in quanto tutti meritano un plauso ed una piccola, ma sentita, considerazione:

Az. Agr. Romagnoli: una famiglia dal profondo rispetto per il territorio ed il varietale, un po’ come tutte, ma che in degustazione è spiccata per nitidezza. Vini davvero piacevoli.

Badiali & Candelaresi: un approccio che parte dal territorio, ma guarda al mondo in maniera fiera e sicura. Ben saldi nelle proprie convinzioni che emergono dagli assaggi effettuati.

Cantina MA.RI.CA.: la modernità e quello slancio imprenditoriale che in doc così piccole fa sempre bene per veicolare Vino e territorio. 

Cantina Mezzanotte: passione e stile emergono dai i Vini che ho avuto modo di degustare. Senza conoscere l’azienda in questione previamente, posso annoverarla fra le scoperte positive.

Cantina Sarò: mi verrebbe da definire questa realtà country chic, ovvero capace di portare quel tocco di glamour persino utilizzando un nome così radicato nella tradizione contadina marchigiana come “La Vergara”, per un proprio Vino.

Conti di Buscareto: tecnica e visione 2.0 di ciò che da un’uva carica di storia possa esser tirato fuori. Credo fosse questa la mission aziendale, quindi “missione compiuta!”.

Giusti Piergiovanni: l’azienda che ha portato il Lacrima al brindisi dell’Onu fra Obama e Putin, eppure io vorrei focalizzare su un altro aspetto, forse meno mediatico e d’impatto, ma per me altrettanto se non ancor più importante. Parlo della manifestazione più nitida di quanto questo Vino possa sfidare l’imperterrito passare del tempo. Sua era, infatti, la bottiglia più “vecchia” della degustazione, una 2008 ancora in splendida forma.

Landi Luciano: curioso scoprire di aver assaggiato e riassaggiato i Vini di questa azienda in varie occasioni e rievocare quei ricordi grazie a sorsi di Vini che fanno del  marchigiano un’idioma internazionale, comprensibile a tutti. C’è un’energia positiva in quest’azienda, un po’ come in tutti i rappresentanti della DOC e la cosa mi piace molto!

Lucchetti Mario: forse l’azienda che conoscevo meglio e sono stato felice di aver riconosciuto almeno uno dei loro Vini, alla cieca. Un Vino inconfondibile e pieno di passione ed intriso d’Amore, ma soprattutto pregno dell’estremo potenziale di questo varietale. Parlo di uno dei miei assaggi del cuore, ovvero il Mariasole. Una veste giovane e moderna per Vini che sanno di quel magico connubio e lavoro di squadra uomo-natura che, purtroppo, non tutti riescono ad esprimere al meglio. L’equilibrio nei Vini di Paolo e Tiziana acquisisce connotazioni meno scontate e di spiccata personalità e contemporaneità.

Marconi Vini: una della realtà che conosco da tempo, ma che ho imparato a conoscere più affondo solo nell’ultimo anno. Anche in questo caso, agevolato da un assaggio recente, ho ritrovato in mezzo ai 34 il loro Seduzione, un Vino che a mio parere rappresenta una svolta, ovviamente più che positiva, per l’azienda, nell’interpretazione del Lacrima. Femminilità e caparbietà, segni distintivi dei Vini assaggiati.

Marotti Campi: il riferimento storico del Lacrima ed il traino in termini di notorietà e “potenza di fuoco”, che coniuga al meglio rispetto per la tradizione e presenza sul territorio, con un’impronta ponderatamente internazionale.

Podere Santa Lucia: tra le aziende più giovani, che dimostra spirito d’iniziativa e voglia di dire la sua con quel mix tradizione e modernità che mira a risultati sempre migliori. La seguirò sicuramente nei prossimi anni.

Vicari: l’unica azienda che alla cieca si è  beccata due cuori ed il sorriso me lo ha donato il fatto di aver letto poi nell’elenco dei Vini degustati alla cieca che 2 degli assaggi capaci di suscitare in me le emozioni più vibranti e spontanee fossero della stessa azienda, della quale avevo già avuto modo di assaggiare il Verdicchio, ma non il Lacrima. Non posso, quindi, che definire quest’azienda una sicurezza nell’interpretazione di questo Vino. La classe e la consapevolezza di sé, vanno di pari passo, in Vini di grande eleganza ed armonia, ma che non mancano di spiccata personalità e riconoscibilità.

Quota33: una delle poche aziende a non presentare l’annata 2015, suppongo, in quanto ritenga opportuno un maggior affinamento in bottiglia e la cosa non mi dispiace affatto. Vini di grande equilibrio, come equilibrato è l’approccio della Cantina a vigne e vinificazione, con un occhio di riguardo alle potenzialità evolutive del vitigno.

Stefano Mancinelli: uno di quei produttori in grado di fare filosofia con il lavoro, con i gesti e con i Vini, ai quali bastano due parole per far capire l’attaccamento al territorio e la voglia di portare il Lacrima di Morro d’Alba sul trono che gli spetta. Trono che mi ricollega al Re Sole, assaggiato a Merano anni fa e riconosciuto a primo naso ieri durante la degustazione. Un passito, l’unico in degustazione, di raro equilibrio, mai stucchevole, che mostra la grande duttilità di questo vitigno.

Vigna degli Estensi: il caso vuole che le ultime due aziende, tra l’altro le più piccole dell’areale, siano quelle di due realtà nate dal colpo di fulmine, dalle farfalle nello stomaco che sono venute a Stefano Bondanelli nel caso di Vigna degli Estensi, che da ferrarese, si innamora delle Marche e proprio in terra di Lacrima vuole realizzare il suo sogno di fare Vino. Vini che, nonostante le dimensioni dell’azienda e quindi la potenziale difficoltà nell’attendere troppo l’uscita sul mercato delle proprie referenze, vengono accuditi e aspettati, tanto che in degustazione ho assaggiato una 2013 ed una 2012. La cosa più interessante è durante la cieca sia emersa, almeno secondo la mia percezione, l’espressione di un territorio diverso (siamo a pochi km da Senigallia) da quello classico di Morro d’Alba e dintorni, ma al contempo uno sviluppo evolutivo davvero intrigante.

Tenuta San Marcello: parlai della storia di Massimo e Pascale due anni fa, in quanto mi appassionò, oltre alla qualità dei loro Vini, la storia, anch’essa improntata sull’innamoramento per una terra così bella, che li portò a cambiare totalmente vita per immergersi in una Natura amica, che Massimo rispetta in toto, con un approccio che non fa capo a nessuna filosofia radicale o ideologia talebana, bensì si basi solo e soltanto sulla volontà di raggiungere gli obiettivi migliori col minor impatto possibile, creando sinergia fra ogni essere vivente presente in azienda, dall’uomo, agli asini, alle viti stesse. La cosa che colpisce di più è che l’azienda di Massimo è quella che ha portato in degustazione nel complesso i Vini più longevi, con una 2012 del “base” ed una 2011 del superiore Melano, che in ambo i casi si sono dimostrati di grande personalità.
cantine morro d alba

Dopo aver parlato un po’ di tutte le aziende, scusandomi per non aver dedicato un numero equo di battute a tutti, ma questo è ciò che accade scrivendo di getto e senza condizionamento alcuno, vorrei tirare un po’ le somme, tornando a ribadire alcuni concetti emersi dalle degustazioni fatte aggiungendo qualche appunto extra, che tra l’altro assimilano questo speciale varietale a bacca rossa marchigiano con il principe dei vitigni a bacca bianca, anch’esso, delle Marche, il Verdicchio:


– Qualità media dei Vini: dai i Vini prodotti dai 17 produttori della DOC Lacrima di Morro d’Alba presenti all’evento, è emersa una qualità media ben più alta di quella riscontrabile fino a qualche lustro fa, con un livellamento verso l’alto che rispecchia una volontà totalitaria di lavorare verso un futuro ancor più roseo, tanto per usare un termine che ricordi uno degli aromi tipici del vitigno.

– Capacità evolutiva del Lacrima: l’obiettivo di scrollarsi di dosso la nomea di Vino da pronta beva, facile e pronto, da non poter dimenticare in cantina né tanto meno affinare attendendone l’uscita fino ad arrivare persino a 24 mesi, è ormai raggiunto. Ora bisogna solo farlo sapere al mondo! Sia ben chiaro, dubito che stapperemo mai Lacrima (magari ci saranno eccezioni che sarò lieto di assaggiare) di 20 anni e non è questo che i produttori vogliono, ma di certo ieri si è dimostrato che il Lacrima può aspirare ai 10 anni e magari qualcosina in più, senza problemi e cosa ancor più importante, sviluppando una complessità davvero intrigante.

– La duttilità del vitigno: dai base freschi e gradevoli, ai superiori di struttura e potenza, agli appassimenti secchi e “dolci” che sfidano il sole ed il tempo con armonia e tenacia, passando per i rosati, fino alle bollicine che sono la vera sorpresa dei banchi d’assaggio aperti al pubblico, ai quali non potevo mancare per completare lo spettro delle potenzialità di questo varietale. Sia negli charmat, per lo più lunghi 6/9 mesi in autoclave, che per i pochi, ma elegantissimi metodo classico, il Lacrima si dimostra un vitigno perfetto anche per la spumantizzazione in rosa.

– I produttori: quando nascono questi eventi è un piacere esserci, ma istante dopo istante diventa anche un onore, in quanto ci si rende conto di essere presenti a qualcosa di storico, che determinerà un punto “0” per uomini, donne e terre meravigliose ancor prima che per dei produttori di Vino. La sinergia e l’attaccamento alla terra e non solo al territorio, espressi da queste Cantine emoziona e per sincerità e spontaneità, per questo faccio i miei migliori auguri alla DOC Lacrima… 100 e più Lacrima Wine Days!

Extra
lacrima e ruché uve

– Lacrima e Ruché: ehehehe, ora vi chiederete “e che c’entra il Ruché?!?”, vuoi per il format dell’evento, simile a quello della festa del Ruché di Castagnole Monferrato (GoWine organizzò anche quella) vuoi perché durante tutta la cieca continuassi a ricordare Ruché assaggiati di recente ed a constatarle la grande similitudine con il Lacrima, credo che sarebbe stupendo creare un gemellaggio ed un’ulteriore sinergia fra Morro d’Alba e Castagnole Monferrato e già ho in mente dei produttori da una parte e dall’altra che potrebbero rendere quest’idea una realtà positiva e propositiva. Inoltre l’affinità fra queste due realtà non è solo organolettica, in quanto anche le specifiche e gli obiettivi conseguiti dalle due piccole DOC, nonché la capacità sinergica dei produttori e la natura umana degli stessi, sono davvero simili.

Io la butto lì… poi, fate vobis! 😉

Concludo tornando a consigliare a tutti gli amici winelovers di visitare le Marche, oltre a tutte le altre splendide regioni del Vino italiano, perché c’è davvero tanto da scoprire e queste terre hanno bisogno della vostra curiosità!


F.S.R.
#WineIsSharing

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