I migliori vini assaggiati all’anteprima del vino Nobile di Montepulciano 2020

Si è da poco conclusa l’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2020 durante la quale ho avuto modo di assaggiare le nuove annate delle aziende presenti.
Nello specifico sono stati presentati:
Vino Nobile di Montepulciano 2017 e Riserva 2016, il Rosso di Montepulciano 2018, nonché gli altri vini prodotti nell’area di Montepulciano.
Come capita sovente in quest’area non tutti i produttori hanno ritenuto opportuno presentare le annate “richieste”, in quanto ancora indietro in termini di affinamento in bottiglia e, quindi, meno performanti in tema di espressività e piacevolezza.
nobile di montepulciano migliori

Per quanto concerne la 2017 le 5 stelle assegnatele mi preoccupavano molto dato l’andamento climatico dell’annata e le peculiarità pedoclimatiche generali di gran parte dell’areale del Nobile di Montepulciano. Eppure, devo ammettere che gli assaggi fatti hanno evidenziato un buon equilibrio acido-strutturale e un’ottima risposta di piante e terreni che hanno scongiurato nella maggior parte dei casi situazioni di stress idrico. Il lavoro dei vignaioli nella gestione della parete fogliare e nella ponderazione dei diradamenti, unitamente alla loro sensibilità nello scegliere l’epoca di raccolta ha permesso a molti produttori di non eccedere in surmaturazioni e di evitare quasi nella totalità degli assaggi evidenti “cotture”.
Della 2016 è già stato detto tanto se non tutto e gli assaggi ne hanno confermato il grande equilibrio ed una certa classicità da tempo non più riscontrata nel calice.
Partirò, però, con la più recente 2018 che nonostante alcune difficoltà iniziali si è dimostrata un’annata di sicuro appeal specie per i vini più giovani, dando origine a Rossi di Montepulciano fruttati, armonici,schietti e molto predisposti alla beva ma per nulla scontati.

Ecco gli assaggi più convincenti dell’Anteprima del Vino Nobile di Montepulciano 2020:

Rosso di Montepulciano 2018

Rosso di Montepulciano – Podere le Caggiole Tiberini: frutto croccante, bello slancio, buona dinamica di beva e finale ematico rendono questo Rosso coerente con l’annata e con le mie esigenze di palato nei riguardi dei rossi di Montepulciano.

Rosso di Montepulciano – Le Berne: un rosso intrigante, intenso, che alla grande agilità di beva abbina una sensazione materica di livello superiore e una texture tannica molto raffinata.

Rosso di Montepulciano – il Il Macchione: artigianalità non significa necessariamente imprecisione e questo rosso lo dimostra evidenziando una nitidezza rara nell’espressività varietale e nella proposizione al palato. Davvero buono.

Rosso di Montepulciano – Croce di Febo: coerente con l’annata per freschezza di frutto e agilità di beva. Un vino succoso, spigliato, divertente che, però, non dimentica le proprie origini nella trama tannica e nella chiosa minerale.

Nobile 2017

Nobile – Romeo: nelle ultime annate non sempre mi è parso in linea con i miei canoni di ricerca espressiva, ma questa 2017 ha riportato il Nobile di Romeo nei ranghi dei migliori nobili. Un vino che ricorda il passato strizzando l’occhio alla contemporaneità che solo i vini artigianali sanno mostrare in maniera così spontanea e priva di forzature.

La Spinosa – Il Molinaccio: ormai una garanzia nella capacità di gestire il vitigno principe dell’areale con garbo e sensibilità anche nelle annate più complesse. Una freschezza inattesa tende il sorso accompagnando il palato fino alla chiosa minerale e saporita.

La Colombarbia: nitido nel varietale, di buon equilibrio acido-strutturale, con una tessitura tannica fitta, presente, ma per nulla sgarbata.

Tenuta Sant’Agnese – Fanetti: un naso per nulla ostentato nel frutto, che mostra una certa classicità. Anche la beva vanta un’allure d’altri tempi che rende questo rosso un tuffo in tempi che furono ma, a volte, – per fortuna – ritornano.

Riserva e selezioni 2016

Amore mio – Croce di Febo: una Riserva che fa sa fare la Riserva! L’annata permette grande armonia al naso e un equilibrio raro nel sorso che si distende con fare forte e sicuro ma senza lesinare tensione. Il tannino è giustamente indietro ma molto meno che nella precedente annata. Già di buona beva, ma dalla prospettiva luminosa.

La Poiana – Il Molinaccio: il vino che mi fece comprendere, per primo, le potenzialità di questa piccola realtà e che, anche in questa annata, si conferma capace di mostrare un’espressività varietale che in pochi possono aspettarsi dalle proprie vigne a Montepulciano.

Riserva – Le Berne: precisione e coerenza per una Riserva in cui il territorio, il varietale e la mano del produttore danzano all’unisono.

Riserva – Boscarelli: se si vuole comprendere quanto tradizione e visione contemporanea possano andare a braccetto a Montepulciano questa realtà potrebbe tenere a riguardo una Lectio Magistralis e questo vino potrebbe fungere da esempio pratico di quanto passato e presente possano concordare, specie in annate così equilibrate.

Selezioni e/o altre annate

Filai Lunghi 2016 – Fattoria La Talosa: mai assaggiato un Filai Lunghi così buono! Elegante, longilineo eppur così fiero di sé dal naso al sorso che chiude ematico, ferroso, saporitissimo. Il tannino levigato agevola l’abbrivio della beva.

Messaggero 2016 – Montemercurio: un’anteprima dell’anteprima, per un Nobile stilisticamente impeccabile, che coniuga forza e finezza in maniera evidente ma garbata.

SorAldo 2016 – De’Ricci: la crescita dell’azienda negli ultimi anni è palese e questo SorAldo, complice l’annata favorevole, attesta quanto si stia lavorando per valorizzare l’espressione territoriale attraverso il rispetto del varietale. Intensità ponderata, sorso pieno ma agile, tannino già ben integrato.

Uscite ritardate

Le Caggiole 2016 – Poliziano: dopo anni di stop questo vino tornò con l’annata 2015 che si presentò in grande forma alla scorsa anteprima, ma la 2016 rappresenta già un ulteriore step in termini di armonia ed equilibrio. Elegante e profondo.

Palazzo Contucci 2015 – Contucci: l’unione dei due cru aziendali si traduce in un Nobile equilibrato ma di netta e distinta personalità. Elegante, dal tannino fitto e dalla chiosa saporita. Due anime che si incontrano, si fondono e danno origine a qualcosa di nuovo che prende il meglio di entrambe e lo fa proprio, esprimendone nuovi punti di vista e nuove prospettive.

Riserva 2014 – Il Macchione: l’accostamento della parola “riserva” e dell’annata “2014” possono – a ragion veduta – rappresentare, nella maggior parte dei casi, un vero e proprio ossimoro, ma non è questo il caso! Un vino che non manca di nulla con uno spettro organolettico completo e con la giusta complessità che si confà ad una Riserva. Dall’annata sceglie di prendere solo il meglio: la dinamica di beva.

Fossatone Riserva 2013 – Tiberini: l’approccio al naso è introverso, come tutti i vini di Luca Tiberini. Bastano un paio di boccate d’aria per aprirsi in tutta la sua espressività varietale ancora priva di segni di cedimento. Il sorso è intenso e slanciato, corre è in piena spinta ma non scivola via, si trattiene ad interloquire con ogni singola papilla gustativa sino alla chiusura che lascia una bocca per nulla contratta dal tannino e già pronta al prossimo sorso.
Il livello dei vini presentati in questa Anteprima è sicuramente interessante e si percepisce un lieve fermento in questa denominazione che può e deve rialzarsi da anni di stasi e di scelte poco opportune.
Il filotto di buone annate che i produttori di Nobile andranno a presentare nelle future 3 anteprime fa ben sperare in una crescita continua sia in termini di qualità che di valorizzazione del brand territoriale che per storia e vocazione merita di tornare tra le più importanti denominazioni del vino italiano.

F.S.R.
#WineIsSharing

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