Milano torna capitale italiana del vino con la Milano Wine Week dal 2 al 10 ottobre

E’ l’unico evento enoico nazionale che è riuscito a non subire gli esiti della Pandemia cancellando totalmente almeno una edizione e quest’anno si propone di fare un ulteriore balzo in avanti in termini di qualità dei contenuti proposti e di apertura internazionale. Parlo della Milano Wine Week che dal 2018 trasforma la città meneghina nella capitale italiana del vino.

milano wine week 2021 app

Come di consueto, ho avuto modo di scambiare qualche battuta riguardo l’edizione ormai alle porte (02-10 ottobre 2021) con il patron della manifestazione Federico Gordini.

Quali sono le novità della MWW 2021?

La Milano Wine Week è – fin dalla sua nascita – una manifestazione in continua evoluzione e deve per potersi adeguare a un mercato che cambia e rispondere così alle mutate esigenze del settore, in maniera puntuale ed efficace. Questo approccio ci ha permesso – nelle prime tre edizioni – di crescere in maniera esponenziale. Nel 2020 rispetto al 2019, nonostante la situazione di grande difficoltà, siamo riusciti ad ampliare il raggio d’azione, diventando ancora più internazionali. Le novità dell’edizione 2021 sono tante: la sempre maggiore trasversalità, con il coinvolgimento di ambiti extra settore che regalano alla manifestazione un respiro molto ampio, un dialogo continuo e costruttivo con la città che la ospita – Milano – con cui si creano sinergie fondamentali, come già è avvenuto per altri settori (vedi Moda e design), il tema dell’innovazione che è un po’ l’anima di questa edizione. Infatti, la grande novità dell’edizione 2021 è rappresentata dalla nuova App “W” (Una lettera che sintetizza l’essenza dell’evento: Wine, Week, ma anche World, come tutto il mondo che gira intorno al settore enoico) sarà scaricabile dal 14 settembre su App Store e su Google Play – che permette ai visitatori di creare un itinerario su misura dei propri interessi, pianificato nei dettagli e capace di interagire con i luoghi e gli eventi della moda, del design, dell’arte e della ristorazione. Si tratta di uno strumento che permette di vivere la Milano Wine Week come un’esperienza viva e in dialogo con le eccellenze della città. E – una volta concluso l’evento – rimane a disposizione 365 giorni, come uno strumento attivo a cui fare riferimento per conoscere e “addentrarsi” nel mondo del vino.  Sempre tramite W, Milano sarà la prima città del mondo in cui il pubblico potrà selezionare dove andare a pranzo, a cena o all’aperitivo in base al vino grazie alla digitalizzazione delle carte vini dei locali milanesi e alla speciale funzionalità della App. 

Quest’anno, inoltre, si punta su un maggiore coinvolgimento del mondo del food, con una divisione dedicata, guidata da Francesca Romana Barberini. L’idea è quella di dare un apporto fondamentale al settore food e ristorazione, per riuscire a rimetterlo in moto con ritorni positivi sull’intero sistema delle eccellenze. Anche il parterre dei Wine District di arricchisce con alcune New Entry come il Consorzio del Brunello di Montalcino, il Consorzio per la Tutela dei Vini Valpolicella, quello del Chianti, Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo e i vini della Regione Liguria, che si aggiungono agli storici Distretti di Milano Wine Week dedicati a Franciacorta, Prosecco DOCG di Valdobbiadene, Asti DOCG, Lugana e Oltrepò Pavese. Tra le novità 2021 spicca la Wine Business City, due giorni intensi di business, dedicati appunto all’incontro tra aziende e operatori, in un momento decisivo per il comparto. Si svolge in una settimana cruciale per molte aziende, da una parte per le vendite e dall’altra per gli acquisti destinati alla creazione della carta dei vini più importante dell’anno, quella del periodo autunno-inverno che include le festività natalizie. Infine, ultimo ma non meno importante, un respiro internazionale sempre più ampio, con il coinvolgimento di ben 11 piazze mondiali (Montreal, Toronto, New York, Chicago, Miami, Londra, Mosca, Shanghai, Shenzen, Tokyo,Hong Kong) in 7 mercati chiave per l’export vinicolo (Usa, Canada, Regno Unito, Russia, Cina,Hong Kong e Giappone), strategiche per il settore, dove si terranno le masterclass riservate a stampa e operatori del settore, per far conoscere loro le nostre eccellenze vinicole.

federico gordini

Nell’ultimo anno e mezzo si è molto discusso dell’utilità degli eventi enoici. Perché la Milano Wine Week è diversa dalle altre manifestazioni? 

L’ultimo anno e mezzo, la pandemia, le chiusure forzate hanno ridisegnato le dinamiche di molti settori, compreso quello enoico. C’è bisogno di ripartire con nuove idee e nuove formule, che permettano una promozione trasversale con investimenti modulati su esigenze e budget. La Milano Wine Week è nata 4 anni fa proprio per proporre qualcosa di nuovo, di diverso e in questi anni – come detto – si è evoluta per rispendere sempre meglio alle esigenze del mercato. Oggi si ha bisogno di lavorare su più piani, di dialogare con altri settori, di fare squadra con il territorio. La Milano Wine Week fa di trasversalità, flessibilità, innovazione i suoi punti di forza. Siamo l’unica manifestazione del settore enoico ad avere diverse anime: questo suo eclettismo dà alle aziende la possibilità di raggiungere contestualmente più obiettivi. Nell’ambito dell’evento stessa si possono costruire sinergie e instaurare dialoghi tra aziende, produttori, territori e consumatore finale. Lo dico da sempre, ma quest’anno più che mai: la nostra ambizione, il nostro obiettivo – il mio sogno – è diventare sempre di più come eventi storici come la Design Week e la fashion Week, momenti e luoghi unici, elettivi, imprescindibili dove presentare i nuovi progetti, che hanno come punto di partenza il vino ma che poi guardano anche oltre i confini del settore. Infine, la nostra manifestazione per la sua natura poliedrica fa del capoluogo lombardo che la ospita, un Hub naturale per il turismo enogastronomico. Da Milano a raggera verso l’esterno si hanno a disposizioni territori vocati alla viticoltura da conoscere, visitare scoprire o riscoprire. Proprio con questo intento bissiamo e implementiamo i Wine Tour, percorsi e attività, rivolti al pubblico, alla scoperta della ricchezza di territori del vino a massimo due ore di distanza da Milano con transfer in partenza dalla città, per creare una connessione tra luoghi, prodotti ed esperienze. Le bellezze del nostro Paese sono riconosciute in tutto il mondo: nel 2018 62 milioni di turisti hanno scelto l’Italia come meta dei propri viaggi, + 7% rispetto al 2019. Da sempre il turismo rappresenta un settore strategico per la crescita economica dell’Italia per il presente e ancora di più per il futuro. 

Milano è un polo commerciale e comunicativo fondamentale a livello nazionale e internazionale ma è, anche e soprattutto, la città in cui nascono e si sviluppano i maggiori trend in Italia. Quali credi saranno i trend enoici del post pandemia secondo te?

L’emergenza ha sicuramente influenzato i consumi, modificando rituali e abitudini. La chiusura degli esercizi di somministrazione per molti mesi e il contestuale aumento dei consumi domestici, hanno disegnato un nuovo scenario: un consumatore sempre più preparato, che cerca informazioni prima di acquistare una bottiglia, per colmare il vuoto dell’intermediazione dell’enotecario o del ristoratore. Questa preparazione ha permesso al consumatore di sperimentare, di provare etichette emergenti., si testare cose diverse da quelle che era abituato a bere. Un consumatore più consapevole e preparato sceglie la qualità. Le tendenze enoiche si muoveranno in questa direzione: un livello qualitativo sempre più alto, spazio di manovra per sperimentare nuove etichette. Cresce anche la sensibilità green: aumenta il numero di aziende vinicole che scelgono di investire in packaging più sostenibili e leggeri o su processi produttivi a minor impatto ambientale proprio per andare incontro a questo sentiment. Il vino diventerà sempre meno un prodotto tout court per diventare sempre più esperienza attraverso le degustazioni in cantina e gli story telling ad hoc al ristorante. Il consumatore ha bisogno di essere ascoltato e “coccolato”. 

Quali sono i consigli che daresti alle realtà vitivinicole italiane per rispondere al meglio agli esiti di questo difficile periodo?

Partendo dalla precedente risposta, il mio consiglio è di non guardare mai solo in una direzione. Il vino è certamente un prodotto, ma un prodotto che va raccontato, che va vissuto qualunque sia il contesto: a casa, al ristorante o in cantina. Le aziende devono essere sempre più trasversali, parlare un linguaggio poliedrico che permetta di raccontarsi in maniera sempre meno didascalica; puntare sulla customer experience; dialogare con altri settori – moda, arte design-; valorizzare il territorio; avere un respiro sempre più internazionale; valorizzare i social; scommettere sull’innovazione. Tutti questi valori sono a loro disposizione alla Milano Wine Week che può essere un buon punto di partenza per rilanciare il comparto e guardare al futuro con maggiore ottimismo. 

Ringrazio Federico per la disponibilità e per la professionalità augurando a tutti di poter vivere una grande edizione della Milano Wine Week.


F.S.R.

#WineIsSharing

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